L'olimpionica di discesa a Sochi 2014, ora commentatrice per RSI, ha passato il testimone all'azzurra 4 anni più tardi. Con una storia d'amicizia legata ad un episodio di 6 anni fa...
E' la storia di un rapporto speciale, quello tra due campionesse olimpiche di discesa che ha visto l'una passare il testimone all'altra, tramite un'amicizia nata da un episodio di 6 anni fa.
Dominique Gisin, commentatrice per RSI, ha intervistato Sofia Goggia in occasione della tappa di Sankt Moritz che ha poi visto l'azzurra ottenere la prima vittoria stagionale nel super-g sull'Engiadina. Una chiacchierata tra amiche, si può dire, da quando la svizzera (che due mesi dopo quell'episodio vinse l'oro olimpico ex-aequo con Tina Maze ai Giochi di Sochi) fece un gesto che Sofia non dimenticherà mai più.
“Mi ero appena rotta il ginocchio a Lake Louise, era il dicembre 2013, e sul volo di rientro con in tasca un biglietto di economy, ho visto Dominique, che conoscevo solo di fama, consegnarmi il suo posto in business class dicendomi che era giusto lo prendessi io”. Il racconto avvenne proprio in diretta tv su RSI, nel parterre di PyeongChang pochi minuti dopo la conquista del titolo più ambito da parte di Sofia, seguito da un commosso abbraccio tra le due campionesse.
L'intervista di... Natale, comincia con i ricordi della Sofia bambina che voleva emulare i miti dello sci azzurro. “Certo, il primo a cui pensi è Alberto Tomba, anche se io vedendola dal lato femminile ho sempre sognato di diventare come Deborah Compagnoni. E nel suo periodo, ho tanti frammenti delle imprese di Isolde Kostner, poi a seguire di Putzer e Karbon. Con Denise ho avuto il piacere di incrociarla alla fine della sua carriera, quando io mi sono avvicinata alla Coppa del Mondo”.
L'Italia sta vivendo un grande momento e secondo Goggia “il paese è tornato a seguire lo sci con grande passione proprio in questi anni, dopo quell'era magica. A livello femminile, io e Federica Brignone siamo i riferimenti, ma ovviamente anche gli uomini hanno fatto grandissime cose. Paris, Innerhofer che spero si riprenda presto, Fill che ha fatto cose leggendarie, ma forse a lui è sempre mancata quella parte carismatica con la quale Tomba conquistava la folla.
Ecco, all'italiano piacciono due cose: i campioni che vincono e sanno uscire anche dal proprio ruolo, ma anche vedere il leader che è in loro, il saper fare squadra e trainare il movimento”.
E alla domanda di Dominique se l'obiettivo di Sofia sia in qualche modo quello di emulare Albertone, la risposta è particolarmente significativa: “Per nulla, semplicemente io ho una discontinuità pazzesca in quanto lo sci, a mio avviso, è l'espressione del carattere di una persona. Ho picchi che forse nessuno può avere in Coppa del Mondo, e posso fare anche un week-end da 0 punti. Io sono così anche nella vita: pazzerella, selvaggia, coraggiosa. A volte scio perfettamente, a volte troppo controllata, non si sa mai cosa aspettarsi da me.
A volte sono piega di ego, altre mi comporto in maniera semplicissima e questa mia contraddizione mi fa sentire molto umana da chi mi guarda alla tv, questo è quel che percepisco”.
La provenienza da una famiglia che nulla aveva a che fare con lo sci, “è stata una fortuna per i mille aspetti positivi che mi hanno dato mamma e papà – dice Sofia – ma per certi versi non mi ha giocato nella preparazione della mia vita da atleta, con la mancanza di una certa cultura sportiva”.
E poi ancora la storia del diario personale: “Il giorno dopo la vittoria delle Olimpiadi, salendo la montagna, ho scritto cose che non ho mai fatto leggere a nessuno, le ho solo spedite con un messaggio vocale a mia madre. Ora ho un blog sul sito Red Bull, ma cerco sempre di proteggermi e tante cose di me stessa non amo raccontarle, non voglio darmi in pasto alla gente o alle stesse compagne di squadra”.
Cortina sarà nel destino di Sofia con i Mondiali 2021 e i Giochi del 2026, dopo una stagione come quella attuale che la bergamasca definisce “un po' strana visto che gli ultimi tre anni li avevo sempre vissuti con l'obiettivo di campionati del mondo e Olimpiadi. Tra l'altro io sono un paradosso vivente, perchè sono campionessa olimpica e non ho mai vinto un titolo italiano assoluto, pur avendo tantissimi argenti e bronzi. Vorrei tanto un titolo mondiale, poi in casa...
I Giochi di Milano-Cortina sono lontani e mi piacerebbe parteciparvi, ma dipenderà da mille fattori: di certo contribuire in piccola parte all'assegnazione, vivere quella magica atmosfera di team a Losanna è stata un'esperienza pazzesca. Uno dei ricordi più belli della mia vita”.
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