Anche Sinner è umano: ritiro nella finale di Cincinnati con Alcaraz, ora gli US Open per difendere titolo e n° 1

Anche Jannik Sinner è umano.

Dopo 26 partite consecutive vinte sul cemento, il n° 1 al mondo ha dovuto arrendersi ad uno stato febbrile per alzare bandiera bianca dopo poco più di 20 minuti nella finalissima del Masters 1000 di Cincinnati contro Carlos Alcaraz. Un gran peccato non aver potuto assistere ad una vera rivincita di Wimbledon e all’ennesima sfida su livelli colossali, nel torneo statunitense che vedeva Sinner difendere il titolo del 2024.

Prima volta da re nell’Ohio quindi per Alcaraz, il primo a consolare Jannik, costretto al ritiro quando si trovava sotto 5-0 nel punteggio in un primo set senza storia, e ora il classe 2003 spagnolo avrà la possibilità di tornare in vetta al ranking ATP, che Sinner comanda da giugno 2024, in caso di successo ai prossimi US Open (indipendentemente dal risultato dell’azzurro).

Sul cemento newyorkese di Flushing Meadows, il 24enne di Sesto Pusteria proverà a firmare il bis del 2024, rinunciando (come prevedibile dopo quanto accaduto con questo malessere accusato, confesserà Jannik, già nel giorno di vigilia della finale) al torneo di doppio misto al via già quest’oggi e al quale prenderà parte Alcaraz. “Ho bisogno di un paio di giorni per recuperare, gli US Open restano l’obiettivo principale di questa trasferta in America”, le parole di Sinner in conferenza stampa spiegando di volersi concentrare sul singolare, avendo una settimana di tempo per rimettersi in sesto.

Alla caccia del terzo Slam di stagione, il quinto della carriera. Per pareggiare il conto nei major con Carlos Alcaraz e salvare il numero 1.