Sofia e i suoi recuperi raccontati a "Che tempo che fa": "Quei giorni a St. Moritz tra epica e follia"

Foto di Redazione
Info foto

2023 Getty Images

Sci Alpinol'intervista

Sofia e i suoi recuperi raccontati a "Che tempo che fa": "Quei giorni a St. Moritz tra epica e follia"

Goggia e l'ospitata nel programma di Fabio Fazio. "A 30 anni vorrei essere una sciatrice migliore, anche perchè entro nell'ultimo quadriennio della mia carriera".

Quattro anni dopo è tornata nel salotto di “Che tempo che fa”.

Quattro come le Coppe del Mondo di discesa conquistate, l'ultima sollevata al cielo di Soldeu dieci giorni prima. Domenica sera, Sofia Goggia è stata ospite della trasmissione di Rai 3, condotta da Fabio Fazio, raccontando dei suoi recuperi e delle sue imprese, ma anche dei suoi lati particolari e umani. “Come quando comincio a cantare in pista, ma solo nella mia testa, i pezzi di Adriano Celentano e di Ornella Vanoni. In realtà non so proprio cantare, solo il nostro inno quando vinco”.

E ancora: “A 30 anni vorrei essere una sciatrice migliore, più completa e con più padronanza della tecnica – analizza Sofia confermando di voler andare avanti per altre quattro stagioni, ovvero sino ai Mondiali di Crans-Montana 2027 – anche perchè entro nel mio ultimo quadriennio. Studio tantissimo dopo le prove, mi piace proprio riguardare ogni dettaglio, compresi quelle delle mie rivali, e prima di andare a letto ripasso tantissimo la pista, quasi per chiedere al mio cervello di farlo anche di notte”.

Il racconto di quelle 24 ore a St. Moritz, con la frattura alla mano nella prima discesa del 17 dicembre, conclusa al 2° posto alle spalle di Elena Curtoni, e la vittoria del giorno successivo. “Epica e un po' di follia. Ho sfiorato la quarta porta con la mano e ho subito sentito che qualcosa non andava, avevo malissimo scendendo. L'unica opzione per gareggiare il sabato era quella di farsi operare: siamo andati in auto a Chiavenna per prendere l'elicottero, ma c'era brutto tempo e siamo atterrati a Bresso, arrivando a Milano alle 15 per l'intervento, fatto a tempo record da uno staff pazzesco. E poi c'è stato l'aiuto dello staff di Giorgio Armani per tornare a St. Moritz, dove alle 22 ho mangiato un piatto di riso e salmone prima di fare le prove con il guanto per adattarmi in vista della gara.

A mezzanotte e mezza a letto, alle 6.15 la sveglia. Ed è andata così...”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
2k
Consensi sui social

Ultimi in scialpino

Matilde, Marco, Margot, Matteo: così non si può andare avanti. Papà Lorenzi: Torniamo nel baratro di quei giorni

Matilde, Marco, Margot, Matteo: così non si può andare avanti. Papà Lorenzi: Torniamo nel baratro di quei giorni

La notizia della scomparsa di Matteo Franzoso, che martedì avrebbe compiuto appena 26 anni, deve immediatamente fare riflettere, in maniera sempre più vigorosa, sulle norme di sicurezza nello sci pensando a quanto accaduto contro quella staccionata a La Parva: il 28 ottobre 2024 l'addio a Matilde Lorenzi, alla quale il velocista ligure era molto legato, il 9 marzo e il 24 aprile 2025 trovarono la morte in pista altri due giovanissimi, Marco Degli Uomini e Margot Simond.