La “Temporada” 2014? Sarà molto nevosa!

Nevados de Chillan durante le nevicate del 2011
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Paolo Ciotti

Sud America

La “Temporada” 2014? Sarà molto nevosa!

Tutti i modelli previsori meteo a lungo termine pronosticano precipitazioni nevose decisamente superiori alla media sulla Cordigliera di Cile ed Argentina per l’inverno australe imminente,  grazie all’influenza del “El Niño”, il noto fenomeno climatico periodico che si verifica nell'Oceano Pacifico, riscaldando le sue acque e di conseguenza aumentando l’umidità marina e quindi le precipitazioni sulle Ande.

Ricardo Villalba - direttore dell’Istituto Argentino di Nivologia, Glaciologia e Scienza Ambientale - spiega che l’ultimo episodio di Niño particolarmente forte risale al 1997 e fu il più intenso del XX secolo. In quell’anno le precipitazioni nevose sulle montagne sudamericane e quindi sulle stazioni sciistiche furono mediamente il doppio di quelle normali. Anche se per questo 2014 il Niño non arriverà ai medesimi altissimi livelli di magnitudine, dovrebbe essere il più intenso degli ultimi 10 anni.
 
Le prime nevicate, specie alle quote più alte, ci sono già verificate fin dall’inizio di maggio e rientrano nella assoluta normalità climatica; il meglio quindi deve ancora arrivare.
 
Ma quali sono le stazioni sciistiche normalmente più nevose del SudAmerica? Difficile rispondere, anche perché, nonostante l’ubicazione delle stesse sparsa in un raggio territoriale enorme, di oltre 2000km da nord a sud la nevosità media è spesso, durante i 2 mesi più invernali (luglio e agosto), abbastanza simile ovunque ed eventuali differenze anche notevoli di accumuli medi sono poi compensati da diversi tassi di umidità e temperature medie che riportano i livelli di neve al suolo a cifre difficilmente difformi.  Generalmente solo le stazioni sciistiche argentine più ad est nella Cordigliera possono risentire negli inverni più secchi, facendo più fatica i fronti precipitativi, che provengono da ovest (dall’Oceano Pacifico, appunto), a sfondare del tutto verso le montagne più orientali.
 
Sicuramente cambia, da zona a zona, la qualità della neve: nelle stazioni più settentrionali, alla latitudine delle Capitali Buenos Aires e Santiago (la stessa dell’isola di Malta, per dare un’idea più nostrana) è generalmente molto secca e veloce, la famosa neve “polvo”, sciisticamente eccellente, che rimane tale grazie a lunghi regimi di alta pressione con bassa umidità ad alta quota, anche se con l’avanzare della primavera solitamente l’innevamento soffre più che altrove.  Sulla Patagonia Settentrionale (a latitudini da Appennino centro-meridionale) nevica maggiormente ma il manto è mediamente più umido, dovuto ad una maggiore variabilità climatica e ai tanti grandi laghi presenti; scendendo verso sud, a latitudini più alpine, la neve torna “polvo”, grazie all’assenza di laghi della zona e alla Cordigliera più bassa che consente l’arrivo di venti più freddi e secchi.
Arrivando poi in Terra del Fuoco, dove d’inverno lo zero termico arriva a livello del mare, nevicate incluse, la neve è mediamente compatta e secca grazie all’aria antartica che guadagna facilmente l’area, raramente alterata dall’umidità del mare, che, ricordiamolo, è davvero dietro l’angolo.. della seggiovia!
 
Insomma, a chi non sono bastati i metri caduti sulle nostre Alpi durante l’ultimo inverno potrà ora saziarsi sulla Cordigliera! E se vorrà, lo potrà fare con noi!
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