Il direttore del circuito maschile ha parlato al Kurier: "Non può esserci obbligo vaccinale, andremo avanti con le stesse regole della scorsa stagione. Pechino 2022? E' un problema...".
L'annata 2020/21, la prima dopo lo scoppio della pandemia, che tra l'altro aveva già costretto ad interrompere quella precedente rovinandone il gran finale, è stata portata a casa riuscendo, con la rimodulazione del calendario e l'assenza di pubblico (ad eccezione degli slalom di Levi), a mantenere in calendario quasi tutte le gare, con la ferita della cancellazione dell'appuntamento di Wengen per i casi di Covid esplosi in quel difficilissimo mese di gennaio, quando la Coppa del Mondo maschile si è salvata “rifugiandosi” a Kitzbuehel.
Bisogna abituarsi ad una stagione invernale differente, ma quella 2021/22 sarà più vicina alla tradizione col ritorno del pubblico a bordo pista, almeno nella maggior parte dei casi e sperando che l'aumento dei casi nei vari paesi non porti a scelte differenti. Proprio la presenza degli spettatori e le complicazioni legate al mantenimento delle varie bolle, è ciò che preoccupa maggiormente Markus Waldner: il chief race director della Coppa del Mondo maschile (tra l'altro positivo al Covid a gennaio, dopo gli slalom di Flachau) ne ha parlato anche mercoledì scorso, in occasione dell'incontro con Aleksander Aamodt Kilde alla Baita Saslonch, per la premiazione del norvegese relativamente alle vittorie ottenute nella passata stagione in Val Gardena.
“E' stato fastidioso e complicato per tutti con i tamponi e i controlli costanti, ma era l'unico modo per arrivare sino ai Mondiali di Cortina – le parole di Waldner riportate dal “Kurier” - Proseguiremo con questa modalità anche per la prossima stagione, non ci può essere alcun obbligo di vaccinazione, ma chiaramente ogni paese può muoversi a suo piacimento. Ad esempio la Cina: con queste regole d'ingaggio (l'obbligo di quarantena, ndr), sarà un problema per le Olimpiadi”.
Il dirigente altoatesino ha aggiunto che “il pubblico è fondamentale per il nostro sport, ne prevedo una presenza limitata in base alle situazioni, ma sarà più complicata la gestione globale senza lockdown. Lo scorso inverno eravamo soli, le località hanno aperto gli impianti di risalita e gli hotel solo per noi del circuito, ad eccezione della Svizzera ed è proprio lì che ci sono stati problemi. Dovremo convivere con il turismo in montagna, ma è un bene perchè senza di esso non potremmo sopravvivere a due inverni in questa maniera”.
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