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Il Canada limita gli allenamenti in pista per evitare l'insorgere dell'emicrania

Il Canada limita gli allenamenti in pista per evitare l'insorgere dell'emicrania
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Getty Images

Skeleton

Il Canada limita gli allenamenti in pista per evitare l'insorgere dell'emicrania

Duff Gibson, capo-allenatore della squadra canadese di skeleton, ha deciso di limitare il numero di discese giornaliere per gli atleti che nel corso della propria carriera hanno subito traumi all'altezza del cranio. La decisione è scaturita a seguito dei recenti infortuni che hanno colpito Sarah Reid e Mellisa Hollingsworth.

"Non ci sono prove scientifiche in merito" ha spiegato il tecnico al quotidiano Brendon Sun, "ma sono convinto che un numero troppo elevato di discese comporti la formazione di un fastidioso mal di testa che si manifesta con più facilità nei confronti di quegli atleti che nel corso della carriera hanno subito un trauma in quella zona del corpo."

La squadra canadese negli ultimi anni è stata pesantemente colpita da questa tipologia di infortunio. Alcune atlete come Darla Deschamps, moglie del campione olimpico John Montgomery, e Amy Gough, in seguito a questi traumi hanno dovuto porre fine anticipatamente alla propria carriera agonistica.

Anche le due punte di diamante del team Canada, Sarah Reid e Mellisa Hollingsworth, non sono state esenti da infortuni di questo tipo nel corso della propria carriera, anche se nella passata stagione i problemi di mal di testa si sono manifestati anche in assenza di impatti violenti a livello del casco.

Reid in particolare è stata costretta a disertare l'ultimo appuntamento stagionale subito dopo le prove, proprio per l'insorgere del fastidioso mal di testa, "Non ho colpito alcuna parte della pista con la testa, ma il tracciato era piuttosto sconnesso e ho effettuato molte discese. Subito dopo ho iniziato a non sentirmi bene e così non ho preso parte alla gara" ha commentato la skelettonista.

Lo skeleton è uno sport dove il corpo umano è fortemente soggetto all'azione della forza di gravità che si manifesta prevalentemente a livello della testa e del collo degli atleti. Inoltre, la testa è la parte del corpo che per prima subisce l'urto violento in caso di errore da parte del concorrente. "Il mento a volte può strisciare sul ghiaccio e se si affronta una curva con una traiettoria sbagliata il carico della forza di gravità può essere decisamente elevato. Noi atleti questa forza che costantemente ci schiaccia la faccia la chiamiamo non a caso Mike Tyson" ha aggiunto Darla Deschamps.

Mellisa Hollingsworth è convinta di essersi giocata la medaglia olimpica di Vancouver 2010 proprio per le troppe discese effettuate alla vigilia dell'evento olimpico, "La quantità di prove sulla pista di Whistler è stata incredibile. Non sapevamo che testare troppo il budello avrebbe comportato queste conseguenze fisiche". La trentatreenne canadese ha anche ammesso di aver nuovamente sofferto di problemi di mal di testa in questo inizio stagionale, ma al momento non pensa assolutamente al ritiro.

Duff Gibson, allo stesso quotidianom ha dichiarato che la federazione canadese sta cercando una soluzione scientifica a questo tipo di problema. All'interno del casco degli atleti canadesi, durante le prove è stato inserito un accelerometro che consente di vericare nel dettaglio l'intensità delle forze che si manifestano sul corpo degli skelettonisti nei vari tracciati. Con questo strumento forse si potrebbe trovare la ragione di questi malanni fisici.

Al momento l'unica soluzione adottata dal Canada si chiama prevenzione, per questo i canadesi in novembre negli ultimi test ufficiali sul budello di Sochi effettueranno solamente tre tornate giornaliere di prova, "Quando siamo andati a Sochi per la prima volta, la pista era veramente rovinata e parecchi atleti erano contrariati dal tipo di fondo", ha spiegato Gibson, "ma molte altre nazionali ha comunque voluto gareggiare, evidentemente i propri atleti non hanno ancora subito gli stessi danni fisici che invece hanno patito i nostri."

Il capo-allenatore dei canadesi, ha comunque trovato un sistema diverso di preparazione dell'evento olimpico. Gibson è convinto che i propri ragazzi riusciranno a memorizzare al meglio i segreti della pista russa semplicemente guardando ripetutamente le discese degli altri atleti. "Sono sicuro che a Sochi faremo bene anche se eviteremo di testare la pista cinque volte al giorno" ha concluso il tecnico.

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