"Una forte immaginazione crea l'evento, è il mantra della mia vita": a tutta Goggia nell'intervista a Sky Sport

Foto di Redazione
Info foto

Pentaphoto

Sci Alpinol'intervista

"Una forte immaginazione crea l'evento, è il mantra della mia vita": a tutta Goggia nell'intervista a Sky Sport

Sofia si è raccontata nel nuovo episodio di "Federico Buffa Talks", dagli episodi iconici della sua carriera al grande obiettivo dei Giochi nella sua Cortina, alla gestione della sua anima ("mi sono sentita tante volte sola, pur sapendo di avere molte persone che mi amano") e gli infortuni. "Non sono mai stati un caso".

Sky Sport ha dedicato a Sofia Goggia un approfondimento, in prima visione questa sera proprio pochi giorni dopo il trionfo in Val d’Isère che ha “stappato” la stagione olimpica della fuoriclasse bergamasca, decisamente interessante per capire sempre più in profondità lo spirito di una campionessa che si appresta a vivere le ultime settimane di avvicinamento all’ultimo, vero grande obiettivo della carriera (anche se Sofia ha già promesso che andrà avanti, almeno sino ai Mondiali di Crans-Montana 2027), i Giochi Olimpici sulle nevi di casa.

Una puntata, quella di “Federico Buffa Talks”, interamente dedicata a Sofia che si è raccontata a Buffa e al direttore di Sky Sport, Federico Ferri. Non si poteva che partire dalle sfide ai Giochi, con l’oro di PyeongChang seguito dal “miracolo di Pechino” (riassunto anche da Sky in un documentario sui 23 giorni dall’infortunio al ginocchio, avvenuto proprio a Cortina, all’argento nella discesa a cinque cerchi dell’ultima edizione olimpica). “Come atleta sai bene che se fallisci ai Giochi, la volta successiva sarà dopo quattro anni e lo sci è uno sport che presenta tantissime variabili – spiega Goggia sul significato di un evento come quello olimpico - Per fortuna io ho già fatto due edizioni e le condizioni in cui è stata disputata la discesa sono state sempre molto omogenee, ma basta davvero un soffio di vento per cambiare tutto”.

“Se il maestro di tennis fosse stato più convincente di quello che ho avuto nello sci, Nicola che ha sempre visto qualcosa in me, probabilmente avrei perseguito quella strada - ha raccontato Sofia riferendosi alla sua competitività già alla prima volta con la racchetta in mano facendo 30 palleggi – Così, da Foppolo siamo partiti, in un luogo che aveva poco da offrire ma sapendo che dentro di noi avevamo tutto”.

Tra i tanti infortuni capitati a Sofia (“non sono mai stati un caso”), quello di Sankt Moritz 2022, con la mano rotta nella prima discesa, conclusa al 2° posto per la doppietta azzurra con Elena Curtoni, per poi vincere il giorno successivo, è rimasto nell’immaginario. “Quelle 24 ore sono state veramente un cinema, dall’elicottero preso a Chiavenna lasciando la macchina in un campo per andare a Milano, alla necessità di atterrare a Lecco perché c’era nebbia, passando per l’aiutante del signor Armani che è venuto a prenderci con una Bentley verde – racconta ancora divertita l’olimpionica – L’intervento chirurgico, in anestesia totale, durò 1h40’ e l’entourage di Armani aveva organizzato anche il ritorno.

Mi hanno però chiesto se volessi salutarlo e a quel punto, pur nelle mie condizioni terribili, mi sono detta di salire in casa sua e presentarmi, mentre lui con la sua pura classe era con una tuta di velluto, con la mano sanguinante e un sorriso sotto l’effetto dell’anestesia, il cappellino storto e un pile rubato alla clinica La Madonnina”.

Su quell’episodio, Sofia svela che il dt Rulfi “mi aveva mandato un vocale, che però ho ascoltato solo alle 23.00 una volta già rientrata a Sankt Moritz, dicendomi che non voleva assolutamente facessi la gara. Coach Agazzi e il mio skiman Babi (Barnaba Greppi, ndr) gli avevano però già ricordato che, se fossi stata bene, sarei scesa in pista eccome”.

La Birds of Prey di Beaver Creek ha visto Goggia trionfare in super-g, dopo il 2° posto in discesa, all’inizio della stagione 2024/25 in un contesto speciale visto che principalmente su quella pista tostissima gareggiano solo gli uomini. “E per la prima volta nella mia carriera ho visto ragazze piangere in ricognizione, anche perché fatta alle 8.00 del mattino quando un pendio del genere fa ancora più paura.

Ho vinto il super-g e posso dire che, dal momento in cui ho tolto la piastra al piede (nel corso dell’estate 2024 che ha preceduto quell’opening di velocità, ndr), ho pensato di volere la foto con l’aquila che viene consegnata al vincitore. Era il mio obiettivo, l’avevo scritto perché credo tantissimo nella visualizzazione di quello che vogliamo ottenere. Una forte immaginazione crea l’evento, è il mantra della mia vita”.

Sulle sue caratteristiche da discesista, la bergamasca sottolinea come “io non sia una sciatrice prettamente tecnica come tante altre, ma la mia forza è sempre stata quella di riuscire a spingere le curve e tenere linee più tese con l’incremento della velocità. La differenza, nelle mie discese migliori, l’ho sempre fatta quando la velocità è veramente alta e riesco a tenere i miei sci con le quote giuste”.

Se il suo sportivo preferito è Gregorio Paltrinieri, il tema della solitudine è importante nei pensieri di Sofia: “Naturalmente quella al cancelletto la vedono tutti, ma è più difficile da gestire quella che vivi negli hotel in giro per il mondo. Una condizione che mi ha spaventata e fatto riflettere è quella di vivere la dicotomia tra la gara andata bene e la folla che ti accerchia e ti vuole, e quando torni in hotel e chiudi la porta alle tue spalle e sei di nuovo solo, gestire questo non è semplice sapendo poi che la gara più importante è quella successiva.

Io mi sono sentita anche molto sola nella mia vita, pur essendo consapevole di essere circondata da tante persone che mi amano, ma sono sempre stata irrequieta, avendo dentro di me un maremoto”.

L’inforcata nell’allenamento di gigante a Ponte di Legno, il 5 febbraio 2024, è stata una svolta sul momento in negativo, ma che l’ha fatta riflettere: “Quei 3 centimetri di troppo perché in quel momento non ero la Sofia centrata al 100% nella mia vita? Sì, ho sempre detto che gli infortuni sono figli di conflitti emotivi, inforcare significa non sapere qual è la direzione da prendere, non è mai un caso tutto ciò che ci capita”.

Cortina è sempre stata nel destino della carriera, dal primo pettorale rosso nel 2018 sino ai tanti trionfi e, appunto, le sfide a cinque cerchi all’orizzonte sull’Olympia delle Tofane: “Quando parlo di Cortina ribadisco ogni volta che l’immagine indelebile nella mia anima, e rimarrà quella indipendentemente da cosa succederà alle prossime Olimpiadi, è quella dell’alba che sorge mentre noi prendiamo la vecchia seggiovia a tre posti salendo per la ricognizione.

Il sole sorge e illumina di arancione le Tofane, tu puoi solo ammirare lo spettacolo e ti senti circondato dalla bellezza del creato. Sarò la miglior Sofia a Cortina 2026? Potrebbe essere, ma sono sempre stata un’atleta molto emotiva, non sapendo scendere dalle mie emozioni personali. So però bene che se tu vivi a 360 gradi rispettando la tua struttura emotiva, puoi portare in pista la tua miglior versione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Consensi sui social

SCARPONI, SCELTI DAI LETTORI

Prezzi Head raptor 60 bambino

MAXISPORT

HEAD - raptor 60 bambino

102 €

gli scarponi da sci head raptor 60 da bambino sono un prodotto con caratteristiche race pensato per i giovani sciatori di ottimo livello che cercano feeling e...