Negli ultimi giorni la stazione sciistica Ischgl è divenuta ancora più nota per essere stata focolaio di contagio per mezza Europa. Le autorità locali sono sotto accusa per non aver preso anzitempo dei provvedimenti prima del 15 marzo, quando gli impianti di risalita, bar e ristoranti furono chiusi su ordinanza.
Martedì 24 Marzo 2020
Facendo un passo indietro, la questione avrebbe avuto inizio lo scorso 29 febbraio quando in Islanda sono state trovate positive 15 persone di ritorno dalla settimana bianca a Ischgl, alcune delle quali erano state in un bar, il Kizloch, dove il 7 marzo è risultato positivo un cameriere.
In questi giorni sono stati resi pubblici dei messaggi. Sembrerebbe che il 9 marzo il politico e imprenditore, Hörl, avrebbe mandato un sms al titolare del Kitzloch invitandolo a chiudere il locale per una settimana vista la presenza di un dipendente positivo al Covid-19. Il tutto per evitare l’anticipo della chiusura anticipata della stagione invernale a Ischgl e, di conseguenza, la chiusura anzitempo dell’après ski in questione. Quello stesso giorno, il 9 marzo, risultarono positivi altri 15 dipendenti del Kizloch. Motivo per cui in serata fu ordinata la chiusura del locale.
Si attende adesso una spiegazione da parte del governatore del Tirolo, Günther Platter, sullo scambio dei messaggi che dall’opposizione, rappresentata da Markus Abwerzger (estrema destra), è stato definito come uno “scandalo politico”.
Prima della chiusura anticipata della stagione invernale, infatti, le autorità sanitarie tirolesi avevano continuato a negare la possibilità di contagio a Ischgl nonostante le segnalazioni da parte delle autorità del Nord Europa.
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