Il bis a Mont-Tremblant lancia Brignone a soli 5 punti dal pettorale rosso di gigante, ancora indossato da Gut-Behrami seconda e... furiosa. "Non si vedeva nulla, ho fatto all-in". le parole di Federica nel post gara.
I numeri non dicono tutto, anche se salire a quota 23 successi in Coppa del Mondo, uno in più di Sofia Goggia tra le plurivittoriose azzurre di sempre, non è banale come tanti altri nomi, ad esempio la doppia cifra di successi in gigante e tanto altro ancora.
Ma che a 33 anni Federica Brignone abbia ancora la fame, il coraggio e le capacità fisiche per mettere giù una manche come la seconda odierna, nel folle pomeriggio canadese di Mont-Tremblant, è ciò che più colpisce di questa campionessa che il mondo ci invidia.
Sembrava finita, probabilmente pure per il podio visto il secondo e 22 centesimi di ritardo dopo la prima manche, condizionata in maniera decisiva dall'errore commesso sul dosso, “incattivito” dalla tracciatura di Mauro Pini per la sua Petra Vlhova, che aveva fatto piantare Federica a metà tracciato. Poi tutto è cambiato, è arrivata la bufera per la seconda e tutto si è riaperto, perchè in queste condizioni la valdostana è unica, lo dice la sua storia pensando in primis a quei super-g vinti a Soldeu, nel 2016 (sua prima vittoria in quella specialità), e a Sochi nel 2020.
“Non ero sicurissima che questa fosse la mia prima doppietta nell'arco di 24 ore – le parole di Fede al microfono FIS di Giulia Candiago nell'immediato post gara – Nella seconda sono andata all-in, non si vedeva nulla e le condizioni erano davvero pessime. A Ushuaia abbiamo trovato situazioni del genere nel nostro mese di allenamento a settembre, è stato utile certamente. Il distacco a metà gara? Non bisogna mai mollare, solo pensare manche dopo manche e ringrazio ancora il pubblico, è stato fantastico per tutte”.
Ora sono appena 5 i punti da recuperare a Lara Gut-behrami, seconda a 33 centesimi nella battaglia sulla "Flying Mile", per provare a strappare il pettorale rosso alla ticinese. "Oggi sono davvero orgogliosa di me stessa - ha aggiunto la valdostana a fisi.org analizzando la sua prova - Nella seconda manche sono uscita dal cancelletto con la rabbia giusta dopo quella prima, ero convinta e ho provato a dare il massimo, evidentemente avevo il sole dentro di me.
Il coraggio in queste condizioni è molto importante e al tempo stesso avere coscienza di quello che si sta facendo e pensare a come sciare, perchè non vedi per terra. Occorre lavorare molto con la sensibilità, ricordare dove ti trovi in pista e anche se il tuo corpo può bloccarsi, devi cercare di andare controvoglia".
Slalom Gigante Femminile Tremblant (CAN)
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