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Sul Colle una doppietta leggendaria: il Mondiale di Sestriere tanto atteso dopo la magia di Sierra Nevada

Sul Colle una doppietta leggendaria: il Mondiale di Sestriere tanto atteso dopo la magia di Sierra Nevada
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Sci Alpinocompagnoni day

Sul Colle una doppietta leggendaria: il Mondiale di Sestriere tanto atteso dopo la magia di Sierra Nevada

Compagnoni Day: riviviamo i campionati del mondo disputati da Deborah, esordiente a Morioka 1993 prima di chiudere a Vail. Nel mezzo, tre ori uno più bello dell'altro.

Anni di attesa e dodici mesi per... vincere tutto.

La storia di Deborah Compagnoni negli eventi iridati si può riassumere in questo modo, visto che i primi gravi problemi fisici (ginocchio destro ko nell'88, blocco intestinale nel 1990) avevano costretto la fuoriclasse di Santa Caterina Valfurva a saltare sia i Mondiali di Vail nel 1989 che quelli di Saalbach due anni più tardi.

L'esordio avviene così nella grigia Morioka, dove si presenta con mille incognite dopo il crac di Albertville; eppure, il 14 febbraio 1993 pesca un 5° posto nel super-g sulle nevi giapponesi (trionfo di Katja Seizinger su Sylvia Eder e Astrid Loedemel, a Deborah mancarono 37 centesimi per la medaglia) che fa ben sperare per la rinascita, tanto che meno di un mese più tardi tornerà a vincere in Coppa del Mondo a Morzine, sempre nella velocità (ultimo suo successo prima di dedicarsi in toto o quasi a gigante e slalom).

La valtellinese dovette però attendere la bellezza di altri tre anni per giocarsi una medaglia, con lo spostamento di un anno dell'evento mondiale di Sierra Nevada. La stagione 1995/96 non sarà esaltante, ma il 22 febbraio Debby trova la magia che serve per conquistare finalmente il primo titolo iridato, dopo i due olimpici (sempre in anni pari, almeno sino a quel momento, stile... Tomba).

Il gigante sulle nevi spagnole, però, la vede in difficoltà nella 1^ manche: 4° posto, a 1”14 da Sonja Nef che precede la connazionale Karin Roten, altra giovanissima che sta volando, e Anita Wachter. Può bastare la 2^ manche messa in scena da Deborah? Sembra di no, anche se l'austriaca e poi la Roten finiscono alle sue spalle; quando tocca alla Nef, tutta la pressione del mondo cala sulle spalle della rossocrociata, che scivola in curva a destra alla quarta porta. Deborah si riprende qualcosa di importante dopo mille sofferenze, concludendo con 35 centesimi sulla Roten e 70 su Martina Ertl. Due giorni più tardi uscirà nella 1^ manche dello slalom dominato da Pernilla Wiber. Poco male.

Sì, perchè da lì comincerà una sequenza di successi favolosi, i due anni più belli della carriera con il Mondiale di Sestriere al centro. Certo, non lo si può definire esattamente il campionato del mondo di casa, ma la folla che sale al Colle per spingere Compagnoni e Tomba, ma anche Ghedina e Kostner, è da brividi. E allora, la notte del 5 febbraio 1997 si trasforma in una delle recite più belle dello sci azzurro: si parte con lo slalom, questa volta, e Debby (scesa col numero 2) comanda da par suo. Quando toccherà a lei nella 2^ manche sulla “Kandahar G.A. Agnelli”, si profila la possibilità di una doppietta storica, visto che Lara Magoni è in testa; sono 41 i centesimi di margine sulla compagna di squadra, ma già dopo il muro iniziale il vantaggio sale sopra il secondo. E' tripudio totale, Compagnoni oro e Magoni argento, distante 1”27 con Roten ancora a medaglia, terza con 1”60 di distacco.

Una dimostrazione di forza che verrà bissata quattro giorni più tardi nel “suo” gigante; quel giorno, la sensazione è che Deborah non spinga neppure al 100%, è semplicemente troppo più forte di tutte le altre. Domina la prima manche, controlla nella seconda partendo da 73 centesimi di vantaggio sulla solita Roten e chiudendo con 8 decimi sull'elvetica, mentre Leila Piccard si prende il bronzo a quasi due secondi. E' il 9 febbraio 1997 e, in quel momento, Deborah Compagnoni è semplicemente la sportiva più amata e vincente in Italia e, probabilmente, anche a livello mondiale in quell'anno avendo firmato una doppietta unica.

A Vail 1999 chiuderà la sua avventura a livello iridato, con il 7° posto in gigante e l'8° in slalom, certamente non più competitiva come prima a causa dei mille condizionamenti che riceve dal fisico, dopo tutto quello che ha dovuto sopportare. Un mese più tardi il ritiro, al termine del gigante delle finali di Coppa del Mondo a Sierra Nevada. Con il sorriso, sapendo di aver dato tutto.

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