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Olimpiadi 2026: il progetto di Milano-Cortina

Olimpiadi 2026: il progetto di Milano-Cortina
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2018 Getty Images

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Olimpiadi 2026: il progetto di Milano-Cortina

Aspettando gli inviti formali del CIO che sono attesi per domani sera, analizziamo pro e contro delle tre candidate a ospitare i Giochi Invernali del 2026. Dopo aver presentato Stoccolma e Calgary, Milano e Cortina sono le protagoniste.

IL GIUDIZIO DEL CIO

"Milano e Cortina d'Ampezzo uniscono i vantaggi di una grande città europea e di una popolare regione montana delle Alpi italiane. La candidatura beneficia della forte storia, della tradizione e dell'esperienza degli sport invernali della regione, nonché dell'amore e della passione degli italiani per lo sport. Il progetto può anche sfruttare la forza economica e la prosperità della regione settentrionale italiana. Anche se la pianificazione è ancora in una fase iniziale, il progetto ha il potenziale per raggiungere gli obiettivi a lungo termine delle città e della regione in linea con l'Agenda Olimpica 2020

LA STORIA DEL PROGETTO

Più che uma storia si tratta di un instant book. Nell'estate del 2017, il presidente del CONI Giovanni Malagò lancia una possibile candidatura italiana per ospitare i Giochi del 2026 indicando Milano e la Lombardia come la sede più adatta. Si inizia a lavorare in questa direzione ma nove mesi dopo, nello scorso mese di marzo, vengono ufficializzati anche piani del comune di Torino e della regione Veneto con capofila Cortina d'Ampezzo, al punto che mentre il CONI informa il CIO dell'intenzione di proporre una candidatura italiana senza indicare la città, all'inizio di luglio in viale Tiziano si ritrovano tre studi di fattibilità pronti. Viene istituita una commissione di valutazione che propone all'assemblea del CONI una candidatura tripartita basata su un masterplan teso a minimizzare i costi e ad accontentare tutte le parti in causa. Le autorità locali mostrano la loro contrarietà al progetto al punto che il 18 settembre il sottosegretario con delega sullo sport Giorgetti dichiara morta la candidatura. Nei giorni seguenti emerge una proposta che, esclusa Torino, unisce Milano e Cortina e viene portata al CIO a fine settembre.

LE SEDI DI GARA

Il progetto Milano-Cortina è così fresco che non si hanno versioni ufficiali dei particolari a meno delle dichiarazioni piuttosto vaghe e generiche all'uscita, venerdì scorso, del primo incontro tra CONI e rappresentanti di Lombardia, Veneto, e i sindaci di Milano e Cortina. Non si può fare altro che fare alcune ipotesi correndo il rischio di essere smentiti in 24 ore.

I maggiori dubbi sono nell'ambito degli sport della neve; lo Sci Alpino dovrebbe essere ospitato nella totalità da Cortina, dove avranno luogo i Campionati Mondiali del 2021, anche se negli ultimi giorni si parla di una possibile collaborazione con Bormio. La scelta per Salto con gli Sci e Combinata Nordica è obbligata: si utilizzeranno il Trampolino di Predazzo e lo stadio di Tesero che potrebbe rappresentare anche la naturale sede delle gare di Fondo anche se già dallo studio della commissione di valutazione Santa Caterina Valfurva pare destinata a ospitarle in nome di un sostanziale equilibrio nel peso delle medaglie assegnate nelle due regioni. Nel lavoro per la candidatura Milano-Cortina potrebbe essere recuperata Anterselva, sede dei Campionati Mondiali del 2020, come venue per il Biathlon a suo tempo non considerata a favore della lombarda Valdidentro. Sicuri restano gli impianti temporanei di Livigno e Bormio per Freestyle e Snowboard.

Il restauro della pista Eugenio Monti di Cortina permetterà di ospitare le prove di Bob, Skeleton e Slittino e di ridare una sede al movimento italiano del budello mentre il pacchetto ampezzano si completa con il Curling.

E' sicuro che le altre discipline del ghiaccio avranno come sede Milano ma la destinazione degli impianti è ancora tutta da definire soprattutto in virtù del fatto che l'esclusione di Torino rende necessario una mega impianto (per dimensione) per ospitare il Pattinaggio di Velocità su pista lunga che era destinato all'Oval sabaudo. A questo punto il nuovo Palasport da costruire in zona Rogoredo a Santa Giulia, il Palaitalia, potrebbe ospitare queste gare mentre il sindaco di Milano, Sala, ha parlato ieri di tre impianti su cui lavorare. Il secondo dovrebbe essere il Palalido, in fase di ristrutturazione, per i tornei di Hockey mentre le necessità in termini di domanda da parte del pubblico porterebbe alla ristrutturazione del Forum di Assago per ospitare Pattinaggio di Figura e Short Track.

A Milano il Villaggio Olimpico, molto probabilmente nella zona dell'ex-scalo di Porta Romana, sarebbe in grado dopo i Giochi di essere utilizzato o per esigenze abitative o come campus universitario. Sembra scontato lo Stadio di San Siro come palcoscenico per la Cerimonia di Apertura mentre la Chiusura dovrebbe svolgersi in Veneto e una ipotesi molto suggestiva la vedrebbe all'Arena di Verona.

Siamo nel campo delle ipotesi ma sicuramente nei prossimi tre mesi tutto si chiarirà gioco forza.


PRO E CONTRO SECONDO GAMESBIDS

Robert Livingstone, il fondatore di Gamesbids.com (sito internet di riferimento per l'analisi delle candidature olimpiche) considera la candidatura di Milano-Cortina favorita nella lotta a tre. "L'Italia ha tradizione olimpica e ha le infrastrutture. Cortina ha ospitato i Giochi nel 1956 e anche se gli impianti devono essere rinnovati rappresentano una buona base di partenza mentre Milano ha tutto per ospitare gli eventi sul ghiaccio e nella regione vi sono località sciistiche. Non si dovrà investire molto e si troverà quella tradizionale atmosfera invernale che il CIO sta cercando, siamo in Europa ed è un altro grande fattore a favore".

Ma non sarà tutto così scontato; "la politica e la disorganizzazione sono diffusi e rendono le cose difficili. Le candidature di Roma per il 2020 e il 2024 sono naufragate perchè è venuto a mancare il supporto politico. E ancora non sappiamo se il CIO accetterà una candidatura che non ha il supporto finanziario del governo centrale. Vi sono tanti, troppi punti interrogativi e esiste la possibilità che la candidatura non sopravviva".

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