Matteo Marsaglia: "La pista olimpica mi piace, arrivederci al 2017-2018"

Matteo Marsaglia: 'La pista olimpica mi piace, arrivederci al 2017-2018'
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Matteo Marsaglia: "La pista olimpica mi piace, arrivederci al 2017-2018"

Alla vigilia dell’operazione al ginocchio destro infortunato a Valle Nevado abbiamo sentito Matteo Marsaglia, reduce dall’ennesimo stop forzato della sua carriera.

Oggi Marsaglia, 31 anni compiuti lo scorso 5 ottobre, nativo di Roma e trapiantato a San Sicario, entra in clinica e domani, a più di due settimane e mezzo dalla caduta in Cile, finirà sotto i ferri: “Ho dovuto aspettare che il ginocchio si sgonfiasse e anche di avere meno dolore. Mi opererà il dottor Quaglia della clinica Fornaca di Torino ma prima mi faranno ulteriori controlli e l’ennesima risonanza magnetica, poi spero di venire dimesso sabato o domenica, quindi farò una settimana di riposo e poi comincerò il processo di recupero che in sei mesi dovrebbe riportarmi sugli sci. Ma non c’è fretta, voglio fare tutto con calma anche perché questa stagione ormai è andata e non c’è possibilità che io torni a gareggiare già a marzo”.

Appuntamento quindi alla stagione olimpica 2017-2018: “Ci arriverò preparandomi praticamente alla pari con i miei compagni di squadra. La pista olimpica di Jeongseon mi piace specialmente per quanto riguarda il superG, in discesa c’è poca pendenza per andare veloce, mentre mi sono trovato meglio nelle curve del superG, tanto è vero che lo scorso febbraio stavo facendo una bella gara ma poi sono caduto e mi sono fatto male anche lì. Spero che la tracciatura sia adatta a me e che le condizioni della neve siano buone”. Dunque il pensiero del ritiro che aveva confessato in un post su Facebook è definitivamente cancellato: “E’ stato solo nell’attimo in cui ero per terra ma poi è passato subito ed è tornata la voglia di ricominciare ancora tutto da capo come mi è capitato negli ultimi quattro anni in particolare”.

Infine, un accenno alla sua storia familiare e agonistica: “Non è stato facile trasferirsi da una città come Roma a un paese come San Sicario ma a me e ai miei fratelli minori Eugenio e Francesca piaceva sciare e abbiamo sciato sempre là, mai nel Lazio, perché mio padre è stato per 30 anni allenatore dello Sci Club San Sicario. All’inizio ci spostavamo poi, da quando avevo all’incirca 12 anni, per tre anni abbiamo fatto un quadrimestre scolastico a Roma e l’altro a San Sicario fino a quando, avevo all’incirca 15 anni, ci siamo trasferiti definitivamente in Piemonte. Io e i miei fratelli siamo molto attaccati reciprocamente perché inseguivamo insieme un sogno, io e Francesca lo abbiamo raggiunto e lo stiamo tuttora vivendo mentre mio fratello Eugenio ha preso un’altra strada ma è comunque sempre molto presente nelle nostre vite”.

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