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Brian Boyle, uno slapshot alla leucemia

BRIAN BOYLE: UNO SLAPSHOT ALLA LEUCEMIA
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Brian Boyle, uno slapshot alla leucemia

Gli ultimi esami mostrano che la malattia con cui l'attaccante 33enne convive da più di un anno è in remissione.

Era l’estate del 2017 e Brian Boyle, fresco di firma del contratto con i New Jersey Devils, durante il training camp, ha iniziato ad accusare una stanchezza anomala. A seguito degli accertamenti del caso, il giocatore ha scoperto che questa condizione era riconducibile al peggiore dei mali: un tumore.

La sconcertante notizia non ha comunque intaccato la voglia di ghiaccio e l’amore per l’hockey di Boyle che, dopo un paio di mesi di trattamenti, è tornato in pista il 1° novembre 2017.

Il 9 novembre, nella sfida casalinga contro gli Edmonton Oilers, l’attaccante dei Devils è tornato al gol, sciogliendosi in lacrime: “Non ho mai pianto dopo un gol prima d’ora…è una sensazione stupenda. È tutto!”.

Per Boyle, il momento più emozionante durante quei mesi bui resta quello vissuto la sera del 24 novembre 2017, durante la Hockey Fights Cancer Night, appuntamento annuale durante il quale la National Hockey League promuove iniziative benefiche per la ricerca contro il cancro.

In un Prudential Center tutto esaurito e stracolmo di cartelli recanti la scritta “BOYLE STRONG” l’attaccante dei Devils ha messo a segno il suo secondo gol stagionale: il Prudential Center è letteralmente esploso e il pubblico ha cominciato a intonare cori dedicati al giocatore: "Ricorderò per sempre questo giorno. Per me è stato di grande ispirazione conoscere persone e soprattutto bambini che sono costretti a convivere con il cancro…e poi vedere l’accoglienza dei tifosi e la loro reazione al momento del gol mi ha lasciato senza parole".

La persona che più di tutte lo ha ispirato, dandogli il coraggio di non arrendersi, è stato il piccolo Abdiel Collazo, un bimbo di soli 8 anni, tifosissimo dei Devils, che lotta da oltre 4 anni contro la leucemia.

In occasione dell’evento Hockey Fights Cancer, il piccolo Abdiel è stato ingaggiato per un giorno dalla sua squadra del cuore come Assistant Coach, “guidando” gli allenamenti mattutini della squadra e prendendo parte al puck-drop inaugurale della serata, insieme ai famigliari di Boyle.

Provate a immaginare cosa ha passato questo bambino e cosa ha vissuto la sua famiglia in questi anni. Il tumore è ingiusto, non guarda in faccia nessuno, colpisce chiunque, anche i più piccoli. Vedere come Abdiel affronta da anni questa tragedia, sempre con il sorriso sulle labbra, mi ha dato una spinta in più per non mollare”.

Quella sera, tanti bambini malati, e non solo, hanno visto in Boyle un esempio e un’ispirazione. Semplicemente, un ragazzo che ha cercato di non arrendersi, di fronte alla malattia.

Oggi, finalmente, dopo un anno di calvario, il tumore sembra scomparso.

Purtroppo, non tutti sono stati fortunati come lui e, sia chiaro, la forza di volontà non è da sola sufficiente per guarire contro un tumore.

Il messaggio che però, Boyle ha voluto trasmettere in questi mesi è quello di non arrendersi di fronte alle difficoltà, anche le peggiori, di non buttarsi giù, ma di provare a vivere una vita normale e di godere di ogni singola, per quanto piccola, gioia quotidiana.

La sento come una precisa responsabilità: farò di tutto per dare speranza a chi ha vissuto e vive questa esperienza”.

Boyle, nel 2018 è stato anche premiato con il Bill Masterton Trophy, consegnato al giocatore che meglio esemplifica le qualità di perseveranza, sportività e dedizione all'hockey su ghiaccio.

 

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