Luca De Aliprandini: "Cerco il primo podio e voglio giocarmi la medaglia ai Mondiali"

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Luca De Aliprandini: "Cerco il primo podio e voglio giocarmi la medaglia ai Mondiali"

Luca De Aliprandini, gigantista ventottenne della squadra azzurra, rappresenterà l’Italia ai Mondiali di Are. Un carattere forte e deciso, sicuro delle sue doti e qualità, se la giocherà per conquistare una medaglia e il primo podio della carriera.

Mancano pochi giorni ai Mondiali. Per te si tratta della prima volta. Cosa ti aspetti da questa rassegna?

Vorrei stare davanti con i migliori a giocarmi una medaglia. Dopo le prime gare dove ho fatto un po’ fatica, adesso mi sono ripreso. Ai Mondiali non si sa niente, tutto è possibile. Come l’anno scorso alle Olimpiadi: nessuno magari avrebbe scommesso su di me e invece stavo facendo una grande manche.

Sei sempre alla ricerca del primo podio. Cosa manca per il salto di qualità?

Mettere insieme tutti i tasselli, dall’allenamento al set up giusto. Ormai è fondamentale essere al 100% in tutto. A parte Marcel Hirscher, gli altri sono un po’ tutti lì davanti a rotazione in base appunto al set up giusto, se ti sei allenato bene, se sei in forma in quel momento. Bisogna mettere insieme un po’ tutto per riuscire a fare il primo podio.

Ai Mondiali di Are chi sono gli atleti da battere per avvicinarsi al podio?

Sicuramente Marcel Hirscher che è il più forte. Li ha vinti quasi tutti lui gli ultimi gigamti. Ho visto sciare molto bene Alexis Pinturault in slalom, quindi sono sicuro che è in forma. A Are la neve sarà diversa da quella che abbiamo trovato nelle gare sino adesso, è un bel punto di domanda capire chi dovrò battere.

Ti sei infortunato  prima dei Mondiali di Vail-Beaver Creek 2015 e prima dei Mondiali di Sankt Moritz 2017. Quest’anno si è infortunata Michelle Gisin, la tua fidanzata. Quanto è importante il suo supporto, considerando che anche lei è un’atleta, nelle tue gare?

Ci aiutiamo a vicenda, anche quando siamo a casa analizziamo insieme le gare e cerchiamo di capire cosa è andato bene e cosa no perché abbiamo un occhio da atleta. Michelle mi ha sempre aiutato tanto e credo di essere anch’io un supporto per lei. Ci diamo consigli. Non ci alleniamo quasi mai insieme sulla neve, ma durante l'estate facciamo insieme allenamento a secco e  Michelle ne ha giovato molto per ciò che concerne resistenza e forza.  

Come sta il fratello di Michelle, Marc Gisin, dopo la brutta caduta in Val Gardena?

Sta bene, adesso sta facendo la riabilitazione.

La sua caduta ha influito su di te e sulle tue gare a livello psicologico?

Su di me no. Chiaro che non ero più tanto tranquillo, ero un po’ stressato perché vedevo Michelle che ne soffriva molto e quindi indirettamente ne ho subìto anch’io. Però in gara no, anche perché dopo la sua caduta ho fatto le due gare migliori della stagione. Su Michelle ha avuto un altro impatto, molto duro, ha dovuto saltare delle gare e non si è più ripresa al 100%.

Sei a favore dell’uso dell’airbag?

È un tema dove non voglio entrare in merito perché non sono informato e non sono un discesista. Sinceramente non so fino a che punto aiuta e in quale momento può essere d’aiuto.

La squadra di gigante fa un po’ fatica a raggiungere buoni risultati. Quali sono i motivi secondo te?

Ci sono tante persone che parlano male contro la nostra squadra senza sapere i fatti reali. Anche i media e i giornalisti non ne parlano bene e spesso ci vengono contro.  Io sono partito che ero fuori dai 15 e adesso invece sono rientrato a farne parte.  Riccardo Tonetti era più o meno venticinquesimo nella classifica, adesso è a ridosso dei 15. Manfred Moelgg è un veterano, ha 36 anni. È bravissimo, però anche lui è umano e sbaglia. Non è più il Manfred degli anni della coppetta di slalom, ma è tutt’ora un grande sciatore con tantissima tecnica nonostante l’età. Nella squadra mancano i giovani, ma bisognava pensarci prima, circa cinque anni fa, quando c’era un altro direttore tecnico a cui non interessavano gli atleti di Coppa Europa.

Quali sono i tuoi obiettivi da ora sino a fine stagione?

Stare sempre nei dieci, anche nei cinque, e centrare il primo podio.

 

 

 

 

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