Torino in ritiro a casa Thoeni, Re Gustavo si racconta: "Tomba-Sinner, che fenomeni. Rimpianti? Quel centesimo di Kitz..."

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Torino in ritiro a casa Thoeni, Re Gustavo si racconta: "Tomba-Sinner, che fenomeni. Rimpianti? Quel centesimo di Kitz..."

I granata di Baroni hanno lavorato sino allo scorso week-end a Prato allo Stelvio, il campionissimo di Trafoi è andato a trovarli e il "Corriere di Torino" l'ha intervistato. Ne sono usciti ricordi e raffronti interessanti: "Albertone? Lo sento ancora spesso, non è stato tutto facile quando lo allenavo ma i rapporti sono buonissimi".

Il Torino ha preparato la prossima Serie A al fresco di Prato allo Stelvio, ai piedi del gigante dove è cresciuto il mito che è stato simbolo della “Valanga Azzurra”.

Gustavo Thoeni, che da Trafoi in un lampo è andato a vedersi qualche allenamento della squadra guidata dal nuovo mister Marco Baroni, è stato così intercettato dai colleghi del “Corriere di Torino” e, al netto delle considerazioni sulla compagine granata (“non capita tutti i giorni di vedere da vicino una squadra così forte, per me che ho fatto anche l’allenatore è stato davvero bello e interessante”), il quattro volte vincitore della Coppa del Mondo si è raccontato parlando di vari temi, dopo essere stato accolto dal club in vari momenti della giornata di venerdì scorso, poco prima della conclusione del raduno.

“Non sono un grande intenditore di calcio, ai tempi del collegio giocavo spesso, ma c’era solo un cortile con la sabbia e anche lì dovevo fare lo slalom, però fra le piante – ha spiegato Re Gustavo tornando sul mondo del pallone – Mi hanno colpito la velocità dei passaggi e la preparazione atletica dei portieri. Non ho una squadra del cuore, anche se mi ha appassionato molto la cavalcata del Sudtirol fino alla Serie B”.

Da allenatore nessun consiglio a mister Baroni: “Ci mancherebbe, io ho allenato gli sciatori, è molto diverso perché in una squadra di calcio ci sono 30 ragazzi da gestire, mentre io con Alberto Tomba avevo un rapporto diretto ed esclusivo. Abbiamo parlato di montagna, Marco è un grande appassionato e va spesso in Val Pusteria, anche se col mestiere che fa non ha tutto il tempo libero che vorrebbe.

Tomba? Ho solo bei ricordi, anche se ci sono state delle difficoltà: abbiamo caratteri diversi, mi sono adeguato alle sue esigenze, ma alla fine ci siamo trovati bene e oggi ci sentiamo ancora spesso. Lui aveva un grande talento e il mio compito era quello di garantirgli la possibilità di allenarsi nel modo giusto. I risultati ci sono stati, evidentemente lui è stato bravissimo e anche il metodo che ho usato si è rivelato giusto”.

Paragoni Tomba-Sinner in termini di impatto sui rispettivi sport? Beh, è più che calzante: “Sono due fuoriclasse, ma per notorietà credo che Sinner abbia già superato Alberto – la risposta di Thoeni - Il tennis in questo momento ha una visibilità superiore e quando sciava lui non c’erano i mezzi di comunicazione che ci sono oggi. Ho incontrato Jannik al Galà dello Sport dell’Alto Adige, ma è stato subito assalito dai tifosi. Abbiamo scambiato solo poche parole”.

Settantaquattro anni portati divinamente, sappiamo tutti bene che al leggendario campione di Trafoi piace rimanere lontano dai riflettori, anche se in occasione del cinquantenario dalla nascita della Valanga Azzurra, Gustavo ha avuto piacere a rivivere, in occasione di più eventi e assieme agli ex compagni di squadra, quei magici anni ’70. Prima di rituffarsi nell’albergo di famiglia e nelle escursioni accompagnando i turisti. “Rimpianti per la mia carriera? Ho fatto tutto quello che dovevo, mi spiace solo non aver mai vinto la discesa di Kitzbuehel, nel 1975 mi mancò solo un centesimo da Klammer (ma nel tempio tirolese, Gustavo trionfò due volte in combinata, ndr).

Quell’episodio mi ha reso molto famoso, quindi non posso lamentarmi!”.

Re Gustavo non potrà mai lasciare lo Stelvio: “È la mia montagna, il posto dove sono nato e dove vivevano i miei bisnonni e dove vivono figlie e nipoti ora. È casa. Avere avuto il Torino in zona è motivo di orgoglio e, ovviamente, un’ottima vetrina turistica per Prato e per tutta la zona. Qui c’è davvero tanta gente che segue la squadra, alberghi e ristoranti sono pieni. Ho parlato con i ragazzi dello staff e mi sembra che si siano trovati bene, quindi speriamo che il Toro ritorni anche l’anno prossimo”.

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