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Sport sulla neve: in caso di collisione cosa succede?

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Sport sulla neve: in caso di collisione cosa succede?

Durante una gara chi decide qual è il limite oltre il quale un atleta non deve spingersi? Dove finisce il naturale e giusto comportamento agonistico finalizzato al raggiungimento del risultato e dove, invece, si incomincia a ravvisare un comportamento illecito che potrebbe portare ad un obbligo di risarcimento? E ancora, di chi è la responsabilità se durante un evento sportivo qualcuno dei partecipanti provoca lesioni gravi o gravissime a un altro concorrente o a uno spettatore?

Sono tutte domande lecite e che non hanno una risposta così immediata. Naturalmente esiste differenza tra lo sport praticato a livello agonistico e quello praticato a livello amatoriale, inoltre, ogni federazione stila un suo codice di comportamento con norme di massima da applicare durante le competizioni.

Ma volendo fare un’analisi più attenta è possibile affermare che, in teoria, il principio del neminem ledere (non nuocere a nessuno) in ambito sportivo va di pari passo con il concetto di accettazione del rischio da parte degli atleti.  E’ chiaro che nelle discipline in cui è previsto il contatto fisico l’accettazione del rischio di scontri-infortuni è ancora più marcato, ma ci sono discipline, come lo sci ad esempio, che seppur individuali comportino comunque una certa assunzione di rischi da parte di chi le pratica. La teoria dell’assunzione del rischio muove dal principio che ciascun atleta dal momento che si avvicina a uno sport si assume su di sé in maniera consapevole il rischio che quella disciplina comporta per il solo fatto di essere praticata. Questa assunzione di rischio non è tuttavia incondizionata, ma è sempre subordinata al rispetto delle regole tecniche e di sicurezza date dallo svolgimento dell’attività.

Tralasciando per un attimo lo sport agonistico, cosa succede se lo scontro durante l’attività si verifica in pista tra sciatori non agonisti? Si tratta di un’ipotesi assolutamente reale, che può capitare e a cui non sempre si è preparati. In caso di collisione in pista tra sciatori L’art 19 della legge nazionale sulla sicurezza in montagna prevede sostanzialmente un concorso di colpa. La norma recita così: ”Nel caso di scontro tra sciatori, si presume fino a prova contraria, che ciascuno di essi abbia concorso ugualmente a produrre gli eventuali danni”.
Questo significa che ogni sciatore, in caso di scontro, se non vuole essere ritenuto in ugual misura responsabile del danno, deve riuscire a fornire la prova contraria cioè la sua estraneità e di conseguenza la prova a discarico è totalmente lasciata sulle spalle degli sciatori coinvolti che, come quasi sempre accade, si trovano, di fatto, nell’impossibilità di scagionarsi. La disposizione del concorso di colpa in caso di scontro sulle piste da sci è stata mutuata da quella prevista nel Codice Civile in materia di circolazione di veicoli, ma il legislatore forse non ha tenuto conto che mentre i rilievi e i segni di incidente sull’asfalto sono facilmente deducibili, le tracce lasciate e le dinamiche di uno scontro sulla neve sono praticamente impossibili da ricostruire. La presenza massiccia delle forze dell’ordine sulle piste da sci in questo può aiutare perché, oltre a prestare il primo soccorso, sono spesso anche i primi testimoni oculari della dinamica degli incidenti.

Non è raro che si ricorra ai tribunali per dirimere controversie e cercare risarcimenti a seguito di incidenti sugli sci. Recentemente la giurisprudenza ha evidenziato una forma di responsabilità contrattuale che nasce da un contratto atipico: lo SKIPASS. Una volta acquistato il biglietto che da accesso agli impianti, lo sciatore, dietro pagamento di un corrispettivo, è libero di utilizzare le piste e il gestore dell’impianto di risalita è ritenuto responsabile delle piste servite dallo stesso con conseguente obbligo alla manutenzione in sicurezza. Se non adempie a tale obbligo il gestore degli impianti è ritenuto responsabile per inadempienza contrattuale sempre che l’eventuale danno sia dipeso da questa violazione e non invece a caso fortuito, imprudenza o imperizia dello sciatore.

Ipotizziamo che lo scontro sia avvenuto. A questo punto come ci si deve comportare?

1) chiamare immediatamente i soccorsi, avvalendosi anche dell’aiuto delle persone addette agli impianti. Il soccorso piste per prima cosa verificherà le condizioni di salute e la gravità delle lesioni predisponendo un eventuale trasporto del ferito al più vicino centro di pronto soccorso.

2) in caso di collisione tra sciatori cercare di individuare tutti i soggetti coinvolti. E’ obbligatorio fermarsi e prestare aiuto se le persone interessate nello scontro risultassero ferite. L’omissione di soccorso è punita dalla legge.

3) descrivere in modo scrupoloso la dinamica dello scontro alle forze di polizia intervenute, come se i trattasse di un incidente stradale. Eventualmente fotografare o filmare il luogo dell’incidente e le tracce sulla neve, se visibili, prima che spariscano completamente. Procuratevi un verbale delle forze dell'ordine se sono intervenute.

Tutte queste condotte sono indispensabili perché, in caso di accertamento giudiziario e richiesta di risarcimento danni a seguito di un incidente, si dovrà dimostrare che la propria condotta non è stata lesiva. Se si è responsabili di danni cagionati a sé o agli altri come ci si può tutelare? Qui si apre il farraginoso e complicato mondo delle assicurazioni.

In prima istanza sarà il medico legale a stabilire l’entità dei danni riportati e a convertire in euro la somma di risarcimento che vi spetta. Se dall’infortunio deriva anche un periodo di malattia e convalescenza la richiesta di risarcimento può farsi entro 5 anni dal fatto lesivo prima che ci sia la prescrizione. Se avete individuato il responsabile ed è assicurato, siate stati fortunati, in caso contrario si può arrivare davanti al giudice che con sentenza obbligherà il responsabile al risarcimento, ma le cose si fanno molto più complicate ...

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