A Madesimo si è tenuto il primo educational per la stampa organizzato dal collegio Guide Alpine della Lombardia con la collaborazione dell’Assessorato allo Sport di Regione Lombardia e il Consorzio Turistico di Madesimo. Presente anche il Presidente del Collegio dei Maestri di Sci della Lombardia.
Vivere la montagna in inverno significa immergersi in un ambiente bellissimo, naturale, emozionante ma soggetto ad eventi atmosferici che ne possono modificare le condizioni e la sicurezza. Chi affronta la montagna non deve mai dimenticare che si confronta con quello che viene definito “terreno d’avventura” cioè un ambiente che per definizione non è né circoscritto né totalmente controllato e che per questa ragione presenta dei pericoli oggettivi.
È verosimile credere che le attività svolte in montagna sulla neve siano completamente esenti da rischi? In verità no. In Montagna nessuno può garantire o avere la totale sicurezza, così come non si può prevedere con certezza il distacco delle valanghe. Questo però non vuol dire che i rischi non possano essere ridotti al minimo. Per farlo occorre essere preparati e affrontarli con criterio. Serve consapevolezza e conoscenza dei mezzi che si hanno a disposizione per l’autosoccorso: ARTVA, sonda e pala sono dotazioni indispensabili che bisogna avere sempre con sé quando si abbandonano le piste battute e soprattutto bisogna saperli usare nel modo corretto.
Si sente parlare molto spesso in modo negativo dei rischi legati al freeride o di quelli derivati dallo sci in neve fresca, ma se si guardano le statistiche si capisce che la maggioranza degli incidenti in montagna si verificano sulle piste battute. In verità esistono pericoli sia in pista che fuori pista, ma troppo spesso si tende a demonizzare lo sci fuori pista etichettando i freeriders come degli sciagurati che se la vanno a cercare. Certo è che la voglia di power spinge un numero sempre maggiore di sciatori ad allontanarsi dalle piste battute alla ricerca della polvere e di terreni incontaminati, solo che non sempre si affrontano i terreni d’avventura nel modo corretto e con le dovute precauzioni. Questo discorso va esteso a tutti coloro che affrontano la montagna invernale su terreni innevati non battuti, siano ciaspolatori, ghiacciatori, sciatori fuoripista, sciatori a bordo pista, o si muovano con motoslitte; tutte queste categorie possono definirsi incoscienti nel momento in cui affrontano queste attività senza la dovuta attrezzatura da autosoccorso. Va da sé, che possedere anche l'ultimo ritrovato tecnologico senza la capacità di utilizzo, senza nozione alcuna di ricerca in valanga non serve a nulla. Proprio per fare chiarezza su questi aspetti e per veicolare il messaggio in modo corretto a Madesimo si è tenuto il primo educational sui pericoli della montagna in inverno voluto dal Collegio delle Guide Alpine Lombardia e dalla Regione Lombardia reso possibile grazie al Consorzio Turistico di Madesimo. Un evento molto importante per le Guide Alpine e per i giornalisti dove, per la prima volta, si sono mossi dei passi in simbiosi per adoperarsi nella causa della sensibilizzazione alla sicurezza in montagna.
Cosa sono i pericoli della montagna invernale?
Il più eclatante e tragico è sicuramente è la valanga. Una massa si neve che cade a valle travolgendo ciò che incontra sulla sua strada. Non esiste una sola tipologia di valanga, ma mille variabili diverse e tantissime sono le cause per cui questo si verifica: temperature, consistenza della neve, tipo di pendio quantità di precipitazioni cadute sono solo alcuni dei fattori che possono contribuire alla formazione di una valanga.
Cos’è che spinge un numero sempre maggiore di sciatori a cercare neve fresca e incontaminata?
A questa domanda è facile rispondere: è la voglia di libertà, di immergersi nella natura e uscire dalla traccia degli altri. Il prezzo da pagare è potenzialmente altissimo: una valanga non è uno scherzo e si rischia la vita. È giusto allora impedire ogni attività fuori pista e demonizzare la montagna? Assolutamente no. La cosa corretta da fare è EDUCARE al giusto modo di vivere e affrontare la montagna in tutti i suoi aspetti.
Facciamo chiarezza: cosa significa freeride?
Nella pratica sciare "fuoripista" si traduce in un’occasionale uscita dal battuto di chi pratica lo sci di pista, molto spesso senza preparazione specifica e senza conoscenze in materia di sicurezza in montagna.
Il freeride, come ogni sport outdoor in ambiente "non protetto", è una disciplina cui ci si prepara adeguatamente sotto tutti i punti di vista con l’aiuto di professionisti.
Il morto per valanga fa notizia? Queste morti si possono evitare?
E’ tragico e cinico, ma come sempre fa più notizia un morto per valanga che tante notizie positive sulla montagna. Questo è un cancro della nostra informazione. Le morti possono essere evitare? Sicuramente alcuni eventi tragici possono essere evitati se si affrontasse la montagna con consapevolezza e preparazione, tuttavia non tutte le morti in montagna sono evitabili… alcune sono fatalità, disgrazie, altre fanno parte di quell’alea di rischio che gli alpinisti accettano, ma in ogni caso non va mai dimenticato che il rischio in montagna non è uguale a zero e questo vale per ogni attività sia freeride, alpinismo, arrampicata, sci in pista, ma anche per il semplice escursionismo della domenica.
La montagna è da sempre spazio di libertà, luogo di confronto, di esplorazione e di formazione personale. Ci si confronta con se stessi, con i propri limiti e con l’ambiente. Chiunque la frequenti lo sa.
La soluzione
Per evitare morti stupide e incidenti bisogna sempre di più diffondere la cultura della montagna. In questo le guide alpine possono essere dei preziosi maestri in quanto professionisti della montagna abituati a viverla e affrontarla con rispetto sempre in continuo aggiornamento. Non sono super uomini al di sopra di ogni pericolo, ma preziosi esempi da seguire e da cui imparare a comportarsi.
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