Prima in Puglia per l'evento Red Bull, ieri sera al Teatro Tirinnanzi per raccontarsi assieme a coach Agazzi e lo skiman Greppi, Sofia Goggia sta vivendo un'estate serena e di grande lavoro. Ecco i pensieri della campionessa olimpica, con un tuffo nel passato per arrivare al presente e al futuro che significa... Milano Cortina 2026.
Gli sci sono stati messi da parte per qualche mese, solo a settembre Sofia Goggia tornerà sulla neve direttamente con la lunga trasferta sudamericana, divisa tra Argentina e Cile.
L’ultimo week-end di giugno ha visto la fuoriclasse bergamasca protagonista al Red Bull Cliff Diving, l’evento del suo storico partner che, in quel di Polignano a Mare, porta le World Series dei tuffi dalle grandi altezze (che Sofia ha sperimentato… solo in parte) in Italia; intervistata dal “Corriere della Sera” proprio in occasione dell’appuntamento pugliese, l’olimpionica ha parlato della sua preparazione in questa fase, confermando di vivere un’estate davvero buona sul piano fisico e avendo “introdotto attività sul campo d’atletica e usando tanto anche i gradoni, ma anche un lavoro simile alla ginnastica acrobatica per concentrarsi su coordinazione, salti, fasi di volo ed equilibrio da ritrovare su ogni superficie”.
Nella giornata di martedì, invece, a Goggia è stata dedicata una serata, “Il sogno di Sofia”, in quel di Legnano con Dody Nicolussi, giornalista di Sky Sport, da intervistarla nel cuore del Teatro Tirinnanzi, assieme a coach Luca Agazzi e il fidatissimo skiman Barnaba Greppi. Interessante il racconto da dove tutto è partito, ovvero quel clamoroso 4° posto nel super-g mondiale della rassegna di Schladming 2013: “Avevo appena vinto la Coppa Europa di discesa, garantendomi il pettorale nominale per la successiva stagione di CdM nella specialità. Ricordo benissimo il momento della convocazione, avevo fatto poche apparizioni nel massimo circuito in gigante ed era quindi il mio vero debutto nella velocità; fu singolare che scegliessero me al posto di atlete già in coppa da tempo, ma che non avevano soddisfatto i criteri di qualificazione.
Quel giorno risultò super complicato coi vari rinvii per questa nuvola a metà pista che non si levava, siamo partite attorno alle 15.00 e poi la gara venne interrotta poco dopo di me (al numero 36 in maniera definitiva), che avevo il 33.
Non avevo alcun tipo di pressione e fino a tre quarti di gara ero lì a giocarmela, ma sul muro finale ho tirato una frenatona e la neve era pappa, mi sono comunque stupita un sacco di vedermi quarta (a 5 centesimi dal bronzo di Julia Mancuso, ndr)”.
Luca Agazzi e Barnaba Greppi lavoravano con Lara Gut in quel periodo e il tecnico, legnanese doc che ieri ha vissuto una serata ancora più speciale, ha raccontato così quel super-g tanto particolare: “Dopo i rinvii ogni 30 minuti, ricevemmo l’ultima chiamata alle 14.15 ma io avevo già messo lo zaino in spalla, convinto che non si sarebbe gareggiato in quelle condizioni, pioveva ancora e invece partimmo, con Lara che fu poi seconda dietro a Maze. E dopo le trenta, abbiamo visto partire questa ragazza e… abbiamo rischiato l’argento!”.
I campionati del mondo, anche se non è ancora arrivata una medaglia d’oro nelle rassegne iridate lungo 12 anni, hanno scandito la carriera di Sofia che, a Sankt Moritz 2017, è salita per la prima volta su un grande podio con il bronzo in gigante. “Era il mio primo Mondiale da sciatrice affermata, perché quell’inverno avevo fatto il salto di qualità e, da Killington in gigante a Lake Louise in discesa, sono poi arrivata al precedente record di podi a quota 13.
A Sankt Moritz arrivavo con chances di medaglia in tre discipline, ma il super-g l’ho toppato e in discesa ero in testa fino all’ultimo intermedio, ma sulla parabolica finale un po’ ghiacciata mi si sono incrociati gli sci e ho decelerato tantissimo in uscita. Poi la combinata, in testa dopo la discesa e fuori in slalom partendo per ultima, con il gigante che rappresentava l’ultima cartuccia.
Ero seconda dopo la 1^ manche alle spalle di Worley ed è arrivata una bellissima medaglia”.
Proprio tra le porte larghe, Goggia e Agazzi hanno deciso di ripartire negli ultimi anni “dopo essermi focalizzata sulla discesa in seguito a quel 2016/17 (con il trionfo olimpico del 2018 su tutti), anche perché col cambiamento dei materiali e i problemi fisici vari non sono riuscita ad adattarmi e rimanere competitiva. Ci ho sempre tenuto tanto per ritrovare un buon livello, come quello dello scorso anno”.
Da Soelden capiremo già, dopo un’estate finalmente senza intoppi pensando soprattutto al paragone con quella 2024, se questa Goggia potrà giocarsi qualcosa di bello anche in chiave Coppa del Mondo, al di là del grande obiettivo finale rappresentato dai Giochi di Milano Cortina 2026.
BOLLETTINO NEVE
LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
---|---|---|
Breuil-Cervinia | 5/15 | 20-120 cm |
Passo dello Stelvio | 4/5 | 50-200 cm |
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