Bernhard Russi, la morte di Franzoso e gli insegnamenti per tutti: "Serve valutare ogni pericolo e intervenire"

Foto di Redazione
Info foto

Pentaphoto

Sci Alpinociao matteo

Bernhard Russi, la morte di Franzoso e gli insegnamenti per tutti: "Serve valutare ogni pericolo e intervenire"

L'asso elvetico della discesa, consulente tecnico della FIS per tanti anni in termini di progettazione delle piste, dice la sua al "Blick" su quanto andrà fatto nel prossimo futuro dopo un nuovo drammatico incidente. "L'omologazione è una priorità, specialmente per gli allenamenti dei velocisti".

Bernhard Russi ha fatto la storia della discesa, conquistando ad inizio anni ’70 titolo mondiale, olimpico e Coppa del Mondo di specialità, il primo a vincere davvero tutto nella disciplina regina.

Il campionissimo elvetico classe 1948 ha svolto per anni un ruolo importante, proprio pensando a questi giorni di grandi riflessioni sul tema, in seno alla FIS da consulente tecnico per la progettazione delle piste. Se in gara gli incidenti davvero gravi esistono ancora, gli ultimi esempi sono quelli di Kilde e Sarrazin, è altresì vero che il livello di sicurezza sui tracciati di Coppa del Mondo è decisamente elevato.

Il problema, lo sostengono tutti i soggetti coinvolti nel circo bianco, riguarda la fase di allenamento e l’idea, che anche la Federazione Internazionale sembra voler finalmente portare avanti, di ridurre i tracciati utilizzabili per il training specialmente nel settore velocità omologando quelle piste in giro per il mondo (e il Sudamerica è lo snodo cruciale in tal senso, perché nel periodo estivo tutti i big sono lì), trova d’accordo anche Russi.

Ne ha parlato al “Blick”, intervistato da Marcel W. Perren, uno dei grandi assi dello sci rossocrociato. “Questi sono quei momenti dove tutti sono tristi per quanto accaduto – ha raccontato Russi riferendosi all’incidente mortale di Matteo Franzoso – Non voglio però sentire la frase “ciò non dovrebbe accadere”: il punto è un altro, ogni tipo di pericolo deve essere valutato minuziosamente per ridurre i rischi in pista.

E’ chiaro che l’analisi post deve insegnare, c’è eccome da imparare da ogni incidente, si coglie sempre qualcosa e non parlo solo del nostro mondo, quello dello sci, ma penso anche all’hockey dove si è intervenuti in tal senso.

Abbiamo omologato negli anni tante piste, i risultati in gara si vedono, ma è necessario che ogni tracciato utilizzabile per gli allenamenti di velocità risulti tale”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Consensi sui social