Funivie Svizzere, il "Resoconto della stagione invernale 2023/2024" fotografa un settore in ripresa

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Funivie Svizzere, il "Resoconto della stagione invernale 2023/2024" fotografa un settore in ripresa

“Giornate di sci” in ripresa, fatturato in crescita e sempre maggior concentrazione degli sciatori nei grandi comprensori, queste alcune chiavi di lettura del report pubblicato nel mese di settembre dall’associazione di categoria. Zermatt in testa alle classifiche nazionali per presenze e fatturato.

 

Come ogni anno l’Associazione Funivie Svizzere ha pubblicato il proprio “Resoconto della stagione invernale 2023/2024”, curato da Laurent Vanat, consulente elvetico che da oltre vent’anni raccoglie i dati delle principali stazioni di sport invernali a livello internazionale per elaborare annualmente il suo “Rapporto internazionale sul turismo della neve e della montagna”.

Interessanti le considerazioni di Vanat nell’editoriale di apertura in cui si sofferma sulla chiusura di alcune piccole località e sulla diminuzione delle “giornate sci” che ha interessato la Svizzera negli ultimi decenni: “La scomparsa di alcune stazioni viene spesso erroneamente attribuita esclusivamente al riscaldamento globale, mentre spesso si tratta di problemi economici di fondo. Questi sono esacerbati da stagioni più brevi dovute al clima o da ripetute chiusure per mancanza di neve. Queste dismissioni, soprattutto di microstazioni, incidono solo marginalmente sul bilancio nazionale, rappresentando una frazione molto piccola delle “giornate sci” perse. La riduzione del numero di giorni di operatività invernale a causa della mancanza di neve nelle località esistenti porta a una perdita di giorni di sciatori molto più significativa rispetto alla scomparsa delle microstazioni. Tuttavia, la causa che porta alla maggiore perdita media di “giornate sci” per stagione è rappresentata dal calo delle presenze medie giornaliere nel corso degli anni. Quest’ultimo fenomeno non ha un legame diretto con il riscaldamento globale. Negli ultimi 25 anni, i soggiorni al mare e in città hanno conquistato quote di mercato grazie ai vettori low cost. Le crociere sono diventate sempre più popolari con più navi e offerte sempre più vantaggiose. È emerso il settore dell’intrattenimento domestico, con videogiochi, video on demand e applicazioni mobili. I centri ricreativi urbani offrono svariate alternative di intrattenimento. Questa concorrenza diversificata allontana gli sciatori dai comprensori sciistici e allo stesso tempo ne aumenta le aspettative nei loro confronti. Il fenomeno deriva essenzialmente, da un lato dalla modificazione dei comportamenti riguardanti il tempo libero e dalla moltiplicazione delle attività concorrenti e, dall'altro, dall'evoluzione demografica e sociologica delle popolazioni europee. La sfida demografica è particolarmente critica per il settore sci, con l’invecchiamento dei “baby boomer”, i principali clienti, e la mancanza di cultura dello sci tra le generazioni più giovani, sia in Svizzera che all’estero, esacerbata dalla riduzione dei programmi didattici che prevedono l’insegnamento dello sci nelle scuole. I metodi tradizionali per imparare a sciare stanno perdendo la loro rilevanza e l’industria della neve deve innovarsi per attirare nuovi clienti. Il tutto, nonostante una stampa spesso non favorevole che pone l’accento sull’impatto ambientale dello sci, col rischio di allontanarvi le generazioni più giovani. Tuttavia, i resort sciistici non hanno esaurito i mezzi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e attirare nuovi clienti. È quindi del tutto prematuro prevedere che ciò condannerà le stazioni sciistiche alla scomparsa a breve o medio termine.”

Il resoconto fotografa un inverno ancora più mite del precedente, ma con abbondanti nevicate in alta quota. Si registrano presenze in leggero aumento rispetto all’inverno precedente e una ripresa del fatturato delle stazioni dopo anni di calo. Diverse piccole stazioni sono rimaste chiuse o hanno aperto limitatamente accusando significativi cali di presenze, i quali, tuttavia, hanno avuto un impatto molto limitato sul settore svizzero nel suo complesso. In uno scenario di riduzione del numero di stazioni sciistiche, da segnalare la riapertura di un comprensorio, San Bernardino-Confin, dopo 11 anni.

Le “giornate sci” della stagione sono state 23,1 milioni, in crescita del 3,8% sull’ultima stagione e del 2,5% sulla media quinquennale. Un dato che tuttavia non colma il gap con le migliori stagioni dell’ultimo ventennio, registrate tra il 2004 e il 2010.

A livello di singoli comprensori sciistici, 99 località hanno registrato una crescita delle proprie presenze, 64 un calo, mentre 13 sono rimaste chiuse per mancanza di neve o problemi economici.

Generalmente le stazioni al di sotto dei 1800 metri hanno accusato una diminuzione delle giornate sci, mentre quelle al di sopra di tale quota un aumento.

Le piccole stazioni (meno di 20.000 giornate sci a stagione) hanno subito un calo del 17% delle giornate sci, le stazioni medie (tra 20.000 e 100.000 giornate di sci a stagione), quelle grandi (tra 100.000 e 250.000) e quelle molto grandi (oltre 250.000) hanno registrato una crescita delle giornate sci rispettivamente del 13, del 12 e del 2%.

Le stazioni molto grandi, grazie alla quota solitamente elevata e alle moderne dotazioni tecniche risentono meno del cambiamento climatico e presentano un andamento più stabile nel corso degli anni, anche grazie a una significativa presenza internazionale.

In queste località si sono concentrate il 76% delle giornate sci complessive della Svizzera. Seguono le grandi stazioni con il 14%, le medie con l’8% e le piccole località con il 2% delle giornate sci complessive della stagione.

A livello cantonale guidano Vallese e Grigioni, dove si sono svolte il 65% giornate di sci.

La top20 svizzera a livello di giornate sci è guidata da Zermatt ed è la seguente:

La stagione 2023/2024 ha mostrato anche un importante crescita di fatturato che, con un dato aggregato di 828,1 milioni, è in aumento dell’11,8% sull’inverno precedente ed è il secondo migliore di sempre dopo il 2009/2010 con 848 milioni.

A incidere su tale fenomeno lo spostamento delle giornate sci dalle piccole località alle grandi località che praticano prezzi più elevati e gli adeguamenti tariffari applicate da buona parte delle località negli ultimi anni. Il 62% delle stazioni ha infatti aumentato i prezzi nell’ultima stagione, con un prezzo medio dello skipass in costante in crescita che ha raggiunto i 72,82 chf. Più contenuto l’aumento del prezzo medio effettivo giornaliero, che tiene conto anche dell’utilizzo degli skipass plurigiornalieri, stagionali e degli sconti applicati. In questo caso il dato medio è di 38,69 chf. Si segnala infine, una crescita della clientela straniera, che ha rappresentato il 37% degli sciatori, dato più alto degli ultimi 8 anni.

Con riguardo al fatturato dei singoli comprensori sciistici la top20, anche in questo caso guidata da Zermatt, è la seguente:

 

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