Emil Hegle Svendsen aveva già rilasciato dichiarazioni che facevano presagire un calo di motivazione a fine agosto. Nella giornata di ieri il ventinovenne di Trondheim ha sviscerato in maniera più precisa (e preoccupante) i suoi pensieri al quotidiano VG.
Lunedì 20 Ottobre 2014
"Non ho dubbi sul fatto di essere vicino alla fine della mia carriera. Si tratta di un sentimento speciale.
Ho già detto di come non sia sicuro di arrivare fino al 2018, a cui manca ancora molto tempo. Il punto è che non riesco a pensare sempre a lungo termine e il mio orizzonte mentale cambia a seconda della giornata".
Svendsen aveva spiegato che la ripresa degli allenamenti gli era pesata, ma ieri ha detto chiaramente di essere stato tentato dal ritiro, o quantomeno dal prendersi un anno sabbatico.
Inoltre ha raccontato di come il pensiero della staffetta olimpica di Sochi, dove finì nell'anello di penalità all'ultimo poligono compromettendo le chance medaglia (forse anche d'oro) della Norvegia, lo tormenti ancora oggi.
Infine ha ammesso di non avere ancora deciso quale possa essere il suo obiettivo per il 2014-'15. Ad agosto aveva posto l'accento sulla Coppa del Mondo assoluta, mentre ora ha detto che deciderà strada facendo se puntare sulla classifica generale o sui Mondiali di Kontiolahti.
Insomma, le uscite degli ultimi mesi tratteggiano il ritratto di uno Svendsen privo dell'"occhio della tigre", svuotato in tutti i sensi dai Giochi olimpici di Sochi (da un lato il "disastro" in staffetta, dall'altro però la consapevolezza di aver centrato l'obiettivo di un quadriennio vincendo l'oro nella mass start).
Val la pena di ricordare che nel 2016 i Mondiali saranno a Oslo. A questo punto viene da chiedersi se saranno l'atto finale della carriera di quello che, pound for pound, è uno dei 6 biathleti più grandi di sempre.
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