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BUCO EFA: IL CASO DI SAPPADA NON E' L'UNICO. PROMOTUR?

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BUCO EFA: IL CASO DI SAPPADA NON E' L'UNICO. PROMOTUR?

Mercoledì 3 Novembre 2010Durata: 58 sec

Già da tempo il WWF aveva segnalato il carattere speculativo ed ambientalmente devastante degli interventi di Ge.tur sia a Lignano che a Sappada. Se i danni ambientali denunciati hanno suscitato, al solito, poco interesse nel mondo politico e dell'informazione, ben altro clamore sta avendo la notizia del buco finanziario che tali operazioni hanno generato: un buco finanziario che ha indotto la Curia di Udine a spedire a casa i vertici di Getur (e dell'Ente Friulano Assistenza, EFA, sovraordinato a Getur stessa) e che mette a rischio l'apertura degli impianti sciistici di Sappada, travolti da insolvenza. Impianti sappadini, peraltro, vittime di un collasso annunciato: Getur, infatti, li aveva rilevati dal Comune, nel 2004 (in cambio della promessa di poter realizzare centinaia di appartamenti) proprio mentre si trovavano sull'orlo al fallimento. Ricordiamo un tanto, perché il caso di Sappada, pure eclatante, non è certamente unico: le difficoltà di mercato ed ambientali che ormai incontra il sistema dello sci hanno fatto schizzare in alto l'onere di gestione degli impianti nonché l'onere -- anche ambientale - per la costruzione di nuove piste e di strutture off snow, che dovrebbero portare sulla neve segmenti di utenza di cui si va alla disperata ricerca. Né la strategia di supportare impianti e piste con la realizzazione di caterve di seconde case in quota pare compensare la caduta dei profitti del settore (mentre per contro apre problemi ambientali drammatici). E', d'altra parte, notizia recentissima che Promotur, con anni di bilanci in rosso e ambiziosi (e devastanti) piani industriali, aspramente contestati dagli ambientalisti anche per ragioni di natura economica, ha ormai raggiunto un livello di deficit che fa parlare addirittura di liquidazione della società. Il WWF sostiene, non certo da adesso, che alla politica competerebbe il compito non già di affrontare caso per caso la crisi in atto -- allargando le maglie edilizie qui, erogando finanziamenti lì - ma di fare un serio bilancio complessivo sull'entità dei costi e dei ricavidi un comparto che vive sul contributo pubblico: nessuno infatti ha sin qui risposto alla domanda su quanto costi il sistema Promotur e se riuscire -- al più -- a mantenere l'utenza dopo anni di ingentissimi investimenti e di deficit ripetuti rappresenti un risultato degno di tanti sacrifici, ambientali, tra l'altro. Nessuno risponde alla domanda se disboscare lo Zoncolan per realizzarvi l'usuale complesso edilizio ("tanto, non si tratta di area tutelata" dice il sindaco di Sutrio) onde drogare il numero di frequentatori delle piste, sia una pratica responsabile; se finanziare con denaro regionale comprensori concorrenziali, rispetto a quelli regionali della Promotur, come Nassfeld (magari infilando anche un bel po' di edificato sul passo), sia coerente con le politiche complessive di spesa. Vivere di spinte localistiche e di toppe ad una stoffa sdrucita è tipico di una economia assistita e predatoria proprio perché obsoleta: a quando studi indipendenti, discussione pubblica e conferenza regionale sul tema?

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