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La meravigliosa annata di Pellegrino nelle parole di Chicco: "Il lavoro degli ultimi due anni ha pagato"

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Sci Nordicol'intervista

La meravigliosa annata di Pellegrino nelle parole di Chicco: "Il lavoro degli ultimi due anni ha pagato"

Conclusa la Coppa del Mondo con le gare di Lahti, il valdostano analizza una stagione con le perle di Davos, Dobbiaco e l'argento mondiale nella team sprint, ma soprattutto una continuità che l'ha portato sul podio della generale. "A 32 anni ho scoperto altre cose di me stesso".

Terzo in una overall dominata dai norvegesi, con Johannes Hoesflot Klaebo là davanti a tutti, con undici podi tra gare individuali e a squadre, sempre là davanti a giocarsela anche a livello distance, con le prime top 3 della carriera in questo format.

E poi ci sono le gemme, ovvero i successi di Davos, nelle ore in cui veniva al mondo il piccolo di famiglia, Alexis, e quello di team a Dobbiaco con quella staffetta trascinata ad una vittoria storica che mancava da 17 anni. A Lahti, Federico Pellegrino ha mancato solo il podio finale nella graduatoria sprint di CdM, ma non ci sono davvero rimpianti in un inverno quasi perfetto, condito dall'argento mondiale nella team sprint di Planica in coppia con Francesco De Fabiani.

Sono molto contento di questa stagione – racconta “Chicco” a fisi.org - Quando è uscito il calendario lo scorso anno, avevo pensato che mi avrebbe consentito un buon piazzamento nella overall perchè valorizzava gli atleti completi. D'altra parte sono partito senza pormi alcun obiettivo particolare, se non quello di affrontare gara per gara aspettando di vedere come si evolvesse la situazione. E le cose sono andate bene da subito, perchè sono andato forte sin dal Tour de Ski, la vittoria di Davos e i podi di inizio stagione mi hanno fatto tornare nella modalità di caccia al risultato che mi ha spinto ad arrivare fino in fondo, con buoni risultati anche nelle gare a squadre.

Ho fatto podio nella prima tappa e ho chiuso allo stesso modo in quella finale, a tutto ciò aggiungiamo la medaglia nella team sprint dei Mondiali. Ho capito tante cose di me stesso, sono sempre stato presente e significa essere sul pezzo sia fisicamente che mentalmente, il lavoro svolto negli ultimi due anni ha pagato. Sarà interessante raccontare tutto ciò anche ai più giovani per permettere di crescere a tutto il movimento. Faccio un grande ringraziamento ai tecnici che hanno lavorato sui materiali e sul mio fisico, oltre alla mia famiglia”.

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