Il toccante messaggio di Goggia per gli uomini jet della nazionale: "Un privilegio stare con voi, siete stati unici"

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Gabriele Facciotti

Sci Alpinoattualità

Il toccante messaggio di Goggia per gli uomini jet della nazionale: "Un privilegio stare con voi, siete stati unici"

Sofia, che si è allenata nelle ultime due settimane abbondanti con la nazionale maschile a La Parva, dopo il dramma vissuto dagli azzurri per la morte di Matteo Franzoso, ha trasformato i suoi pensieri in un post social su un periodo decisamente complicato ma ricco di significati. Tutto da leggere.

Un post toccante, nel suo stile per raccontare una trasferta tosta, sul piano emotivo, dopo quanto accaduto a Matteo Franzoso e all’intera nazionale tricolore.

Sofia Goggia, dopo le prime due settimane di training a Ushuaia, si è trasferita a La Parva come da programmi, proprio pochi giorni dopo la tragedia consumatasi nel comprensorio cileno. Ora che in queste ore sta terminando il lungo raduno anche per Casse e compagni, la bergamasca ha riassunto in un messaggio social quanto vissuto da quei ragazzi, assieme ai quali si è allenata vivendo da dentro una situazione del tutto particolare.

“Gugu, Schidi, Matti: Grazie Ragazzi – le parole della campionessa olimpica riferendosi a Bosca, Schieder e Casse - Perché avete avuto coraggio e mi avete ricordato cosa significhi averlo; perché restando abbiamo potuto affrontare insieme la paura. Perché ancora a Ushuaia, sentendomi profondamente scossa, mi ero posta tante domande e la decisione di raggiungervi comunque a La Parva si è rivelata per me di difficile gestione emotiva; sapere che sareste rimasti, mi ha dato forza.

Allenarmi con Voi è stato un privilegio. E grazie anche a tutto lo staff maschile per il lavoro svolto: non era semplice rivolgere lo sguardo oltre quelli che erano i limiti del vostro momentaneo orizzonte, eppure l’avete fatto, nel vostro immenso dolore, ma nel massimo della vostra professionalità. Grazie Gas, Babi, Darwin – ha continuato Sofia citando gli uomini dello staff - per avermi supportata, per come abbiamo lavorato e per i momenti di condivisione: in questa situazione tutt’altro che semplice, mi avete protetta e aiutata a gestirmi.

Caro Matteo, la comunità di Farellones ti ha dedicato una toccante commemorazione, eravamo in tanti fuori da quella chiesetta per salutarti, c’era nebbia quel pomeriggio e quando hanno pronunciato il tuo nome, ha iniziato a nevicare. I tuoi compagni hanno realizzato una croce con i pezzi della staccionata che hai rotto nell’impatto.

Sia il primo giorno che anche l’ultimo, ad allenamenti conclusi, mi sono fermata, a quella croce. Mi sono seduta lì in quello che è stato un momento di raccoglimento interiore; mi sono fatta il segno della croce, ho rivolto il palmo delle mani in su recitando per te più volte il Padre Nostro, le lacrime mi rigavano il viso. Caro Matteo, mi dispiace tanto, tantissimo per quello che ti è successo… la tua assenza si è tramutata in presenza, una presenza costante che permarrà nelle nostre menti e nei nostri cuori.

È stato un raduno estremamente complicato, ma sentirsi così uniti e solidali e continuare a lavorare per quel sogno che inseguivi anche tu ci ha supportato nella nostra pur difficile quotidianità. Ed è per questo motivo che dico a tutti voi con cui ho condiviso questo raduno, dal profondo del mio cuore, con le lacrime agli occhi, ripensando a quello che è stato: ci voleva tanto coraggio e tutti noi lo abbiamo avuto. Grazie Ragazzi”.

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