Brutte notizie per Kilde: il campione norge costretto a tornare sotto i ferri per un'infezione alla spalla

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Brutte notizie per Kilde: il campione norge costretto a tornare sotto i ferri per un'infezione alla spalla

Quaranta giorni dopo essere tornato sugli sci, il vice campione del mondo di discesa e super-g si è dovuto fermare per un aumento del dolore nella zona operata per il terribile incidente di Wengen. "Le prossime sei settimane saranno complicate, è un intoppo che non ci voleva ma continuerò a lottare". L'intervento alla clinica Steadman di Vail.

Aleksander Aamodt Kilde aveva rivisto la luce in fondo al tunnel nelle ultime settimane, dopo aver persino faticato a camminare per i primi tre mesi del post infortunio di Wengen.

I danni al polpaccio e alla spalla sono stati importantissimi, lo sappiamo, ma dal giorno in cui, lo scorso 19 giugno, il fuoriclasse norvegese è tornato sugli sci nello skidome alle porte di Oslo, la fiducia era aumentata e il carico a livello di lavoro atletico era stato rilevante anche nel mese di luglio.

Quest'oggi, AAK ha fatto sapere a mezzo social di doversi fermare, compromettendo sempre più un avvio di stagione che già era molto incerto se parliamo di ritorno agonistico per le prime gare veloci del prossimo dicee, visto che è emersa un'infezione alla spalla sinistra, subito operata alla clinica Steadman di Vail (con la compagna e futura moglie, Mikaela Shiffrin, al suo fianco anche in questa occasione).

Piccolo (grande) aggiornamento, non il tipo di aggiornamento che avrei potuto immaginare anche solo 4 giorni fa – ha scritto su instagram il vincitore del “coppone” 2020 - Ho lottato con un aumento del dolore alla spalla nelle ultime due settimane, sembrava una reazione normale dopo aver aumentato il carico dell'allenamento.

Per farla breve: ho avuto un'infezione che ha causato alcuni danni, il che è un bel contrattempo nella riabilitazione. Questo significa 6 settimane di antibiotici per endovena ogni giorno, fino a quando l'infezione non sarà finita e l'osso tornato a... sorridere. Dopo quelle 6 settimane, vedremo quali saranno i prossimi passi. E' un peccato, ma continuiamo a lottare: sono così fortunato e grato di essere circondato da persone incredibili. La squadra della clinica Steadman si è presa cura di me”.

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