I "5x5" della Coppa del Mondo maschile: 38 gare a caccia di Odermatt, sulla strada del re attesi Meillard e...

Foto di Redazione
Info foto

GEPA Pictures

Sci Alpinocoppa del mondo maschile

I "5x5" della Coppa del Mondo maschile: 38 gare a caccia di Odermatt, sulla strada del re attesi Meillard e...

Dopo quella per il circuito femminile, NEVEITALIA vi presenta la stagione degli uomini ripartendo dal doppio poker di sfere di cristallo realizzato dal fenomeno svizzero, che vuole il quinto "coppone" come Girardelli cercando subito la partenza sprint domenica a Soelden. Il connazionale e iridato di slalom sembra il primo rivale, vedremo fin dove si spingerà Pinheiro Braathen e c'è l'incognita sul livello di Schwarz. In discesa sfida totale con von Allmen e Paris che vogliono giocarsela con "Odi".

Dopo aver presentato ieri la stagione femminile (QUI puoi leggere il resoconto completo), tocca ai nostri “5x5” per la Coppa del Mondo maschile che partirà domenica con il gigante di Soelden.

I primi cinque favoriti delle cinque classifiche (generale, discesa, super-g, gigante e slalom), più gli outsider e il borsino degli azzurri, verso l’inverno olimpico che proporrà, per il massimo circuito, 38 gare come nel calendario originale della passata stagione, seppur con una distribuzione leggermente differente visto che ci sarà uno slalom in meno (ne vedremo 11) e con una gara veloce in più, contando che saranno 9 le discese come i super-g e i giganti.

Le novità? Livigno con il super-g del 27 dicembre, ma un mese prima anche la tappa di Copper Mountain, vivendo poi dopo tutte le classicissime un appuntamento pre Mondiale a Crans-Montana, ma anche il ritorno (dopo averla vista solo alle finali del 2022, oltre alla rassegna iridata dell’anno successivo) di Courchevel con le gare veloci sull’Eclypse.

C’è un chiarissimo favorito per la generale, e partiamo naturalmente da lì: Marco Odermatt, alla ricerca della cinquina consecutiva.

 

GENERALE: L’UNICO RIVALE DI ODERMATT PUO’ ESSERE MEILLARD, MA BRAATHEN...

 

Marco Odermatt: l’asso nidvaldese, a 28 anni, è nel pieno della maturità e dimostra di avere la solita fame, pur avendo stravinto già tutto e, nelle ultime due annate, firmando il poker di coppe come Hermann Maier a cavallo del nuovo millennio. Il margine sui rivali, vuoi anche per i gravi infortuni di Schwarz e Kilde nel momento in cui l’austriaco e il norvegese erano i due diretti avversari col maggior potenziale di punti, è sempre stato enorme anche se, questa volta, proprio in seno alla sua nazionale “Odi” potrebbe trovare qualcuno in grado di rimanere almeno in scia.

 

Loic Meillard: il classe 1996 di Neuchatel è il vero uomo da coppa, nel senso che la sua polivalenza spazia dallo slalom alla velocità, anche se l’assenza delle combinate non gli può portare quel teorico vantaggio derivante dalle sue caratteristiche. I problemi alla schiena in avvio della scorsa annata gli è costato carissimo, a maggior ragione in super-g messo un bel po’ da parte, ma col nuovo anno è tornato al suo livello nelle discipline tecniche e ha chiuso alla grandissima, dopo il trionfale Mondiale di Saalbach, battendo in serie Odermatt in gigante. Ecco, se saprà in grado di mettere paura tra le porte larghe al compagno di squadra, allora potrà anche solo pensare di giocarsela, naturalmente facendo la differenza in slalom dove le opportunità sono parecchie.

 

Henrik Kristoffersen: l’anno scorso ha chiuso ancora al 2° posto (suo ottavo podio nella generale, senza mai vincerla), una quarantina di punti davanti a Meillard, ed è una garanzia assoluta di rendimento sulle venti gare tecniche. Il problema è che il potenziale bottino può arrivare al massimo a quota 1300-1400 pt, solo con un “buco” di Odermatt potrebbe bastare per lottare in chiave sfera di cristallo assoluta. Il suo grande obiettivo sarà l’oro olimpico che ancora gli manca, oltre alle coppe di specialità dopo aver riportato a casa quella di slalom, il suo regno.

 

Lucas Pinheiro Braathen: a 25 anni, se c’è un uomo che può pensare ad un futuro, ma probabilmente anche il presente nella seconda annata della sua “nuova carriera”, da classifica generale, quello è l’alfiere del Brasile che, già ai tempi in cui ancora gareggiava per la Norvegia, aveva dimostrato di poter allargare la sua base al super-g avendo il chiaro intendo di giocarsela per il “coppone”. Gli infortuni ne hanno frenato la crescita, assieme all’inverno sabbatico per il cambio di nazionalità, ora vedremo nel 2025/26 cosa ci proporrà “Pinheiro” sin da Soelden, dove sarà scontro frontale con Re Odermatt. Il suo samba potrà fare la differenza, in termini di punti, negli 11 slalom in calendario: se avrà continuità tra i rapid gates, ci sarà da divertirsi…

 

Marco Schwarz: fino a quel 28 dicembre 2023, “Blacky” era candidato eccome alla generale che è sempre stata l’obiettivo di tutta la sua carriera, dichiarato senza mezzi termini dal diretto interessato. La scorsa stagione è stata quella del rientro post crociato, tutto sommato discreta anche se ancora non abbiamo rivisto il carinziano sul podio: reinserendo il super-g nel menu, l’asso austriaco proverà a riavvicinarsi a quel concetto di polivalenza che forse aveva estremizzato troppo due inverni fa, infortunandosi nella discesa di Bormio, ma al tempo stesso Schwarz ben sapeva che per battere Odermatt c’era la necessità di fare bene sulle quattro discipline. Difficile possa tornare a quel livello, anche se pure nella velocità i tecnici giurano di vedere un potenziale clamoroso: questo inverno sarà cruciale per capire quanto il “coppone” possa ancora risultare ancora un obiettivo più che un sogno.

 

Outsider e azzurri: Raphael Haaser, fresco di titolo mondiale in gigante, ha tutte le caratteristiche per giocarsi forse anche la top five finale, se libero da infortuni che l’hanno frenato la scorsa annata, viste le sue qualità in super-g dove è un assoluto riferimento. Per Kilde, atteso al rientro dopo quasi due anni ad inizio dicembre a Beaver Creek, dovrà essere solo un 2025/26 di ritorno ad una buona competitività, senza alcun obiettivo in ottica coppa (neppure di specialità, a meno di miracoli), mentre in casa Norvegia ci sono altri tre elementi da posizioni di vertice, anche se difficilmente per il podio finale. Parliamo di Timon Haugan, cresciuto pure in gigante e ormai un crac in slalom, Atle Lie Mcgrath che, proprio come il “gemello” Braathen, si è fermato nel momento in cui la polivalenza stava diventando qualcosa di molto concreto, e Alexander Steen Olsen che pure ha nel paniere le due discipline tecniche, ma ha problemi al solito ginocchio e salterà l’opening dove trionfò un anno fa.

Ci sarebbe anche Fredrik Moeller, che ha già vinto in super-g ma è tutto da valutare in discesa (e in gigante, ci sarà a Soelden), ma pure un altro giovane fenomenale come Lukas Feurstein, che finalmente si è sbloccato a Sun Valley, e parlando di specialisti svizzeri della velocità, il duo von Allmen e Monney può avvicinarsi eccome alla top five della generale già solo con i punti di discesa e super-g.

Casa Italia? Sono tre i nomi per rientrare nella top ten finale, verosimilmente l’unico obiettivo credibile per Dominik Paris, Alex Vinatzer e Mattia Casse, che ad ogni modo penseranno più che altro alle classifiche di specialità e, quando si avvicinerà febbraio, alle grandi sfide olimpiche.

 

DISCESA: VON ALLMEN PER LA PRIMA, MA LE ULTIME DUE LE HA VINTE “ODI”…

 

Franjo Von Allmen: il campione del mondo di specialità ha concluso al 2° posto nella passata stagione, con le prime perle anche nel massimo circuito proprio dopo il titolo iridato (anche se in precedenza aveva già timbrato in super-g a Wengen). Gara dopo gara acquisisce sempre più consapevolezza, un “mostro” della discesa pronto a togliere lo scettro a capitan Odermatt, con la doppia sfida del 4-5 dicembre a Beaver Creek, potenzialmente più favorevole al detentore della coppa, già importante per indirizzare la sfida (che non sarà però solo ristretta a loro due…).

 

Marco Odermatt: ha vinto gli ultimi due trofei di misura, con le cancellazioni finali che di certo non l’hanno svantaggiato, anche se nel caso del 2024/25 era ormai fatta nel confronto con il più giovane compagno di squadra. Il suo primo obiettivo in discesa è conquistare la Streif, ma ormai è competitivo su ogni pista, basti pensare a quanto “combinato” sulla Saslong e di nuovo a Wengen, che sono poi i due contesti dove sinora ha vinto.

E’ chiaro, in questa disciplina non è ancora dominante e il nuovo che avanza, in seno alla sua stessa squadra, fa paura.

 

Dominik Paris: sei volte sul podio finale, 5° nelle ultime due stagioni, “Domme” è uno dei più grandi discesisti della storia e il numero delle vittorie parla chiaro in tal senso, mai però è riuscito a conquistare questo trofeo e la stagione olimpica potrebbe rappresentare l’ultima occasione. Nella parte finale dell’inverno 2024/25 ha ritrovato completamente quel livello che, specialmente a Bormio, sembrava perso: ai Mondiali ha sfiorato la medaglia, a Kvitfjell ha dominato, pure in super-g si è rivisto un gran bel Paris. Sì, il jet della Val d’Ultimo può provare a giocarsela anche con gli svizzeri, di certo non aiuta il calendario in avvio con doppia discesa a Beaver Creek (e la Saslong a seguire, pur avendoci vinto nel 2023), dove non ha mai fatto bene.

 

Alexis Monney: l’anno scorso ha chiuso terzo, completando il podio tutto rossocrociato, e assieme a von Allmen è stato il vero “rivoluzionario” della discesa, attestandosi con costanza al vertice in ogni contesto. Si è preso la Stelvio, è stato beffato sul filo di lana sulla Streif, è una certezza per la solidità della sua sciata e una sensibilità davvero innata, degna del miglior Feuz al quale tutti lo paragonano.

 

Cameron Alexander: un potenziale enorme, ma un nuovo stop per il danno al crociato rimediato in prova ai Mondiali, dove avrebbe difeso il bronzo del 2023, lascia qualche incognita sul suo rientro anche se ha potuto svolgere il fondamentale camp estivo in Sudamerica. A podio tra Bormio e Kitz prima di farsi male, il canadese è davvero capace di tutto, pensiamo in primis alla gara olimpica…

 

Outsider e azzurri: già accennato il discorso su Kilde nell’ambito della generale, chiaramente per l’ex vice campione del mondo di specialità capiremo solo in corso d’opera quanto potrà fare in discesa, c’è un altro veterano come Vincent Kriechmayr che non abbiamo inserito in top 5, ma che nelle grandi classiche sarà lì a giocarsela pur avendo meno continuità, anche per qualche guaio fisico, rispetto al recente passato. James Crawford si è preso Kitzbuehel, è ancora discontinuo ma con una preparazione buona potrebbe presentarsi finalmente tirato a lucido da inizio stagione, a partire dal super-g di Copper; Justin Murisier ha vinto lo scorso anno a Beaver Creek indossando per la prima volta il pettorale rosso, poi ha avuto molti più bassi che alti e difficilmente potrà lottare più che per qualche podio, considerato pure che il vallesano deve sempre gestirsi dopo gli enormi problemi alle ginocchia accusati nell’arco della sua carriera.

E ancora Cochran-Siegle, che sarà molto più di una mina vagante specialmente nella gara olimpica di Bormio, Nils Allegre a guidare la Francia ancora priva di Sarrazin, Miha Hrobat che è diventata una bella certezza in casa slovena, e il rientro di Niels Hintermann che sarebbe bello vedere presto lassù.

Oltre a Paris, la nazionale italiana conterà principalmente su Mattia Casse, che ha chiuso con l’infortunio al gomito di Kvitfjell ma negli ultimi 3 anni ha raggiunto il livello per partire con chances quasi ad ogni gara, e sarà molto interessante vedere sin dove arriverà Florian Schieder e soprattutto Guglielmo Bosca e Giovanni Franzoni. Il milanese trapiantato in Valle d’Aosta ha sostanzialmente perso l’ultimo inverno per l’infortunio di Beaver Creek, il gardesano invece ha avuto l’opportunità di mostrare continuità ad alta quota, salendo di tono pure in discesa, e a 24 anni è pronto per dimostrare che può essere lui l’uomo del futuro per la velocità azzurra.

 

SUPER-G: CACCIA AL RE CHE CERCA IL POKER IN FILA, HAASER PUO’ ESPLODERE

 

Marco Odermatt: il fenomeno di Buochs va alla ricerca del poker consecutivo di trofei di specialità, nel 2024/25 ha trionfato in tre occasioni, a Beaver Creek, Kitzbuehel (sua prima volta) e Crans-Montana, oltre alla gemma mondiale per una prestazione difficile da dimenticare. Forse, è la disciplina dove ha dimostrato di avere ancora il più ampio margine sui rivali, anche se ogni super-g fa storia a sé: quella olimpica, dopo la delusione di Pechino, sarà ancora più importante ma è indubbio che, al di là dell’evento di Bormio, per questa coppa “Odi” parte in netto vantaggio su tutti.

 

Franjo Von Allmen: ha vinto a Wengen, ha regalato numeri folli anche in questa specialità e la sua competitività può essere totale, seppur con la necessità di imparare ancora qualche trucco su alcune piste, Beaver Creek in primis (Copper Mountain sarà nuova per tutti). Lo poniamo al secondo posto tra i favoriti, “innamorati” della sua fame e di quella velocità innata che può mostrare anche al di là della discesa, ma certo dovrà tenere a freno in qualche occasione il suo istinto perché il super-g è pure tattica… e il buon Franjo su questo fronte deve ancora migliorare.

 

Vincent Kriechmayr: è il maestro della disciplina, anche se è rimasto a secco nella passata stagione, in parte condizionata dall’infortunio di Wengen. Ha vinto nove gare in carriera e la coppa nel 2021, oltre al titolo mondiale di Cortina: magari non si prenderà rischi come alcuni rivali con picchi superiori, ma classe ed esperienza conteranno eccome in molti contesti per rimanere sempre lì, in piena lotta anche per il trofeo visto che la costanza è una dote che proprio non manca al veterano del Wunderteam.

 

Raphael Haaser: in casa austriaca, la seconda punta è il campione del mondo di gigante, che però proprio in super-g ha fatto vedere le cose più belle, vicinissimo alla vittoria anche a Kitz lo scorso inverno, direttamente al rientro dopo l’infortunio al ginocchio rimediato in Val d’Isère. Deve ancora sbloccarsi in CdM, ma è maturo e proprio il titolo iridato non può che aumentare la sua consapevolezza. L’incognita? Il cambio di materiali, altrimenti l’avremmo messo tranquillamente in top-3.

 

Fredrik Moeller: è partito fortissimo nella scorsa annata, ha vinto a Bormio poi l’infortunio, seppur non serissimo, patito a Wengen ha complicato di molto i suoi piani, rovinando in parte anche il Mondiale di Saalbach. Può diventare uno dei migliori specialisti in circolazione, anche se crede pure nel gigante e nella discesa: il classe 2000 norge può definitivamente esplodere, curiosissimi di vederlo all’opera.

 

Outsider e azzurri: Stefan Rogentin ha chiuso al 2° posto l’ultima Coppa del Mondo, ma tra infortuni vari dei rivali forse è stato un risultato al di sopra delle possibilità di un supergigantista comunque di alto profilo. Mattia Casse, che ha vinto per la prima volta domando la Saslong, è anch’egli lì nel nostro borsino vicinissimo alla zona top five, il piemontese ha perso le chances di podio lo scorso anno proprio per uno stop fisico, cadendo in prova a Kvitfjell. E l’Italia, badate bene, può davvero regalarsi grandi soddisfazioni da questa specialità perché Dominik Paris è tornato a gridare nella “sua” Kvitfjell, in top 10 della WCSL c’è anche “Gugu” Bosca, che ha difeso lo status da infortunato dopo aver chiuso il 2023/24 nella top 5 finale (col podio di Garmisch), e nei venti Giovanni Franzoni, che in termini di potenziale ha proprio nel super-g l’apice.

Altri nomi? Crawford, Monney, l’ultimo vincitore di una gara di coppa che è Lukas Feurstein, lo stesso Sejersted salito sul podio mondiale, “RCS” e due austriaci, ovvero Babinsky e l’emergente Eichberger. Insomma, di carne al fuoco in super-g ne abbiamo parecchia e ci sarebbe pure il ritorno di Kilde…

 

GIGANTE: ODERMATT FORZA 5, LA CRESCITA DI MEILLARD PER FERMARLO E PINHEIRO…

 

Marco Odermatt: nella disciplina madre, in caso di nuovo trionfo sarebbero ben cinque i trofei (uno dopo l’altro dal 2022 in poi), anche se nella passata stagione Odi ha vinto “solo” tre volte, sbloccandosi in Val d’Isère dopo l’avvio shock tra Soelden e Beaver Creek. Ha perso il confronto al Mondiale e nelle ultime due sfide di Hafjell e Sun Valley con uno scatenaro Meillard, ma i giochi a quel punto erano ormai fatti e ci aspettiamo che, sin dal Rettenbach dove ha vinto due volte, sia lui il riferimento con un buon margine.

 

Loic Meillard: secondo nella coppa di specialità dell’ultima annata agonistica, si è preso appunto le gare conclusive della stagione e, più in generale pensando anche ad Adelboden (quando perse la gara nelle ultime porte) e alla stessa sfida iridata di Saalbach o in altri contesti, in gigante ha davvero un livello eccezionale se libero da guai fisici, vedasi la schiena che gli fece saltare l’apertura del Rettenbach nel 2024. Questa volta sembra tutto ok e il nativo del Canton Neuchatel dovrà mettere qualche dubbio nella testa di Odermatt sin dal principio per sperare.

 

Lucas Pinheiro Braathen: potrebbe fare saltare il banco svizzero, forse è l’unico che ha il potenziale per insidiare Odermatt e Meillard già dal Rettenbach, che adora come poche piste al mondo. Dopo la stagione del rientro, che giocoforza si portava dietro qualche incognita, vuole la prima vittoria per il Brasile e a quel punto non fermarsi più: proprio nelle prime due gare dello scorso anno, Soelden e Beaver Creek, stupì il mondo con due piazzamenti favolosi visto il pettorale di partenza, ecco che lo start di stagione, considerato che difficilmente Odermatt concederà come nell’autunno 2024, sarà ancora più importante per “Pinheiro”.

 

Henrik Kristoffersen: va detto che dal 2022 ad oggi, tra le porte larghe ha vinto solo a Kranjska Gora (tre volte), ma resta un affidabilissimo specialista pur preferendo lo slalom, lo dice la sua storia ormai decennale a questi livelli. A Soelden, che non ha mai amato, fu 2° dodici mesi fa ma un risultato negativo domenica non sarebbe certo un campanello d’allarme: le sue gare arriveranno dalla Gran Risa in poi…

 

Alexander Steen Olsen: ha vinto due volte, a Soelden e nella notte di Schladming, pur difettando ancora un po’ in termini di continuità, il problema per il 24enne vichingo è il solito ginocchio tornato a fermarlo in questa pre season, tanto da rinunciare all’opening di Soelden. C’è tempo per rimettersi in sesto prima di Copper Mountain e Beaver Creek, lì capiremo se tutto sarà a posto o meno per lottare al vertice di una disciplina della quale è già riferimento.

 

Outsider e azzurri: Marco Schwarz tornerà quello pre infortunio in gigante? E’ una domanda lecita, va comunque considerato il carinziano almeno da lotta in zona top five o poco distante, così come i due norge Haugan e McGrath, anche se la disciplina di riferimento per loro è ancora lo slalom, possono fare paura praticamente ad ogni gara.

Alexis Pinturault farà solo giganti in questa nuova e ultima stagione post infortunio, la sua classe è infinita e il palmares altrettanto nella disciplina che più ha amato, vedremo se avrà qualche colpo di coda che cerca anche Joan Verdu, libero dai problemi al ginocchio che lo stopparono nel pre opening di un anno fa e che vuole regalare il primo storico successo al Principato di Andorra. Poi il campione del mondo Haaser, mai sul podio tra le porte larghe in coppa e che dovrà presto risalire la china in WCSL, un Kranjec deluso dallo scorso anno alla pari di Zubcic, ma i due veterani di Slovenia e Croazia non vanno sottovalutati sin dal Rettenbach, dove il vice campione olimpico ha colto tre podi.

Thomas Tumler ha vissuto l’inverno della consacrazione, con clamorosa vittoria a Beaver Creek e argento mondiale, mantenendo anche una gran costanza che non può certo allontanarlo nei pronostici per la stagione in arrivo, e Stefan Brennsteiner, forse sui livelli di Schwarz e Haaser, è un riferimento per l’Austria e tra l’altro, con l’assenza di Steen Olsen, partirà nei sette a Soelden.

L’Italgigante del nuovo coach Mauro Pini viaggia a tre punte: Luca De Aliprandini è tornato sul podio nella “sua” Adelboden, Vinatzer invece è calato nella seconda parte della scorsa stagione dopo il gran start tra Soelden e, in parte, l’Alta Badia, ma si punta anche a vedere il miglior Pippo Della Vite. Il bergamasco ha le qualità per avvicinarsi almeno ai migliori cinque, bisogna mettersi assieme tutti i pezzi e la fiducia sul piano mentale, nel suo caso anche perché parliamo ancora di un ragazzo abbastanza giovane (anche se a 24 anni bisogna… correre), sarà un fattore chiave che lo staff della nazionale deve curare al meglio.

 

SLALOM: GARANZIA HK94, NOEL VUOLE SCACCIARE LA MALEDIZIONE E I CANDIDATI SONO… TANTISSIMI

 

Henrik Kristoffersen: premesso che ribaltare le gerarchie dell’anno precedente è la cosa più semplice del mondo nell’attuale slalom, HK94 non può che essere il faro dopo la solidissima scorsa annata, condita dal quarto trofeo di specialità della carriera, dimenticando la delusione mondiale di Saalbach. La gara olimpica di Bormio può chiudere il cerchio di una carriera leggendaria, ma di calcoli verso febbraio ne farà ben pochi il fuoriclasse norge, che a Levi ha ricordi dolcissimi e poi passerà da Gurgl prima delle grandi classiche per cominciare a pensare alla difesa del suo trono.

 

Clément Noel: quarto a 4 punti dal 2° posto di Meillard, ancora una volta l’olimpionico ha visto svanire l’obiettivo della Coppa del Mondo. Basti pensare che ha vinto in 14 occasioni (ben 4 nella scorsa annata, condizionata dall’infortunio nel gigante di Val d’Isère) e non ha mai conquistato quel trofeo, ma rinunciando anche al gigante in maniera quasi definitiva, potrà concentrarsi al 100% per vincere questa benedetta sfera di cristallo. A 28 anni è arrivato il momento…

 

Timon Haugan: alla vigilia dello scorso inverno annunciò di voler vincere la coppa, non è andato certo troppo lontano da quel focus trionfando in Badia (con una gara a dir poco impressionante), a Schladming e nelle finali di Sun Valley, collezionando però qualche inciampo di troppo per sperare nel trofeo andato al compagno di squadra. Non vi è alcun dubbio che sia maturo per questo, ma la concorrenza è fortissima.

 

Loic Meillard: parliamo del campione del mondo in carica e dell’atleta che forse in assoluto è il più controllo. Difficile possa bucare una gara, la sua costanza può fare la differenza per prendersi la sua prima coppa che, di conseguenza, aiuterebbe eccome nella corsa alla generale. Altrettanto vero che i tanti impegni, specialmente se farà tutti i super-g, gli toglieranno qualcosa in termini di preparazione e brillantezza tra i rapid gates: ha l’esperienza alle spalle per gestire tutto, anche da questo si capirà se Loic potrà diventare un grandissimo.

 

Lucas Pinheiro Braathen: vicinissimo al ritorno alla vittoria, nella specialità che l’ha visto prendersi la Coppa del Mondo nel 2022/23, ad Adelboden e di nuovo sul podio tra Kitz e Hafjell, ha avuto bisogno di un inverno parzialmente di rodaggio per dimostrare di poter tornare ad essere padrone della situazione tra i rapid gates. Rientrato nel primo sotto gruppo, da Levi si giocherà le sue carte per ripetersi con il primo obiettivo, come naturalmente in gigante, di sbloccarsi per rendere tutto un po’ più semplice.

 

Outsider e azzurri: sono davvero tanti i nomi anche da successo finale, in primis Atle Lie Mcgrath, che a Wengen si è ripreso una vittoria che gli mancava da quasi 3 anni (con il grave infortunio dei Mondiali a Courchevel nel mezzo) e che ha una qualità fuori dal comune, ma dovrà avere molta più continuità. Daniel Yule ha cambiato materiale dopo una vita, vedremo se il veterano vallesano saprà tornare con costanza là davanti, come AJ Ginnis al rientro post infortunio e lo stesso Schwarz per tutto quanto sappiamo sul carinziano negli ultimi due anni.

L’Austria punta forte anche su Feller e Gstrein, ma ricordiamoci sempre di Linus Strasser, che sa vincere eccome, dei “cavalli pazzi” Steven Amiez e Kristoffer Jakobsen, oltre a Tanguy Nef che ha dimostrato una gran bella costanza.

Alex Vinatzer, con la sola perla della piazza d’onore sulla Ganslern di Kitz nel 2024/25, deve rientrare presto nei quindici e poi trovare finalmente quella base che lo renda più stabile, con la nazionale che attende il rientro di Tommy Sala, visto solo a Levi ormai un anno fa prima di rompersi il crociato e Senales, e un Kastlunger più concreto per avere qualche carta in più in una specialità dove, oggettivamente, in casa azzurra si sta facendo una fatica enorme tanto che la vittoria manca da quasi 9 anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Consensi sui social

SCARPONI, SCELTI DAI LETTORI

Prezzi Head raptor 60 bambino

MAXISPORT

HEAD - raptor 60 bambino

102 €

gli scarponi da sci head raptor 60 da bambino sono un prodotto con caratteristiche race pensato per i giovani sciatori di ottimo livello che cercano feeling e...