Al contrario di quello che dovrebbe accadere in campo femminile, con molte protagoniste a lottare per la Coppa del Mondo generale, in campo maschile a causa dell’infortunio di Aksel Lund Svindal la strada sembrerebbe già spianata per Marcel Hirscher.
L’austriaco punta chiaramente al poker consecutivo di vittorie della sfera di cristallo assoluta, impresa che tra gli uomini non è mai riuscita a nessuno (anche se Ingemar Stenmark ne avrebbe vinte almeno sei di fila invece che tre se la FIS non avesse cambiato i regolamenti per ostacolarlo) e tra le donne ce l'ha fatta solo la leggendaria Annemarie Moser-Pröll. Il principale avversario di Hirscher, Svindal, che nelle ultime nove stagioni per otto volte era sempre arrivato almeno nei primi quattro, con tanto di trionfo nel 2007 e nel 2009 e con l’eccezione dell’inverno 2007-2008 in cui si infortunò gravemente a Beaver Creek, è fuori causa, anche se lui tiene ancora acceso un lumicino di speranza per essere presente almeno ai Mondiali di Vail/Beaver Creek. Ma anche se la rottura del tendine d’Achille è solo parziale la cosa appare molto difficile se non proibitiva.
L’avversario principale di Hirscher per la conquista della Coppa diventa così Alexis Pinturault. Il francese è chiamato a un ulteriore passo in avanti ma dovrà avere una costanza di rendimento molto alta lungo tutto l’arco della stagione se davvero vorrà strappare la coppona dalle mani di Hirscher. Ted Ligety punta a riconfermarsi padrone assoluto del gigante ma per la Coppa generale è un’altra storia: lo statunitense è un extraterrestre in una specialità ma non è mai riuscito a dare un assalto serio al trofeo assoluto dato che le sue lacune in slalom aumentano col passare degli anni e che nella velocità difetta di continuità.
Gli altri sembrano nettamente fuori causa a meno che l’onore di casa Norvegia in assenza di Svindal non venga tenuto ugualmente alto da Kjetil Jansrud, inventatosi velocista nelle ultime stagioni ma lontano dal suo miglior rendimento in gigante, o da Henrik Kristoffersen, talento enorme delle discipline tecniche nelle quali appare attualmente come il vero erede di Hirscher. Troppe le incognite su Carlo Janka e Beat Feuz anche se entrambi puntano a tornare in alto: il primo è stato vincitore della Coppa nel 2010, l’altro è stato secondo nel 2012.
Restando in casa Svizzera, sparerà probabilmente le sue ultime cartucce Didier Defago, così come il suo coetaneo Bode Miller, il quale, come tutta la squadra statunitense maschile e femminile, punterà soprattutto sui Mondiali di casa a Vail/Beaver Creek. Due di quelli che possono ambire a un buon piazzamento in classifica generale, il campione olimpico di discesa Matthias Mayer e Felix Neureuther, non saranno in gara a Sölden, il primo per un infortunio al ginocchio, il secondo per il mal di schiena.
Vediamo ora quelle che possono essere le ambizioni dell’Italia. La squadra delle discipline tecniche ha subito due gravissimi infortuni che lasceranno fuori per tutta la stagione l’esperto Manfred Moelgg, che nelle sue stagioni migliori era la costanza di rendimento fatta persona, e il baby Alex Zingerle. Pertanto in gigante dovremo aggrapparci ai senatori Max Blardone e Davide Simoncelli e alla loro voglia di continuare a combattere contro gli avversari, gli acciacchi fisici e i nuovi sci mai completamente digeriti soprattutto da Max (che però quest’anno ha cambiato materiali) e i giovani di belle speranze Luca De Aliprandini e Roberto Nani, senza dimenticare Giovanni Borsotti, i cui progressi sono stati interrotti da un gravissimo infortunio.
In slalom si attende ormai da tempo un segnale di vita convincente da Giuliano Razzoli e tutto sommato anche da Cristian Deville, Patrick Thaler invece, caricato dalla nascita di due gemelli e reduce dalla sua miglior stagione, a 36 anni punta a quella medaglia, in questo caso mondiale, che non è riuscito mai a vedere nemmeno da vicino. Occhio anche ai giovani Giordano Ronci e Riccardo Tonetti ma anche, ovviamente, a Stefano Gross, che a Sochi ha dimostrato di poter tornare tra i migliori della specialità. Per quanto riguarda il settore velocità, va detto che Matteo Marsaglia e Mattia Casse quest’estate sono stati aggregati al gruppo delle discipline tecniche e c’è da verificare il loro feeling tra i pali larghi fin da subito, sul Rettenbach, anche se poi possono far bene nel corso della stagione anche in superG, dove Marsaglia ha addirittura vinto due anni fa a Beaver Creek.
Detto che Silvano Varettoni e Siegmar Klotz sembrano un gradino sotto rispetto ai loro compagni che diremo ora, le punte dell’Italjet rimangono Werner Heel, Peter Fill, Christof Innerhofer e Dominik Paris. Heel per sua stessa ammissione è uscito cotto dallo scorso inverno e ne ha approfittato per ricaricare le batterie non aggregandosi ai compagni volati in Argentina: la sua stagione è un’incognita, da Fill ci attendiamo il solito inverno ahinoi privo di picchi clamorosi (ma se dovessero arrivare, intesi come vittorie o medaglie mondiali, sarebbero i benvenuti!) ma comunque di buon livello.
Inner continua a lottare contro la sua schiena che gli dà poca tregua ma resta il nostro uomo da grandi eventi per antonomasia avendo già collezionato un oro, un argento e un bronzo mondiali e un argento e un bronzo olimpici: inutile dire che a Vail/Beaver Creek vorrà confermarsi su una pista oltretutto adatta alle sue caratteristiche. Così come naturalmente vorrà tornare ai più alti livelli Dominik Paris, che dovrà difendere l’argento mondiale in discesa di Schladming 2013. L’altoatesino è reduce da una stagione che era iniziata alla grande col successo di Lake Louise (l’unico di tutta la squadra italiana di sci alpino in Coppa del Mondo maschile e femminile nello scorso inverno) ma che poi è stata condizionata pesantemente dalla brutta caduta nelle prove della Val Gardena per colpa della quale è arrivato non in condizioni ottimali ai Giochi di Sochi.
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