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Neveitalia Test Team: Intervista ad Anastasia Cigolla

Anastasia Cigolla
Tecnica

Neveitalia Test Team: Intervista ad Anastasia Cigolla

Anastasia Cigolla ha fatto parte della squadra nazionale di sci alpino dai 15 ai 18 anni, prima nel gruppo C e poi nel gruppo B di Coppa Europa. È maestra di sci, istruttore nazionale e allenatore Federale FISI.  Fa parte della Commissione Maestri di Sci del Trentino. Laureata a Milano in lettere moderne ad indirizzo estetico, con una tesi su “moda, comunicazione, mondo dei consumi”. Ha frequentato la scuola superiore di design di moda Marangoni sempre a Milano.
Oggi la sua occupazione principale è quella di stilista e consulente per aziende di abbigliamento sportivo. Collabora con varie riviste tecniche del mondo dello sci, tra cui da oggi con Neveitalia.

Anastasia Cigolla conosce perfettamente l'inglese, il francese e il tedesco, è stata consigliere atleta in FISI negli ultimi quattro anni ed è candidata come consigliere laico alle prossime elezioni.  L'abbiamo incontrata per invitarla a far parte del gruppo di Ski Tester Neveitalia 2012-2013 e ne approfittiamo per rivolgerle alcune domande.
 
Raccontaci qualche cosa di te.  Come ti sei avvicinata al mondo dello sci agonistico e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti?
Ho iniziato come quasi tutti i bambini, con i primi passi sulla neve in età prescolare, insieme a mio fratello Igor. Il mio faro sportivo è sempre stato mio padre che mi ha insegnato tanto, sulla neve e fuori.
immediatamente ho provato una grande attrazione per questo sport. Naturalmente tutto istinto, come è normale per i bambini.
Ciò che mi ha dato e mi da lo sci non è qualche risultato specifico, ma la passione sconfinata per uno sport che insegna disciplina, ma offre anche sensazioni meravigliose. Uno sport che ti fa stringere i denti al freddo e nella nebbia, ma ti irraggia di sole quando le nuvole scompaiono;  che ti toglie il fiato quando ti alleni o scendi terreni molti difficili, ma ti inebria con aria frizzante quando il tuo sguardo si alza e posa sulle cime delle nostre montagne.
 
Da quanto tempo vivi nell'ambiente della FISI e quali sono state le cariche che hai ricoperto?
Sono stata per 4 anni consigliere atleta in Fisi, referente per lo snowboard prima, e telemark poi.

Come hai vissuto questa fase tormentata dell'allontanamento di Morzenti e il commissariamento della federazione?
"Tormentato" è stato quasi tutto questo quadriennio.  Si vive male quando si è in un ente preposto allo sport ma non si riesce a dare il miglior contributo possibile. Ma ora si guarda avanti ed è importante parlare di progettualità futura.

A tuo avviso cosa manca allo Sci di casa nostra per essere al livello delle nazionali Austriaca, Svizzera, Statunitense?
Ci sono già molte cose buone, e gli atleti con i loro risultati – e con gli sforzi di chi li prepara – ne sono la riprova. Dal punto di vista strategico abbiamo bisogno di maggior pragmatismo sportivo, focus sull’essenza dei bisogni degli atleti e di chi per loro lavora. E una struttura federale più snella.

Per quanto riguarda i più piccoli, quali sono le cose essenziali cui insegnare loro?
I bambini sono meravigliosi, e le cose da trasmettere sono quelle di sempre. Passione, disciplina, forza di volontà e gusto per il divertimento.   Adesso però il problema nel rapporto con loro sono i genitori: troppo concentrati a costruire campioni del futuro, perdono spesso di vista i veri valori che lo sport può insegnare. E lo sport diventa così un lavoro che crea frustrazioni e senso di sconfitta quando i risultati non sono eccellenti, generando così molti abbandoni invece che essere un mezzo per misurarsi con le sfide e per imparare a crescere. Questa è un’importante sfida per il futuro: invertire la tendenza e riuscire a mantenere vicini allo sport i bambini che diventano adulti.

Neveitalia ha intrapreso nell'ultimo anno il percorso della valutazione degli sci più venduti sul mercato. Secondo te quale deve essere il primo obiettivo per una rivista che vuole ricercare l'autorevolezza in questo settore?
La coerenza di valutazione e l’onestà nella comunicazione. Questo per l’autorevolezza. Poi divertire, insegnare, far conoscere. Questo per favorire la crescita non solo dei singoli che si informano ma anche e soprattutto della cultura sportiva. In questo modo si riaccende il movimento, la voglia di stare sulla neve e di avvicinarsi ai campioni. Piccoli e grandi.

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