Coronavirus. In Svizzera alcune stazioni ignorano i divieti e aprono gli impianti. Cosa rischiano?

Coronavirus. In Svizzera alcune stazioni ignorano i divieti e aprono gli impianti. Cosa rischiano?
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Coronavirus. In Svizzera alcune stazioni ignorano i divieti e aprono gli impianti. Cosa rischiano?

Alcune stazioni sciistiche hanno tenuto aperti gli impianti nonostante i divieti imposti dal Consiglio federale. Denunciati i gestori.

I gestori di alcune stazioni sciistiche bernesi sono stati denunciati da alcuni privati per non aver rispettato l’ordinanza del 13 marzo del Consiglio federale nella lotta alla diffusione del coronavirus.

È il caso degli impianti di risalita di Gstaad, di Adelboden-Lenk e della regione della Jungfrau (Grindelwald, Wengen, Mürren, Lauterbrunnen e Haslital) che il 14 marzo erano rimasti aperti come se nulla fosse. La stessa situazione si è verificata anche in altre parti della Svizzera, ad esempio nei Grigioni. Il consigliere federale Alain Berset li aveva però richiamati all'ordine il giorno stesso.

La procura ha ricevuto due denunce penali in merito e la magistratura bernese sta ora indagando se vi è stata una violazione dell'ordinanza legata all'emergenza Covid-19 annunciata dalla Confederazione il 13 marzo.

Il 14 marzo L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) chiedeva alle stazioni sciistiche che erano ancora aperte di chiudere immediatamente.

A rendere ancora più offuscata la vicenda erano state le parole del presidente del Consiglio di Stato bernese, Christoph Ammann (PS), direttore del Dipartimento dell'economia, dell'energia e dell'ambiente, secondo cui sulle piste da sci sarebbe stato possibile realizzare le condizioni della cosiddetta distanza sociale.

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