Niente sci in Vallaccia tra Bormio e Livigno, la sentenza è definitiva

Niente sci in Vallaccia tra Bormio e Livigno, la sentenza è definitiva
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Niente sci in Vallaccia tra Bormio e Livigno, la sentenza è definitiva

Arriva lo stop definitivo all’impianto di risalita “Vallaccia” nel Comune di Livigno che avrebbe avvicinato il versante del Mottolino a Bormio. La soddisfazione di Legambiente: “Dopo sette anni di ripetute sconfitte in tutte le sedi giudiziarie, esigiamo che il Comune adempia alla demolizione delle opere illecitamente realizzate”.

La Corte Suprema di Cassazione, interpellata dalla società Mottolino Spa, ha espresso parere negativo circa la realizzazione dell'impianto di risalita nella Vallaccia, in un sito, posto all'interno del Comune di Livigno, di interesse comunitario soggetto al rispetto sia dei vincoli paesaggistici che delle norme europee sulla tutela degli habitat più preziosi.

La Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla società Mottolina Spa, condannandola, contestualmente a rifondere tutte le spese di giudizio più oneri raddoppiati. Una decisione ferma dell'ultimo grado di giudizio, senza possibilità di ricorsi.  Tutto era iniziato con un sospensione dei lavori ordinata dal Tar nel 2015 su iniziativa di Legaambiente.

Soddisfatta Barbara Meggetto di Legambiente Lombardia: "Non ci sono più scuse: ora la Mottolino deve rimuovere immediatamente tutte le opere e le reti tecnologiche realizzate, e ripristinare lo stato naturale dei luoghi.  Quella della Suprema Corte è una stroncatura netta e chiara, e intima uno stop definitivo alle tattiche con cui Mottolino ha cercato in tutti questi anni, a partire dal 2014, di rinviare la demolizione. Ci aspettiamo che a questo punto sia il Comune, in caso di inadempienza della società, ad operare affinchè la legge sia rispettata e le sentenze vengano eseguite, e chiederemo alla Regione, attraverso la modifica del Piano Territoriale Regionale, di irrobustire le norme di tutela del Paesaggio anche in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026, per evitare ogni nuova aggressione agli ambienti protetti d'alta quota”.

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