Shiffrin torna sul "caso Semmering" e non si nasconde: "Questo slalom non è stato un buon esempio per il nostro sport"

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Shiffrin torna sul "caso Semmering" e non si nasconde: "Questo slalom non è stato un buon esempio per il nostro sport"

La leader di Coppa del Mondo si espone nuovamente spiegando nei dettagli quanto accaduto domenica, compresa la situazione legata alla modifica nel finale della 2^ manche. "Continuerò a parlare quando ci saranno rischi sul piano della sicurezza". Paula Moltzan aggiunge: "Serve da parte della FIS uno standard chiaro, nell'intero week-end le condizioni più estreme che abbia mai visto".

Il “caso Semmering” è ancora aperto, come giusto che sia, dopo quanto visto nell’ultima gara del 2025, lo slalom sulla “Panorama” letteralmente distrutta nella 1^ manche, con 39 uscite sulle 79 partenti e una tracciatura che ha scatenato polemiche, con le cose che sono andate un po’ meglio nella 2^, ma in generale uno spettacolo rimasto decisamente al di sotto degli standard che ci si attende dalla Coppa del Mondo.

C’è stata anche la particolare situazione della modifica alla figura finale della 2^ manche, avvenuta quando solo Mikaela Shiffrin e un altro paio di atlete erano ancora in pista per la ricognizione, proprio su segnalazione della leader del circuito, che poi andrà a vincere in rimonta davanti a Camille Rast e Lara Colturi.

Come spiegato poi da altri tecnici e atlete, è stato inviato a tutte un video per analizzare quella variazione, ma anche questo ha contribuito alla discussione del post gara, in particolare da parte svizzera. Ecco che la scorsa notte, a mezzo social, la stessa Shiffrin è tornata sul “caso Semmering” agendo nuovamente da riferimento del circo bianco, come già nell’immediato post gara (ma è stata l’unica ad esporsi subito in questa maniera, questo è sicuramente un tema), e oltre a complimentarsi in primis con Rast, che nelle sue dichiarazioni non ha certo appoggiato la chiara protesta di Mikaela, e Colturi (che ha applaudito su instagram il pensiero esposto dalla statunitense), ha sottolineato quanto segue.

“Questo sport è bellissimo, e la mia speranza è che tutti quelli che guardano possano sperimentare il lato delle gare di sci che tutti conosciamo e amiamo – ha scritto la vincitrice dei primi cinque slalom stagionali - Purtroppo la gara di domenica non è stata una buona rappresentazione del nostro sport.

Una combinazione di decisioni e preparazione superficiale durante la settimana ha portato ad un pendio molto instabile. La prima manche ha tenuto abbastanza bene per i primi pettorali, ma dopo il 15-20-30 il deterioramento è diventato estremo. È stato molto impegnativo completare il tracciato e ho parlato con diverse atlete, frustrate, scosse e persino spaventate al cancelletto, stando a ciò che stavano per affrontare.

La sicurezza era una delle principali preoccupazioni, il tasso di uscite è stato quasi del 50% - mi dicono che è il più alto dal 1999 - con 39 atlete su 79 che non hanno concluso la prima e un divario di qualificazione di sei secondi. Questo non riflette la bellezza delle gare di sci, o perché così tanti di noi amano e lavorano così duramente per questo sport.

Fortunatamente, non ci sono stati infortuni gravi ma in uno sport con così tante variabili incontrollabili, dobbiamo assicurarci che i tracciati siano il più possibile sicuri e giusti. Quarantaquattro DNF su due manche non è qualcosa di divertente, è brutale e onestamente difficile da guardare. Credo che noi atleti, federazioni, allenatori e la stessa FIS, si possa lavorare insieme per fare meglio in futuro.

L’aggiustamento della seconda manche è stato un altro esempio di situazione che è diventata reattiva piuttosto che proattiva. La modifica apportata dalla FIS era necessaria per la sicurezza, ma questo avrebbe dovuto essere affrontato prima di aprire l’ispezione - non mentre le atlete la stavano già facendo - il che ha portato a confusione, ritardo e domande sulla correttezza dell’operato.

Niente di tutto questo riguardava ottenere un vantaggio; avrebbe semplicemente dovuto essere fatto prima, così tutti potevano controllare la stessa tracciatura, corretta. Una cosa è certa: continuerò a parlare nelle situazioni in cui la sicurezza è a rischio, e spero che le conversazioni che seguiranno possano portare solo a miglioramenti costruttivi.

Grazie a tutti per il supporto, sto affrontando questa stagione una gara alla volta e stanno accadendo tante cose. Sono grata ogni giorno di poter vivere la bellezza di questo sport”.

Nella serata di ieri, si era espressa su instagram anche Paula Moltzan, reduce da due uscite pesanti in gigante (con tante ammaccature per il colpo subito cadendo nella 2^ manche) e poi nello stesso slalom, quando era di nuovo in buona posizione a metà gara, e la veterana statunitense è stata di un tenore simile alla connazionale. “Questo fine settimana ha portato ad affrontare alcune delle condizioni di gara più impegnative che abbia mai vissuto in Coppa del Mondo. A mio avviso, la FIS ha bisogno di uno standard più chiaro e coerente, in modo da avere una preparazione omogenea in ogni località.

Qui non si tratta solo di correttezza della gara, si tratta di proteggere la sicurezza degli atleti”.

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