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Torino 2006. Nella sprint Sven Fischer spezza il tabù olimpico e completa la Triplice Corona

Torino 2006. Nella sprint Sven Fischer spezza il tabù olimpico e completa la Triplice Corona
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Getty Images

BiathlonBiathlon - 10 anni fa

Torino 2006. Nella sprint Sven Fischer spezza il tabù olimpico e completa la Triplice Corona

Il 14 febbraio 2006, ai XX Giochi olimpici invernali, si disputa la sprint maschile. Le bandiere che sventoleranno sul podio finale saranno le stesse dell’Individuale andata in scena quattro giorni prima. Soprattutto la gara regala a un icona del biathlon il tanto agognato primo successo a Cinque cerchi.

Alla vigilia gli staff tecnici delle nazioni più forti decidono per alcuni cambiamenti nei propri quartetti. In particolare in casa Germania, dove sono inevitabili esclusioni eccellenti, il capo allenatore Frank Ullirch decide di lasciare a riposo Michael Rösch per dare spazio ad Alexander Wolf. In Russia invece Nikolay Kruglov prende il posto di Pavel Rostovtsev. Nessuna modifica nella Norvegia,  dove gareggiano gli stessi quattro della 20 km.

Sono proprio i norvegesi i grandi protagonisti della parte iniziale della competizione. Frode Andresen, che ha vinto tre delle cinque sprint a cui ha preso parte nella stagione in corso, sembra intenzionato a calare il poker.  Tuttavia commette un errore sul quarto bersaglio del poligono in piedi che lascia aperta la porta agli avversari.

Uno di essi è Vincent Defranse, che nelle settimane precedenti a Torino ha a sua volta ottenuto un successo in questo format, il quale sta tenendo un passo strepitoso per i suoi standard. Anche il francese però manca un bersaglio in piedi e perde ogni chance di impensierire lo scandinavo. Nel frattempo il più quotato dei transalpini, Raphael Poirée, conferma le sue attuali difficoltà nel fondo e si chiama subito fuori dalla contesa per il podio sbagliando a terra. 

Al contrario Halvard Hanevold si infila nello spiraglio lasciato aperto da Andresen e trova lo zero al tiro, uscendo dal secondo poligono con un vantaggio di 8” sul connazionale. Alexander Wolf appare tornato quello dei giorni belli sugli sci, ma una doppia penalità in piedi gli preclude ogni sogno di gloria.

Intanto gli intertempi dimostrano contemporaneamente come nella tornata finale Hanevold stia tenendo botta ad Andresen, mentre in quella iniziale Ole Einar Bjørndalen sia sorprendentemente poco incisivo.  Per di più il trentaduenne di Simostranda commette un errore in apertura, compromettendo la sua performance.

Per capire la fisionomia del podio non resta che aspettare Sven Fischer, il quale appare l’unico in grado di poter battere Hanevold. Effettivamente il tedesco, già pulito a terra, trova lo zero anche in piedi e conquista la tanto agognata medaglia d’oro olimpica.

Il biathleta di Oberhof ormai viaggia per le 35 primavere e, nonostante una carriera infarcita di successi che lo colloca nell’Olimpo dei più grandi di sempre, non aveva ancora primeggiato nel contesto a Cinque cerchi.

Il tabù viene spezzato oggi e Fischer – i cui tratti peculiari sono quelli di gareggiare sempre senza guanti, anche con temperature polari, e di usare una carabina con un meccanismo di scarico …. – diventa il quarto uomo della storia a realizzare la Triple Crown, ovvero a conquistare la Sfera di cristallo, l’oro iridato e appunto quello olimpico.

Medaglia d’argento per Hanevold, alfine battuto di 8”2 e nuovamente sul podio dopo aver concluso terzo l’individuale. Il bronzo è invece appannaggio di un Andresen che sta vivendo un’autentica seconda giovinezza.

Per la verità la sua terza posizione trema quando l’austriaco Wolfgang Perner, partito con un pettorale altissimo, mette in mostra un sorprendente passo da primo della classe. Il trentottenne di Ramsau rischia di cambiare i connotati del podio, ma una penalità in piedi lo relega al quarto posto appena davanti al già citato Defrasne, nonché a Ivan Tcherezov e Ricco Gross, entrambi perfetti al tiro e in posizione d’attacco per l’inseguimento. In realtà la clamorosa prestazione del veterano della Stiria troverà spiegazione qualche giorno dopo, quando un’autentica bufera si abbatterà su di lui e sulla squadra austriaca.

Solo nono un opaco Poirée, mentre Bjørndalen non va oltre una deludente dodicesima piazza risultando impreciso anche in piedi dopo esserlo già stato a terra. Michael Greis, vincitore della 20 km, oggi è impalpabile e conclude addirittura fuori dalla zona punti.

Per l’Italia una prestazione decisamente meno nobile rispetto alla 20 km. Il migliore è Wilfried Pallhuber che si classifica 22° con una penalità poco davanti a Christian De Lorenzi, 26° con due errori. René Laurent Vuillermoz sbaglia quattro volte, di cui tre in piedi, e conclude 39°. L’ultimo azzurro impegnato, Sergio Bonaldi, percorre tre volte l’infausto anello e finisce 66°.

Il risultato odierno infiamma la lotta per la Coppa del Mondo poiché Poirée resta leader della classifica generale con 443 punti, ma ora è braccato da Fischer a 431. Greis e Rösch perdono inesorabilmente terreno e rimangono rispettivamente a 379 e 376, venendo avvicinati da Bjørndalen (365).

Ci saranno ben quattro giorni di riposo tra sprint e inseguimento, programmato per il 18 febbraio. Nel frattempo le donne disputeranno la loro sprint il 16.

POS

|

ATLETA

|

NAT

|

TIRO

|

TEMPO

1

|

FISCHER Sven

|

GER

|

0+0

|

26:11.6

2

|

HANEVOLD Halvard

|

NOR

|

0+0

|

+8.2

3

|

ANDRESEN Frode

|

NOR

|

0+1

|

+19.7

DSQ

|

PERNER Wolfgang

|

AUT

|

0+1

|

+40.0

4

|

DEFRASNE Vincent

|

FRA

|

0+1

|

+42.6

5

|

TCHEREZOV Ivan

|

RUS

|

0+0

|

+57.4

6

|

GROSS Ricco

|

GER

|

0+0

|

+1:03.5

7

|

NILSSON Mattias

|

SWE

|

0+0

|

+1:06.9

8

|

POIREE Raphael

|

FRA

|

1+0

|

+1:07.4

9

|

TCHOUDOV Maxim

|

RUS

|

0+0

|

+1:08.9

10

|

VITEK Zdenek

|

CZE

|

0+1

|

+1:12.8

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