Intervista doppia ai responsabili dei circuiti maggiori: l'altoatesino, che guida il settore maschile, parla in maniera approfondita del tema sicurezza, il tarvisiano (a capo del movimento femminile dal 2019) sottolinea l'ottimo successo della combinata a squadre che debutterà anche ai Giochi di Milano Cortina.
Parlano i race director italiani nella stagione olimpica, ormai due figure di riferimento per il circo bianco.
Da un lato Markus Waldner, storico capo di tutte le gare maschili, dall’altro Peter Gerdol, che dalla Coppa Europa è arrivato a guidare il massimo circuito femminile: la FIS li ha intervistati sugli stessi temi per capire, entrando nel vivo della Coppa del Mondo che nel prossimo week-end farà tappa a Gurgl, prima di volare in Nordamerica, su quali temi primari coinvolgono il grande sci.
Copper Mountain è un po’ la grande novità di questa annata, con doppia gara maschile (27-28 novembre con super-g e gigante) e quelle femminili a seguire, sabato 29 e domenica 30 con gigante e slalom. “Per noi è importante avere gare aggiuntive negli Stati Uniti – ha detto Waldner sul rientro della località del Colorado in CdM - Con la perdita del weekend di velocità a Lake Louise ci siamo persi un evento chiave per i velocisti all’inizio della stagione.
Dato che tutti si recano a Beaver Creek, aggiungere Copper Mountain al calendario era perfettamente sensato. Ancor di più perché tutte le squadre sono comunque lì per allenarsi, e ospitare un super-g e un gigante in questa fase aiuta anche a bilanciare le discipline”.
“È una nuova ed entusiasmante sede per noi a livello di Coppa del Mondo – ha aggiunto Gerdol sul tema Copper - anche se è un tradizionale sito di allenamento per le squadre e ospita da tempo eventi Nor-Am. Ci andremo questa stagione, dato che Killington si prende un anno di pausa per il rinnovo della seggiovia e dell’impianto di innevamento artificiale. Siamo fiduciosi che gli organizzatori offriranno gare fantastiche durante la settimana della festa per il giorno del Ringraziamento (giovedì 27 novembre, ndr). È un duro lavoro l’allestimento di una tappa del genere, ma siamo certi che faranno un lavoro eccellente”.
Nel periodo autunnale, dopo il dramma vissuto con la morte di Matteo Franzoso, tra i vari meeting di casa FIS la sicurezza è stata all’ordine del giorno, aggiungendo un piano (con l’omologazione delle piste di allenamento che resta il tema cruciale) alle decisioni già adottate come quelle legate all’obbligo di airbag e l’intimo antitaglio, oltre al divieto sui parastinchi rigidi.
Qual è stata la logica alla base di queste modifiche? Secondo Gerdol, “la sicurezza è sempre stata, e rimane, la massima priorità per la FIS nello sci alpino. Le misure introdotte questa stagione sono il risultato di diversi anni di discussioni e sviluppo. Il sistema airbag, ad esempio, era pronto lo scorso anno ma diventerà obbligatorio solo a partire da questa stagione nelle gare di velocità a livello di Coppa del Mondo e Coppa Europa.
Allo stesso modo, l’intimo antitaglio è in fase di preparazione da tempo e, poiché la maggior parte dei produttori è ora in grado di fornire prodotti conformi, il suo utilizzo è diventato obbligatorio. Alcune federazioni lo hanno introdotto anche per le gare a livello nazionale. La normativa relativa alle protezioni tibiali fa parte di un progetto a lungo termine, poiché influisce anche sulla progettazione degli scarponi da sci (ad esempio, sull’altezza). Stiamo attualmente valutando come definire meglio gli scarponi in termini di specifiche tecniche, che costituiranno la base per il prossimo passo.
Dal prossimo anno in poi, prevediamo di implementare norme più complete su questa materia”.
“Lavoriamo da molti anni per migliorare la sicurezza, ma forse in passato il tema non veniva affrontato con la stessa apertura di oggi – ha sottolineato Waldner - Tutti vogliono uno sport più sicuro e, con il numero di incidenti e infortuni che abbiamo visto, il nostro obiettivo è trovare costantemente soluzioni e attrezzature migliori per ridurre i rischi.
Gli airbag, ad esempio, sono in fase di sviluppo da molto tempo. Molti atleti li utilizzano già in allenamento e in gara. Nel corso degli anni, il sistema si è evoluto attraverso migliaia di dati raccolti, contribuendo a perfezionare l’algoritmo in modo che l’airbag si attivi al momento giusto. Ora che il prodotto ha raggiunto un elevato livello di affidabilità, è diventato obbligatorio da questa stagione in poi: un importante passo avanti.
Naturalmente, la tecnologia continuerà a evolversi. Per quanto riguarda l’intimo antitaglio, abbiamo visto sempre più atleti subire gravi tagli dopo gli incidenti, sebbene tali lesioni possano essere facilmente evitate. Questa misura è uno dei passaggi più semplici ma efficaci per migliorare la sicurezza. Un chiaro esempio è stato l’incidente di Kilde a Wengen due anni fa: non indossava l’intimo e il taglio al polpaccio è stato grave. Per quanto riguarda le protezioni rigide per gli stinchi, la questione è più complessa.
L’attuale configurazione delle attrezzature è estremamente aggressiva e questo ha causato diversi incidenti pericolosi. Quando gli sci toccano inaspettatamente la lamina ad alta velocità, è quasi impossibile recuperarla. L’aggressività della configurazione coinvolge molti elementi e gli esperti hanno bisogno di più tempo per valutare, proporre nuove soluzioni e collaborare con i produttori di sci per aggiornare le normative sui materiali.
Ma tali cambiamenti non possono avvenire dall’oggi al domani: le aziende di sci investono enormi quantità di tempo e denaro nei loro prodotti, quindi qualsiasi adeguamento richiede una pianificazione. Detto questo, rimuovere le protezioni rigide esterne è stato un passo immediato e realistico, poiché non sono parte integrante degli scarponi o degli sci, ma piuttosto un componente aggiuntivo e rimuoverle contribuisce a ridurre l’aggressività complessiva e a migliorare la sicurezza.
Questi tre passaggi sono, ci auguriamo, solo l’inizio. La sicurezza rimane la priorità assoluta per la FIS. Senza atleti sani, il nostro sport non può esistere”.
Waldner e Gerdol si sono detti tranquilli sulla preparazione di tutto il comparto legato alle gare olimpiche, d’altronde i siti di Bormio (per gli uomini) e Cortina (per il settore femminile) sono tappe storiche di Coppa del Mondo, ma a Milano Cortina 2026 ci sarà pure la novità della combinata a squadre, già vista ai Mondiali di Saalbach dello scorso febbraio. Cosa ne pensano i race director? “E’ un format di gara che ha riscosso un grande successo ai Campionati del Mondo e siamo rimasti molto soddisfatti del risultato – l’analisi di Gerdol - Ha confermato le nostre aspettative: molti atleti di alto livello si sono dimostrati interessati a gareggiare, dopo la decisione di sostituire la Combinata Alpina con la Combinata a Squadre dopo Pechino 2022.
Sia gli specialisti delle discipline tecniche che quelli della velocità sono sempre entusiasti di lottare per una medaglia e crediamo che questo format sia adatto ai grandi eventi”.
“Penso che sia un format fantastico – dice a sua volta Waldner - Quello che abbiamo visto a Saalbach è stato molto positivo: atleti, tifosi e media si sono divertiti. Riunire sciatori di alto livello tecnico rende l’evento emozionante e imprevedibile. Sarà affascinante vedere come ogni federazione formerà le sue coppie e chi si aggiudicherà il primo oro olimpico in questa disciplina. Credo che tutti siano motivati ad assicurarsi un posto in questa nuova specialità”.
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