A quattro giorni dalla morte di Matteo Franzoso, la FIS si espone: "Solo tutti assieme possiamo migliorare la sicurezza"

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Gabriele Facciotti

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A quattro giorni dalla morte di Matteo Franzoso, la FIS si espone: "Solo tutti assieme possiamo migliorare la sicurezza"

Lettera aperta pubblicata quest'oggi dalla Federazione Internazionale, riguardo il tema più delicato e importante del circo bianco: "Condizioni di allenamento sicure? Serve innanzitutto consapevolezza e un impegno dell'intera comunità dello sci, stiamo lavorando continuamente e ampliando i dialoghi".

Sono trascorsi quasi quattro giorni dalla notizia della morte di Matteo Franzoso (i cui funerali verranno officiati nella giornata di martedì, QUI puoi leggere la notizia), emerge la voce della FIS sul tema sicurezza che gli atleti in primis, praticamente in coro, hanno messo sul tavolo dopo quanto di drammatico accaduto sabato scorso a La Parva.

Una lettera aperta che vi riportiamo integralmente, pubblicata questa mattina dall’organo che comanda la maggior parte delle discipline invernali nel mondo. “La Federazione Internazionale è profondamente addolorata per la tragica scomparsa dello sciatore italiano Matteo Franzoso, avvenuta in seguito a una caduta durante un allenamento in Cile. I nostri più sentiti pensieri sono rivolti alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi compagni di squadra e all'intera comunità sciistica italiana, in lutto per questa devastante perdita.

Momenti come questo mettono in luce i rischi profondi che sono parte integrante del nostro sport. Ci ricordano anche la responsabilità condivisa che tutti noi - atleti, allenatori, organizzatori, associazioni e organi di governo - abbiamo di fare tutto il possibile per ridurre tali rischi. Una cosa è chiara: la ricerca della performance non deve mai eclissare la priorità della sicurezza. Non è possibile eliminare i pericoli intrinseci dello sci alpino, ma ascoltando, sensibilizzando e promuovendo un dialogo che porti all’azione collettiva possiamo mitigarne i rischi.

Tuttavia, insieme alle Federazioni Nazionali di Sci, ai Comitati Organizzatori Locali, agli allenatori, ai partner e, soprattutto, agli atleti stessi, dobbiamo identificare dove i rischi sono maggiori, affrontare le sfide sistemiche e sostenere una cultura in cui la sicurezza è parte integrante di ogni decisione.

Condizioni di allenamento sicure e la salvaguardia delle competizioni richiedono non solo consapevolezza, ma anche un impegno fermo e collettivo da parte dell’intera comunità dello sci. Solo agendo insieme possiamo creare le condizioni affinché la sicurezza non venga compromessa.

Attraverso l’Unità Salute Atleti (AHU), la FIS sta rafforzando un approccio scientifico e sistematico al benessere degli atleti, che continuerà ad ampliarsi in profondità e portata in stretta collaborazione con i nostri partner. In questo ambito, stiamo perseguendo lo stato dell’arte dell’innovazione con airbag e attacchi a sgancio elettronico, nonché tecnologie per caschi in grado di resistere a impatti multipli. Nelle prossime settimane la FIS intensificherà ulteriormente il dialogo con i propri stakeholder, sempre con un unico principio guida: il benessere e la sicurezza degli atleti devono venire prima di tutto”.

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