Blardone: "Quello di Naeba il mio podio più importante, grazie a tutti"

Blardone: 'Quello di Naeba il mio podio più importante, grazie a tutti'
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Blardone: "Quello di Naeba il mio podio più importante, grazie a tutti"

Come aveva già annunciato in occasione della gara sulla Gran Risa dell’Alta Badia, Max Blardone appende gli sci al chiodo, pertanto il gigante di St. Moritz, nel quale si è piazzato quindicesimo e quindi ancora una volta in zona punti, è stata la sua 153a e ultima gara disputata in Coppa del Mondo, 124 delle quali tra le porte larghe.

"Non sembra possibile dopo 16 anni che sia giunto questo momento - dice Blardone a fisi.org -. Dopo una lunga carriera è arrivato il momento di abbandonare pure per me, certamente non è facile ma il mio fisico mi dice che è giusto anche se sono ancora competitivo come dimostra il podio di febbraio a Naeba. Sono contento di avere conquistato il terzo posto in Giappone perché sono riuscito a dedicarlo alla mia famiglia, credo sia stato il podio più importante della carriera. Ho avuto la fortuna di gareggiare al fianco di campioni assoluti come Von Gruenigen, Raich, Pinturault, Hirscher e i norvegesi, penso di avere dato il mio contributo alla causa. Sul mio casco ho scritto in inglese ‘never give up’, ossia non mollare mai, che è sempre stato il mio credo sportivo. Mi sono sempre presentato al cancelletto con l'idea di provare a vincere, forse questo ha fatto la differenza. Nel corso degli anni ho commesso probabilmente qualche errore, probabilmente a causa di qualche spigolosità nel mio carattere, ma l'ho fatto perché sono sempre stato scrupoloso. Per il futuro ci sono tanti progetti, potrei creare una scuola di sci in cui gli allievi che vanno bene a scuola possono andare avanti anche a sciare, oppure rimanere ancora in questo mondo per dare qualche consiglio ai giovani. Ho annunciato l'addio in Alta Badia perché è la pista che mi ha regalato le più grandi gioie, non volevo farlo all'ultima gara. Mi sono goduto la stagione, oggi parte una nuova vita, mi godrò mia moglie Simona e i miei figli Alessandro e Ginevra. Grazie a tutti".

Questo l'omaggio del presidente FISI Flavio Roda: "Devo fare tantissimi complimenti a Max per tutto quello che ha fatto. Ho avuto la fortuna di essere presente alla sua prima e anche all'ultima riunione della squadra, lui cominciò in un momento difficile per lo sci italiano che seguiva al ritiro di Alberto Tomba, il suo contributo ha permesso alla nostra nazionale di tornare subito al vertice pure in questa disciplina, gli auguro il migliore futuro possibile".

Nato il 26 novembre 1979 a Domodossola e residente a Pallanzeno, Max Blardone si rivelò ai Mondiali juniores del 1999 quando vinse l’oro non in gigante, nel quale fu undicesimo, bensì in slalom. battendo, tra gli altri, un certo Mario Matt. Nella stagione successiva però rimase fermo ai box, bloccato dell’ernia del disco. Una volta guarito, pur facendo qualche punticino nel circuito maggiore anche in slalom e perfino in superG e combinata, si dedicherà quasi esclusivamente al gigante, specialità che vede il suo esordio in Coppa del Mondo il 29 ottobre 2000 a Sölden, dove arriva subito in zona punti, ventesimo. Il successivo 17 dicembre è già tra i migliori dieci, sesto a Val d’Isère, primo dei suoi 50 piazzamenti top 10 nel Circo Bianco.

Deve però aspettare fino al 3 gennaio 2004, dopo essere finito quattro volte quarto, per poter salire per la prima volta sul podio grazie al secondo posto nel gigante di Flachau. Altre due piazze d’onore e quindi, l’11 gennaio 2005, il primo trionfo ad Adelboden, le sue vittorie totali sono 7, che ne fanno il terzo gigantista italiano più vittorioso in Coppa ex-aequo con Piero Gros, tre di queste vittorie le ha conquistate sulla sua pista preferita, la Gran Risa dell’Alta Badia, proprio il luogo scelto per annunciare il ritiro. L’ultimo successo risale al 26 febbraio 2012 a Crans-Montana, poi la modifica degli sci lo ha mandato in crisi, dalla quale è uscito solo quest’anno, tanto da riuscire a tornare sul podio, cosa alla quale probabilmente nessuno credeva tranne lui, lo scorso 13 febbraio col terzo posto di Naeba.

Resta il rammarico di non averlo visto vincere né la coppa di specialità, nella cui graduatoria è stato secondo nel 2006 e 2007 e terzo nel 2004 e 2012, né una medaglia od olimpica: almeno uno di questi tre traguardi avrebbe meritato di raggiungerlo, ai Mondiali è stato quinto nel 2001 e nel 2009 e ai Giochi invernali ottavo nel 2002 dopo che nella prima manche era stato secondo. Atleta dal carattere difficile ma caparbio come pochi altri, Max ha tenuto alto il nome dell’Italia del gigante per almeno una dozzina d’anni, trascinandosi dietro anche altri ottimi elementi, su tutti Davide Simoncelli, gigantista puro come lui era diventato, senza dimenticare naturalmente Manfred Moelgg che però è stato soprattutto un grande slalomista. Un personaggio come l’ossolano mancherà molto allo sci alpino azzurro, gli auguriamo un grosso il bocca al lupo per la sua vita futura!

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