Inverno 2023/2024 nel mondo, i dati del Rapporto internazionale sul turismo della neve fotografano un settore in buona salute

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Davide Franchi

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Inverno 2023/2024 nel mondo, i dati del Rapporto internazionale sul turismo della neve fotografano un settore in buona salute

Presentato nelle scorse settimane il rapporto annuale redatto dal consulente svizzero Laurent Vanat, che ha analizzato l’andamento della stagione invernale 2023/2024 in tutto il mondo. Particolarmente positive le performance dell’Italia: la stagione 2023/2024 è stata la migliore di sempre superando i livelli pre-covid.

“Nonostante l’atmosfera generale che sembra essere più sfavorevole, l’industria sciistica sta ancora andando bene, con più di 366 milioni di giorni di sci in tutto il mondo. Le presenze medie mondiali nelle stazioni sciistiche per i 3 anni post-covid-19 sono state superiori alla frequenza media degli anni pre-covid-19 dall'inizio del secolo.” Questa la sintesi introduttiva del Rapporto Internazionale sulla Neve e il Turismo di Montagna presentato nelle scorse settimane da Laurent Vanat, consulente svizzero che ne cura la redazione, ormai giunta alla sua diciassettesima edizione.

Il rapporto evidenzia che “sebbene i cambiamenti climatici potranno avere un effetto di lungo periodo sul funzionamento di alcune stazioni sciistiche, al momento non sembra riscontrarsi un impatto sostanziale sul traffico globale di sciatori”. L’influenza negativa dei cambiamenti climatici sulle condizioni di innevamento è controbilanciata dall’effetto positivo sulle condizioni di soleggiamento: “Se c'è abbastanza neve, una giornata di sole motiverà gli sciatori a sciare lungo le piste, e i record di presenze giornaliere in alcune località lo dimostrano ancora”.  In questo contesto sono particolarmente favorite le località che hanno saputo dotarsi di efficienti sistemi di innevamento programmato che, in assenza di innevamento naturale, consentono di ridurre il rischio di inattività degli impianti e di massimizzare l’affluenza nelle numerose giornate soleggiate che contraddistinguono i periodi avari di precipitazioni.

Il limitato impatto del cambiamento climatico sulle presenze di sciatori è favorito dal fatto che il 73% delle visite è concentrata nel 12% dei resort sciistici mondiali. La chiusura o la limitata affluenza per mancanza di neve in alcune piccole stazioni, pur presentando rilevanti impatti microeconomici sulle comunità locali coinvolte, non presenta effetti rilevanti nel quadro macroeconomico mondiale.

Anche se in numero ridotto, nuovi comprensori sciistici stanno ancora apparendo in tutto il mondo, controbilanciando la chiusura di alcune piccole località.

La stagione 2023/2024 ha evidenziato che anche in mercati maturi è ancora possibile registrare una crescita di presenze e, in alcuni casi, stagioni record come nel caso di Cile e Italia. Con oltre 30 milioni di giornate di sci, la stagione sciistica 2023/2024 è stata, almeno negli ultimi vent’anni, la migliore nel nostro Paese. Un risultato che dà seguito ai risultati della stagione 2022/2023, in cui già era stato superato il record storico di presenze pre-covid. I principali punti di forza del mercato italiano sono sintetizzabili in impianti di innevamento capillarmente diffusi e più efficienti che nei vicini paesi alpini, tariffe competitive e un’offerta ricettiva di qualità. Il nostro Paese è l’unico, all’interno dell’arco alpino, che ha mostrato nelle ultime stagioni una crescita decisa e costante stabilendo nuovi record di presenze. Francia e Austria, pur presentando in valore assoluto un numero di presenze superiori all’Italia, non sono ancora tornate ai loro livelli pre-covid. La Svizzera, dopo una lunga fase di declino, è entrata in una fase di stagnazione, con limitate oscillazioni di presenze, che perdura ormai da un decennio.

A livello globale vengono definite positive le performance della stagione anche in Russia, nei Paesi Scandinavi e negli Stati Uniti. Questi ultimi, con oltre 60 milioni di sciatori sulle proprie piste rappresentano il leader mondiale di presenze, precedendo Francia, Austria, Italia e Giappone. Gli Stati Uniti rappresentano anche il mercato estero in maggior crescita per i paesi alpini, con un forte incremento rispetto al periodo pre-covid.

Tra i mercati emergenti, in Cina, le presenze hanno ripreso a crescere con una nuova stagione record ed è stata ormai raggiunta la Svizzera al sesto posto assoluto di presenze mondiali.

Tra i mercati tradizionali si segnala invece una stagione difficoltosa con presenze in calo per Germania e Giappone.

Tra i principali temi strategici di sviluppo futuro delle stazioni sciistiche Vanat rileva che sempre più comprensori sciistici si stanno preparando attivamente al cambiamento climatico, migliorando la gestione della neve, limitando il proprio impatto ambientale e investendo nella sostenibilità. In contrasto a ciò viene invece rilevato che il percorso di digitalizzazione delle stazioni sciistiche non ha ancora espresso le sue piene potenzialità. Il servizio offerto con maggiore frequenza sui siti internet delle località sciistiche è l’acquisto dello skipass, disponibile in poco meno dell’80% delle destinazioni mondiali. La percentuale di comprensori che offrono un’esperienza di prenotazioni online completamente digitalizzata, comprendente alloggi, lezioni e noleggio sci, attività ricreative collaterali e trasporto dall’aeroporto è tuttavia molto ridotta.

Nella seguente immagine, tratta dal Rapporto Internazionale realizzato da Laurent Vanat, si evidenziano le visite di sciatori nei primi 10 paesi mondiali per affluenza.

 

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