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Le otto contraddizioni alla base del deferimento di Carolina Kostner

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Le otto contraddizioni alla base del deferimento di Carolina Kostner

Trascorsi cinque giorni da quando la Procura antidoping del CONI ha richiesto una squalifica di quattro anni e tre mesi per Carolina Kostner, è interessante analizzare, per quanto sia possibile, le otto contraddizioni emerse tra le deposizioni, rilasciate in tempi diversi, da Alex Schwazer e dalla ventisettenne altoatesina.

 

A) L’ora del controllo non combacia. Secondo Kostner, sarebbe avvenuto alle 07:00 mentre lei e l’allora compagno stavano facendo colazione. A detta di Schwazer, invece, l’ispettore della WADA si sarebbe presentato alle 09:00, mentre entrambi dormivano ancora.

In questo caso, ogni dubbio può essere fugato prendendo come riferimento quanto scritto nel verbale dell’addetto al controllo antidoping (CDO, doping contol officer)

 

B) Kostner sostiene di non ricordare un precedente test effettuato ad Oberstdorf il 13 luglio 2012, mentre Schwazer dice che non poteva non esserne al corrente perché il controllo è stato effettuato alle 06:00 della mattina con la coppia svegliata di soprassalto all’alba.

Anche in questo caso, ogni dubbio può essere fugato prendendo come riferimento quanto scritto nel verbale dell’addetto al controllo antidoping, sempre che abbia percepito la presenza di Kostner nell’abitazione

 

C) Kostner avrebbe dichiarato alla procura Antidoping che Schwazer non era in possesso delle chiavi dell’appartamento di Oberstdorf, ma lui ha smentito.

In questo caso, la verità può essere conosciuta solamente dai diretti interessati, ma oggi Kostner, in un’intervista rilasciata al “Fatto Quotidiano”, ha spiegato che Schwazer, quando si trovava ad Oberstdorf, aveva a disposizione un mazzo di chiavi per potersi muovere in maniera indipendente

 

D) Kostner si è detta sicura di non avere mai cenato con Michele Didoni, tecnico di Schwazer deferito nei giorni scorsi, mentre a detta di Schwazer ci sarebbe stata come minimo una cena insieme.

In questo caso, le persone coinvolte sono tre e sapranno sicuramente come sono andate le cose ricordando quanto meno il luogo dove si sarebbe tenuta la cena, sempre che ci sia effettivamente stata. Resta difficile capire l’utilità del fatto ai fini processuali, se non per avvalorare l’eventuale tesi che una parte sia menzognera e l’altra no

 

E) Secondo Kostner, la prima comparsa di farmaci sospetti nel frigorifero di Oberstdorf risalirebbe a febbraio, mentre per Schwazer non prima di luglio.

Si tratta di un fatto che non potrà mai essere appurato, a meno che un giorno le due versioni inizino a combaciare

 

F) Kostner ha raccontato alla Procura di avere intimato a Schwazer, subito dopo il controllo mancato, di lasciare la casa di Oberstdorf. Secondo Schwazer, invece, Kostner era senza dubbio alterata per quanto avvenuto, ma non gli avrebbe chiesto di andare via.

Di fronte a quanto dichiarato, è difficile capire chi sia dalla parte della verità, ma un’attenta analisi di quanto avvenuto nelle ore seguenti potrebbe fornire una chiave di lettura della situazione


G) Secondo Kostner, Schwazer non poteva essersi reso conto della presenza degli ispettori WADA, rimasti ad attendere in macchina dopo il controllo mancato, perché dalla casa non si poteva vedere l’angolo di strada dove si trovavano, mentre Schwazer sostiene di averli chiaramente visti dal terrazzo di casa.

Si tratta di un particolare facilmente appurabile recandosi presso la casa di Kostner di Oberstdorf, sempre che possa avere una rilevanza ai fini processuali

 

H) In ultimo, riguardo la telefonata che sarebbe avvenuta tra Schwazer e l’ispettore della WADA, Kostner sostiene di avere passato di sua volontà l’ispettore a Schwazer. Secondo Schwazer, invece, sarebbe stato lui ad insistere affinchè potesse personalmente parlare con l’ispettore della WADA.

A meno che l’ispettore della WADA non abbia percepito quanto stava accadendo, fatto non improbabile alla luce delle dinamiche della telefonata, solo i diretti interessati possono essere al corrente di quanto realmente accaduto

 

Nello specifico, alla luce delle contraddizioni emerse, la Procura antidoping del CONI ha richiesto una sanzione di quattro anni di stop in quanto Kostner avrebbe fornito aiuto a Schwazer nell’eludere il controllo antidoping di Oberstdorf mentendo all’ispettore della WADA in due occasioni. In un caso, negando la presenza dell'allora compagno all'interno dell'abitazione e nell’altro negando che la macchina di Schwazer non fosse parcheggiata nel cortile adiacente.

Inoltre, sarebbe stata richiesta un’ulteriore sospensizione/inibizione di tre mesi per via dell’omessa denuncia dei rapporti tra Schwazer e il medico inibito Michele Ferrari, che la ventisettenne altoatesina aveva dichiarato di non conoscere.

In ogni caso, va rimarcato come la Procura abbia comunque richiesto la sanzione minima per le violazioni addebitate a Carolina Kostner.


Nel frattempo, la vicenda è diventata di pubblico dominio, al punto che numerosi non addetti ai lavori hanno iniziato ad approfondire quanto avvenuto ponendosi dubbi sulla congruità della pena richiesta.

Va registrato anche il primo intervento della Federazione Sport Ghiaccio, per bocca del Presidente Andrea Gios: ”Certamente è una vicenda spiacevole: stiamo parlando di un’atleta che è stata sempre un esempio di correttezza, ammirata da tutti e che il mondo ci invidia. Come uomo e Presidente, sono assolutamente certo della bontà delle intenzioni e buona fede di Carolina. Da parte della Federazione e mia avrà tutto l’appoggio e il sostegno che merita, fiducioso che questa vicenda possa risolversi positivamente per la nostra atleta, la sua famiglia e lo sport italiano”.


Oggi, sono anche arrivate le prime dichiarazioni di Carolina Kostner, che, al ritorno da una Tournèe negli Stati Uniti, ha rilasciato una lunga intervista a Beatrice Borromeo de “Il Fatto Quotidiano”.

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