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Italia a secco da quasi 7 anni in slalom e da 18 a Campiglio, ma Del Dio ci crede: "Arriveremo pronti alla 3Tre"

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Sci Alpinocoppa del mondo maschile

Italia a secco da quasi 7 anni in slalom e da 18 a Campiglio, ma Del Dio ci crede: "Arriveremo pronti alla 3Tre"

L'analisi dell'allenatore responsabile del team azzurro, che sinora abbiamo visto in azione solo a Gurgl e si attende nella notte sul Canalone Miramonti del prossimo 22 dicembre. "Vinatzer è più forte e completo ora, Sala cresce dopo l'infortunio e Kastlunger ha la testa giusta, ma non dimentichiamo i veterani Razzoli e Gross".

L'Italia maschile non vince in slalom dal 5 gennaio 2017, quando Manfred Moelgg firmò il colpo nella notte di Zagabria.

Sotto le luci dei riflettori di Madonna di Campiglio, la nazionale azzurra non esulta invece dal 2005, ben 18 anni dal trionfo di Giorgio Rocca nella 3Tre che, il prossimo 22 dicembre, festeggerà la 70esima edizione.

In questa stagione, gli specialisti dei rapid gates hanno gareggiato solo a Gurgl, e di certo le cose non sono andate bene per il team guidato da Simone Del Dio, che ha visto solo Tobias Kastlunger promosso con un 13° posto. L'ex guida del campione olimpico Clément Noel, che ha lasciato dopo il trionfo ai Giochi 2022 per provare a rilanciare, assieme a Stefano Costazza, la squadra che ha in Alex Vinatzer (ultimo italiano sul podio a Campiglio nel 2020) la punta di diamante, ha parlato delle prospettive dei suoi atleti verso la notte sul Canalone Miramonti.

Intervistato dall'ufficio stampa della 3Tre, l'allenatore piemontese analizza l'attuale situazione e si dice molto fiducioso: “I ragazzi stanno bene. Volevamo gareggiare in Val d'Isère per avere ulteriori riferimenti in vista della 3Tre ma purtroppo la gara è stata annullata. Chi disputa il gigante ha fatto attività e questo è molto importante, ma per gli slalomisti puri ovviamente è più difficile: per riprendere il feeling in vista di Campiglio, probabilmente parteciperemo agli slalom di Coppa Europa di Pozza di Fassa e di Obereggen”.

Deludente nella prima uscita in slalom (per poi ottenere un bel 14° posto sabato scorso in gigante, ndr), su Vinatzer il pensiero di Del Dio è chiaro: “Alex ha sbagliato l'approccio a Gurgl: nella prima manche era un po' bloccato, mentre nella seconda ha sciato più sciolto, ma ha alternato sequenze eccellenti a errori evidenti. Tuttavia, è un atleta maturato, più forte e consapevole, e nei prossimi slalom ci attendiamo da lui un grande risultato.

Kastlunger? Tobias è un ragazzo che non sbaglia mai le seconde manche. Se riesce a qualificarsi, coglie sempre l'occasione. Dimostra di avere testa, tenacia e capacità di gestire le emozioni. Per lui è importante trovare continuità anche per scalare il ranking e partire con condizioni di pista migliori”.

Tra i delusi di Gurgl c'è anche Tommaso Sala, ma l'avvicinamento alla stagione 2023/24 è stato complicato a causa dell'infortunio patito a Ushuaia. “Tommy è arrivato al debutto con meno allenamento rispetto ai compagni, ma stava bene – aggiunge il tecnico azzurro – Si è messo troppa pressione addosso, voleva inseguire a tutti costi un risultato che poi non è arrivato. Tuttavia, sta facendo vedere un ottimo sci: deve essere più convinto, perché tecnicamente è uno slalomista di vertice”.

In una squadra azzurra bilanciata tra giovani rampanti e atleti più esperti, il trentino Stefano Gross, che a Campiglio vive di fatto l'appuntamento di casa, e Giuliano Razzoli, che ha sempre sfiorato il podio che sogna da anni nella 3Tre, ricoprono il ruolo dei veterani. “Ma sono due situazioni diverse - precisa Del Dio - Gross sta bene e sta vivendo una seconda giovinezza. Razzoli ha qualche problemino fisico di troppo, però a Madonna di Campiglio è capace di tirare fuori sempre qualcosa di straordinario. Più passano le stagioni, più diventa difficile per loro, ma sono campioni veri, mai domi, che possono sempre sorprendere in positivo.

In generale, se tutti si aspettano tanto da noi è perché abbiamo tutte le carte in regola per centrare un grande risultato. Gareggiare a Campiglio dev'essere un onore e non un peso: per un italiano è un po' come Schladming per gli austriaci, una gara mitica e uno degli slalom più belli e sentiti di tutta la Coppa del Mondo”.

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