"Grazie Laura, non dimenticheremo il tuo sorriso": dai Boe a Neuner, da Vlhova a Cologna, i ricordi per Dahlmeier

Furiosa rimonta vincente di Laura Dahlmeier con Dorothea Wierer 3^ nell'inseguimento di Ruhpolding!
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"Grazie Laura, non dimenticheremo il tuo sorriso": dai Boe a Neuner, da Vlhova a Cologna, i ricordi per Dahlmeier

Commovente l'abbraccio di tantissimi sportivi delle discipline invernali a poche ore dalla scomparsa della fuoriclasse bavarese: non c'è solo il mondo del biathlon a piangere Laura, ricordando quanto di buono ha fatto anche al di fuori delle piste. Reinhold Messner: "Era una delle migliori al mondo anche nell'alpinismo, purtroppo c'è sempre il rischio residuo".

Migliaia di messaggi, da ogni parte del mondo ricordando quel fantastico sorriso, quella campionessa straordinaria che, a soli 25 anni, decise di dire basta con il biathlon dopo aver già vinto tutto per dedicarsi ad altro, al suo primo vero grande amore che era l’alpinismo.

Laura Dahlmeier ci ha lasciati ieri, come da comunicazione ufficiale delle autorità, del suo management e della famiglia dopo l’incidente avvenuto lunedì, sulle montagne del Karakorum, nel cuore del Pakistan; scalando il Laila Peak, quando si trovava attorno a quota 5700 mt (a poco più di 300 mt di dislivello dalla vetta), la stella di Garmisch-Partenkirchen è stata colpita da una frana e, vista la difficoltà dei soccorsi sia per la pericolosità della zona che per il peggioramento delle condizioni meteo nelle ultime 48 ore, non è stato possibile recuperare il corpo. La stessa Laura, lo ricordiamo, aveva espresso la chiara volontà di non mettere in pericolo altre vite umane in casi come questo, da esperta alpinista qual era.

Il massiccio del Karakorum ospita quattro Ottomila, tra cui il mitico K2, e il Laila Peak è una delle scalate più toste per la sua ripidità su ogni versante e per l’esposizione; non solo, come dichiarato da alcuni esperti alla ZDF, attualmente sulla parete nord-ovest della montagna c’è solo un sottile strato di neve, visto il periodo con temperature torride sin da giugno e la totale, o quasi, assenza di precipitazioni nevose. Solo roccia, con la caduta dei massi che è risultata fatale a Dahlmeier, per la quale c’è l’ipotesi che sia morta sul colpo, mentre la compagna di cordata è rimasta illesa riuscendo a chiamare i soccorsi tornando al campo base.

Accennavamo ai ricordi, piovuti in primis dagli sportivi delle discipline invernali e naturalmente dal suo mondo, quello del biathlon: l’IBU naturalmente si è espressa parlando di Laura come “una delle più grandi atlete che abbiamo avuto, i nostri pensieri vanno alla famiglia e agli amici in questo momento così difficile, anche dopo il ritiro Laura ci ha insegnato a spingersi oltre i limiti e accettare le sfide, ispirando innumerevoli vite in tutto il mondo”.

Magdalena Neuner si era già espressa nei momenti post incidente sperando in un lieto fine, prima di postare ieri sui social un’immagine assieme a colei che ne ha ereditato il trono, riportando in Germania (e in Baviera) la Coppa del Mondo e ritirandosi, proprio come la leggendaria Lena, a soli 25 anni.

E poi Felix Loch, il mito dello slittino tedesco, l’ex compagna di squadra Miriam Neureuther, anch’essa di Garmisch come Laura, passando per le nostre Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi e Samuela Comola, con la valdostana che ha definito Dahlmeier “una vera ispirazione”. E ancora i fratelli Boe, che si sono appena ritirati, ma dal circo bianco dello sci alpino pure Viktoria Rebensburg (“sono incredula per la tua morte improvvisa, il tuo percorso di vita mi ha sempre colpita e non dimenticherò i nostri incontri, andando oltre lo sport, imparando e ridendo insieme”), un’altra campionessa olimpica della Germania della neve, Petra Vlhova o Alexis Pinturault.

Pure il team Red Bull-Bora Hansgrohe, tra le squadre più importanti del grande ciclismo, ha avuto un pensiero per la fuoriclasse bavarese, così come Dario Cologna, la superstar rossocrociata dello sci di fondo.

Se c’è un uomo che dell’alpinismo è stato simbolo diventato leggenda è Reinhold Messner, che a WDR ha dichiarato: “Laura era una delle migliori alpiniste al mondo, è certamente partita con la convinzione di essere all’altezza e che non sarebbe successo nulla. Ma sappiamo tutti bene che c’è sempre un rischio residuo, perché la natura è molto più forte di quanto possiamo immaginare, noi siamo solo esseri umani.

Commettiamo errori, anche se in questo caso non è stato così. Il pericolo che arriva dall’alto è uno dei più mortali nell’alpinismo, si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Mi dispiace moltissimo”.

Chiudiamo con il messaggio arrivato dal managemente di Laura Dahlmeier, tramite la famiglia per dare voce alle persone più care e vicine alla due volte campionessa olimpica: “Diciamo addio ad una persona meravigliosa, Laura ha arricchito la vita di molti, con i suoi modi caldi e sinceri. Ci ha dimostrato che vale la pena difendere i propri sogni e obiettivi e restare sempre fedeli a se stessi. Siamo grati di aver condiviso la nostra vita con te, cara Laura: quei momenti e quei ricordi ci danno la forza e il coraggio di continuare sulla nostra strada”.

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