Studio dell’Università di Torino: piste da sci e biodiversità, una risorsa inattesa per gli uccelli alpini

Studio dell’Università di Torino: piste da sci e biodiversità, una risorsa inattesa per gli uccelli alpini
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Davide Franchi

TurismoAmbiente

Studio dell’Università di Torino: piste da sci e biodiversità, una risorsa inattesa per gli uccelli alpini

Secondo uno studio del Bird Lab dell'Università di Torino, guidato dal dottor Riccardo Alba, le piste da sci delle Alpi italiane, spesso criticate per il loro impatto ambientale, potrebbero offrire un'insolita risorsa ecologica poiché rappresentano fonte di foraggiamento per gli uccelli alpini.

Secondo la ricerca, in tarda primavera alcune specie di uccelli prediligono le aree dove il manto nevoso artificiale si scioglie. In queste fasce di transizione tra neve e suolo, i ricercatori hanno osservato la presenza di almeno 17 specie, attive proprio in una fase critica dell'anno, quella che precede la stagione riproduttiva. Il fenomeno si deve al compattamento della neve e all'uso di innevamento artificiale, che rallenta lo scioglimento rispetto agli habitat naturali circostanti, ricreando microambienti simili a quelli delle chiazze residue di neve in quota.

In particolare, fin dagli anni Sessanta, diversi studi hanno analizzato il cosiddetto fenomeno della ricaduta sulla neve degli insetti artropodi: quando gli insetti volanti atterrano sulla superficie della neve, diventano moribondi e costituiscono una preda facile e abbondante per gli uccelli. I ricercatori hanno iniziato a osservare gli uccelli di montagna che si nutrono di neve, ipotizzando che le macchie di neve potessero servire come fonte di cibo a causa di questa ricaduta. In anni più recenti alcuni studi hanno inoltre messo in luce la maggior concentrazione di alcune larve di insetti ai margini delle chiazze di neve.

Lo Studio dell’Università di Torino, svolto sulle piste da sci del comprensorio della Via Lattea, ha dato riscontri particolarmente positivi nelle aree a quote intermedie, probabilmente per via della maggior disponibilità e rilevabilità di prede ai margini dei tracciati innevati.

In conclusione, lo studio evidenzia che le piste da sci, in determinate condizioni, possono fornire habitat di foraggiamento per gli uccelli alpini. Tuttavia, i costi ecologici dei comprensori sciistici non possono essere ignorati e, adottando pratiche di gestione più sostenibili, le stazioni sciistiche potrebbero mitigare il loro impatto ambientale,  contribuendo alla conservazione della biodiversità montana. Questi sforzi dovranno essere parte di una più ampia strategia di adattamento che tenga conto degli impatti dei cambiamenti climatici e delle mutazioni dell’uso del suolo negli ecosistemi montani. “Solo attraverso tali approcci integrati – conclude lo Studio - sarà possibile garantire la sopravvivenza a lungo termine delle comunità di uccelli di montagna e degli ecosistemi in cui abitano”.

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