Da Zurigo la FIS per la sicurezza: "Serve l'omologazione per le piste di allenamento". Buechel: "Basta parole, ora i fatti"

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Da Zurigo la FIS per la sicurezza: "Serve l'omologazione per le piste di allenamento". Buechel: "Basta parole, ora i fatti"

Le prime comunicazioni dai meeting autunnali in corso a Zurigo, il presidente Eliasch: "La sicurezza degli atleti è la nostra priorità numero uno". Il campione del Liechtenstein dice la sua: "E' la Federazione Internazionale che deve assumersi la maggior parte dell'onere finanziario per operare con località e federazioni sulle piste di allenamento".

“La sicurezza degli atleti è la nostra priorità numero uno, non c’è nulla che le si avvicini minimamente. L’ecosistema che circonda gli sport di élite è complesso, dipendente da molti fattori e stakeholder, ma se c’è un’organizzazione che può fare da apripista quando si tratta di mettere la sicurezza al primo posto, questa è la FIS. È nostro dovere farlo”.

Parole di Johan Eliasch, nel corso del meeting autunnale che la Federazione Internazionale organizza tradizionalmente a Zurigo; dalle ultime riunioni, oltre al commento del presidente dell’organo di governo anche del grande sci, nell’occhio del ciclone dopo la scomparsa di Matteo Franzoso, emerge una nuova comunicazione da parte del Consiglio FIS che ha “posto la sicurezza degli atleti al centro dell’agenda, sottolineando l’importanza di stabilire linee guida chiare e coerenti per tutte le Federazioni Nazionali di Sci.

Queste fungeranno da quadro comune per l’intera comunità dello sci e dello snowboard, tra cui l’omologazione delle piste di allenamento per garantire condizioni sicure e appropriate. Regolamentazione degli standard delle attrezzature di sicurezza e dei protocolli di sicurezza per proteggere gli atleti a ogni livello, ma anche maggiore formazione e consapevolezza sulle responsabilità in materia di sicurezza in tutto lo sport.

Il Consiglio si è impegnato a rafforzare tutte le strutture e i protocolli necessari a supportare la missione della FIS di proteggere la salute e il benessere degli atleti”.

Marco Buechel, che di esperienza nel circo bianco ne ha accumulata ad ogni livello, ha detto la sua nella giornata di ieri in riferimento alla lettera aperta che la stessa FIS aveva pubblicato la scorsa settimana (puoi leggere QUI la notizia): “La tragica morte di Matteo Franzoso ci ricorda in maniera dolorosa come lo sci è passato da essere uno sport pericoloso a sport estremo – l’analisi del campione che ha portato in cima al mondo i colori del Liechtenstein - La vostra lettera aperta non è più sufficiente, le parole non salvano vite.

Gli atleti e la comunità dello sci chiedono azioni concrete, un chiaro e immediato step da parte della FIS per aiutare le località sciistiche e le Federazioni ad aumentare i livelli di sicurezza nelle parti più pericolose delle piste e limitare l’utilizzo dei siti di allenamento. Credo sia necessario che sia proprio la FIS a finanziare questo per una parte che vada dal 50 all’80%, il resto toccherà a località coinvolte e Federazioni.

Non è complicato, ci vogliono leadership, coraggio e responsabilità: ogni stagione che passa senza queste azioni mette mette più vite in pericolo. E’ il momento di passare dalle parole ai fatti”.

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