Brignone, mille aneddoti nel podcast di Huetter e Schmidhofer: "Prima di Méribel 2023 ero decisa a ritirarmi"

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Gabriele Facciotti

Sci Alpinol'intervista

Brignone, mille aneddoti nel podcast di Huetter e Schmidhofer: "Prima di Méribel 2023 ero decisa a ritirarmi"

La vincitrice della Coppa del Mondo si è raccontata a cuore aperto a "Wos dahinter steckt", intervistata dalle due campionesse austriache. "Il casco con la tigre nasce dalla volontà di fare qualcosa di speciale visto che, al termine di quel 2022/23, ero convinta che avrei lasciato. Di certo non volevo farlo con quella uscita nel gigante delle finali a Soldeu, poi sono arrivate due stagioni incredibili. Con Davide ho fatto la scelta giusta e ho lottato per averlo come coach in nazionale".

Mille aneddoti in una chiacchierata interessantissima, una quarantina di minuti con Federica Brignone a colloquio assieme a Cornelia Huetter e Nicole Schmidhofer, che da quasi tre anni gestiscono e conducono il loro podcast, “Wos dahinter steckt”, dove raccontano il dietro le quinte del circo bianco.

L’ultima ospite in ordine di tempo, nella puntata pubblicata questa sera (e registrato domenica scorsa, con Fede in collegamento dalla sua La Salle), è stata proprio la campionessa del mondo di gigante e detentrice della sfera di cristallo, che si è raccontata parlando in inglese (ma a tratti anche in tedesco per onorare le due “padrone di casa”) nell’episodio che trovare su Spotify ed è stato intitolato “The Tiger”, legandosi al soprannome di Federica.

Conny Huetter, che tra l’altro ha cominciato a parlare decisamente bene la nostra lingua essendo fidanzata già da qualche tempo con il preparatore delle azzurre, Luca Scarian, ha cominciato con Brignone partendo naturalmente da questa fase del recupero, ad oltre 4 mesi e mezzo dall’infortunio nel gigante tricolore che mette ancora in pericolo la stagione olimpica di Fede. “Mi trovo a convivere con un approccio completamente diverso da quello degli scorsi anni – le parole della fuoriclasse valdostana, che continua la sua riabilitazione quotidiana al J Medical di Torino – Lavoro per tornare a fare le stesse cose di prima e la famiglia e gli amici mi stanno dando un supporto incredibile”.

Si è parlato degli inizi sugli sci e soprattutto dell’aspetto mentale, perché la stella azzurra ha spiegato che, per diventare ciò che è ora, pur avendo una mamma che ha vinto in Coppa del Mondo, “non ho mai avuto pressioni di alcun tipo, con la fortuna di potermi divertire praticando tante discipline che mi hanno formata”. E il rapporto col fratello Davide, assieme al quale condivide tantissimi aspetti della vita, è determinante ma, come ben noto, è dovuto passare dall’esclusione del suo attuale coach dai quadri federali, prima di riuscire a trovare un accordo con la FISI. “E’ molto speciale averlo come tecnico, lui crede tantissimo in me anche in questo recupero e sappiamo divertirci moltissimo assieme, anche fuori dalla pista.

Sì, i problemi ci sono stati per il suo inserimento in nazionale, ho dovuto gestire una situazione non facile (anche sul piano economico, visto che Federica ha sostenuto le spese in prima persona, ndr), ma i risultati con lui sono evidenti anche se è servito lottare per avere questa opportunità. Posso dire che è stata la scelta giusta, come sapete la Federazione ha concesso a me, Sofia e Marta i rispettivi coach personali negli ultimi anni”.

Nel podcast si è quindi analizzato i progressi di Federica in discesa, con la prima vittoria di St. Anton decisamente speciale, sino ad arrivare alla vittoria della Coppa del Mondo nella disciplina regina (12 mesi dopo la stessa Huetter, che la vinse nel 2024). Impensabile ad inizio stagione, ammette: “Mi sono resa conto a novembre di andare forte – ha spiegato Brignone riferendosi al camp di Copper Mountain – Vincere la sfera di cristallo in discesa era qualcosa di pazzo, impossibile in quel momento. A Beaver Creek poi le cose sono andate male, quando ho indossato per la prima volta il pettorale rosso a Cortina ero già contenta, poi a La Thuile sapevo di avere una possibilità su quella pista ma, sia per la tappa di casa che alle finali di Sun Valley, sono arrivate le cancellazioni”.

E poi i Mondiali di Saalbach, trionfali con l’argento in super-g ad aprire e il capolavoro iridato in gigante: “Il pubblico in Austria dà sempre un’energia enorme, io sapevo in quel gigante di poter fare bene considerando la pista e la neve, ma ero già molto felice del super-g perché si trattava della mia prima medaglia in quella specialità in un grande evento, arrivando tra l’altro in un contesto tecnico che generalmente non mi piace. Anche in discesa infatti sapevo che sarebbe stato difficile, mentre nella mia gara d’oro ero molto focalizzata e non ho avvertito la pressione, pensando solo ad esprimere il mio miglior sci".

Dalla passione per gli sport acquatici alla volontà di girare il mondo una volta terminata la carriera, nel racconto si è tornati a quel maledetto 3 aprile 2025, su specifica domanda di Schmidhofer che, alla pari di Huetter, di infortuni ne sa qualcosa ripensando a quel clamoroso volo in Val d’Isère, nel dicembre 2020, dell’ex campionessa del mondo di super-g. “I miei primi pensieri quando ero a terra? Non lo so, davvero… Sicuramente ho capito di aver rotto qualcosa di importante, ma era difficile rendersi conto perché sino a quel momento avevo avuto solo infortuni piccoli. Mi chiedevo perché, perché, perché.

Ora naturalmente si parla delle mie possibilità di esserci alle Olimpiadi, ma è troppo difficile dirlo per la particolarità dell’infortunio: non è la classica frattura di tibia e perone, è differente, ma dopo l’ultimo check-up a fine luglio (con l’intervento in artroscopia al ginocchio sinistro, ndr) sono felice dei progressi, pur rendendomi conto che è ancora complicato fare dei piani per il ritorno sugli sci. Giorno per giorno valutiamo la situazione, ad ogni modo il sogno è tornare per l’inverno e si tratta di una grande sfida. Per il futuro a lungo termine, sono sicura di una cosa: voglio essere io a decidere quando smettere, non trovarmi costretta a farlo”.

Schmidhofer le dice di credere tantissimo nel suo ritorno, d’altronde è pur sempre la tigre per tutto il circo bianco, e proprio partendo dal suo soprannome, Fede svela che al termine della stagione 2022/23 era convinta che si sarebbe ritirata. Se in passato aveva palesato questa possibilità dopo le finali di Lenzerheide 2021, più in generale spiegando che avrebbe comunque deciso dopo ogni annata senza porsi un arco temporale ben definito, ecco che la detentrice della CdM racconta nel dettaglio quanto accaduto in quei primi mesi del 2023. “Prima dei Mondiali di Méribel (dove fu d’oro in combinata e argento in gigante, ndr), ero convinta che quella sarebbe stata la mia ultima stagione e volevo quindi un casco speciale, appunto con la tigre.

Poi sono arrivate le finali di Soldeu, ero veloce ma uscii in gigante (perdendo tra l’altro il podio nella generale), pensai che di certo non avrei voluto chiudere in quel modo. Sentivo di essere ancora veloce e competitiva, poi sono arrivate le due stagioni successive davvero incredibili”. Rispondendo a Schmidhofer che si è detta sorpresa di questa rivelazione, Federica ha poi aggiunto che “dopo il periodo Covid ho avuto questi pensieri anche perché in quella situazione era difficile divertirsi e vivere lo sci come piace a me”.

Poi il gioco finale, scegliendo tra pizza e pasta (“la prima”), vino rosso o bianco (anche in questo caso il primo), e il gigante preferito alla discesa, “ma in allenamento mi diverto di più ad andare veloce!”.

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