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Il caso della pista di bob a Cortina è senza fine: nessuno si fa avanti per la costruzione visti i tempi ristretti

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Olimpiadiil caso

Il caso della pista di bob a Cortina è senza fine: nessuno si fa avanti per la costruzione visti i tempi ristretti

La situazione più problematica legata ai Giochi Olimpici 2026 è tutt'altro che risolta: non sono arrivate offerte alla scadenza del 20 settembre per la procedura negoziata in merito all'appalto di costruzione.

Poco più di 800 giorni per la costruzione, appena 450 circa per metterla a disposizione del CIO.

Sembra una corsa ormai disperata quella relativa alla pista di bob che ospiterà, o meglio dovrebbe ospitare, le gare olimpiche dei Giochi di Milano Cortina 2026, con l'appuntamento per le sfide del budello nella conca ampezzana.

Dopo le ipotesi Innsbruck e Sankt Moritz, le mille voci e polemiche al riguardo, un'altra scadenza è stata superata con un nulla di fatto: parliamo dei termini fissati al 20 settembre, come annunciato dalla stess Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina 2026), per la presentazione delle offerte nella procedura negoziata per l'appalto di costruzione della pista di Cortina.

Emerge, come ha riportato “Il Fatto Quotidiano” che sta seguendo da tempo la vicenda con vari approfondimenti, che si starebbe lavorando all'ipotesi legata ai colossi dell'edilizia italiana, ma è chiaro che i tempi sono drammaticamente ristretti, per non parlare dei costi già aumentati a dismisura.

Il commissario straordinario del governo, Luigivalerio Sant'Andrea, è chiamato a guidare una situazione intricatissima, con l'impianto che dovrà essere pronto (senza copertura) entro il 15 novembre 2024, visto che solo in quell'inverno si potrà procedere ai collaudi e all'omologazione tra gennaio e febbraio 2025. A 3 mesi dai Giochi Olimpici, nel novembre 2025, servirà il completamento con tribune, centro stampa, strade di accesso e alloggi vari.

Neppure WeBuild, impegnata con il governo e il ministro alle infrastrutture Matteo Salvini nel progetto del Ponte di Messina, pare intenzionata ad impegnarsi in una “mission impossible”.

Nel frattempo, Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, ha annunciato un esposto: “Lo invieremo all'Autorità nazionale anticorruzione per chiedere verifiche sulla regolarità delle procedure di affidamento dei lavori di costruzione della pista di bob a Cortina, un'opera inutile e devastante. Vogliamo sapere, in particolare, se sussistano le condizioni per l'applicazione dell'articolo 32 della Direttiva appalti, quello che prevede la procedura negoziata senza bando. Proprio la procedura degli inviti mirati è stata seguita dal commissario straordinario Sant'Andrea, dopo che la prima gara d'appalto è andata deserta.

A nostro avviso, invece, era necessario un nuovo avviso esplorativo nel rispetto della trasparenza e a garanzia della concorrenza e perciò chiediamo ad Anac di intervenire”. Un'interrogazione parlamentare è stata presentata anche dai Cinquestelle, con il deputato Enrico Cappelletti e la senatrice Barbara Guidolin, che chiedono lumi sull'abbattimento di ettari di bosco, sul costo complessivo finale del nuovo sliding centre e se sia stata valutata l'offerta dell'amministrazione di Innsbruck, scartata sia dal ministro dello sport, Andrea Abodi, che dal numero 1 del CONI, Giovanni Malagò.

Sempre in tema di dinamiche ambientali legate alla situazione della pista di bob, domenica 24 settembre è annunciata a Cortina una manifestazione di protesta contro il progetto di utilizzare 7 ettari e mezzo di bosco ai piedi delle Tofane, con uno sconvolgimento ambientale a due passi dal centro del paese. E' organizzata dal gruppo Cortina Bene Comune e ha già raccolto l'adesione di numerose associazioni che qualche giorno fa, dopo un incontro a Milano con Fondazione, hanno annunciato di abbandonare i tavoli di discussione, vista l'inutilità nell'affrontare i temi ambientali.

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