Rapporto Wada durissimo: "È doping di stato, Russia fuori dai Giochi olimpici"

Rapporto Wada durissimo: 'È doping di stato, Russia fuori dai Giochi olimpici'
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Rapporto Wada durissimo: "È doping di stato, Russia fuori dai Giochi olimpici"

A Ginevra è appena terminata una devastante conferenza stampa tenuta dalla Wada. L'Agenzia Mondiale Antidoping ha accusato la Russia di aver instaurato de facto un sistema di doping di stato, con ripercussioni anche sui Giochi olimpici invernali di Sochi 2014.

Il lunghissimo rapporto (335 pagine) redatto da una commissione indipendente Wada presieduta da Dick Pound ha provato le accuse lanciate dai media tedeschi nel dicembre 2014 tramite un documentario realizzato dalla televisione ARD.

Stando a quanto viene scritto nel rapporto, per lungo tempo i servizi segreti russi (FSB) sono stati impegnati a spiare quanto avveniva nel laboratorio antidoping di Mosca, anche durante i Giochi olimpici di Sochi.

Questo quanto detto dalla Wada in apertura di conferenza stampa: "Il laboratorio di Mosca non opera indipendentemente dalla Rusada (agenzia russa antidoping) o dal Ministero dello sport.

La sua imparzialità, il suo giudizio e integrità sono stati compromessi dalla sorveglianza dell'FSB durante i Giochi olimpici invernali di Sochi.

Inoltre la presenza del servizio segreto all'interno del laboratorio di Sochi e del laboratorio di Mosca ha imposto un'atmosfera di intimidazione allo staff del laboratorio stesso, che supporta le accuse di influenza statale negli eventi sportivi".

È stata riportata una dichiarazione di un membro del suddetto staff, il quale in assoluta confidenza ha dichiarato alla commissione: "L'ultima volta a Sochi nel laboratorio c'erano con noi alcuni tizi che fingevano di essere ingegneri, ma in realtà appartenevano al servizio di sicurezza federale, l'FSB. Diciamo il nuovo KGB".

In verità il focus principale della commissione ha riguardato l'atletica leggera. Nel rapporto si raccomanda che la Wada dichiari immediatamente la federazione russa  "non conforme" con il codice mondiale antidoping e che la IAAF (federazione mondiale dell'atletica) la sospenda dalle competizioni.

Inoltre si raccomanda che il CIO non accetti ulteriori iscrizioni dalla federazione russa fino a quando l'organismo non venga nuovamente dichiarato conforme al codice antidoping. Una decisione di questo genere escluderebbe la Russia dell'atletica leggera dai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016.

Tuttavia la questione rischia di andare ben oltre all'atletica, poiché la commissione ha accusato lo stato russo di complicità: "Non ci sono prove di un coinvolgimento diretto del governo, ma vista la scala delle attività scoperte, sarebbe davvero ingenuo pensare che siano avvenute senza l'approvazione, esplicita o tacita, delle autorità governative russe".

Al riguardo, il direttore del laboratorio di Mosca Grigory Rodchenkov è stato chiaramente identificato come complice e istigatore di attività dopanti.

Durante le indagini della commissione quest'ultimo ha ammesso di aver distrutto intenzionalmente 1.417 campioni prelevati agli atleti con l'obiettivo di intralciare l'attività della Wada nel caso essi potessero essere trasferiti in un altro laboratorio antidoping.

In merito agli sport invernali sono state fatte alcune domande a Pound, il quale ha risposto come segue:

"Non si può essere fiduciosi nel fatto che non ci sia stata manipolazione dei risultati di Sochi 2014. Non ci sono prove concrete, ma non è difficile immaginare quale fosse l'interesse dello stato russo nei confronti dei campioni di urina".

"Probabilmente si tratta solo della punta di un iceberg. Immagino che il sistema sia diffuso oltre l'atletica leggera, ma questa è materia per un'altra commissione di inchiesta".

"Nell'atletica leggera gli allenatori erano complici, facevano ogni genere di cose. Negavano la presenza degli atleti, o usavano identità false. Se questa politica fosse confinata all'atletica non lo so, ma di sicuro il biathlon e lo sci di fondo hanno molti problemi di doping e non solo da parte dei russi".

Pound ha concluso la conferenza stampa con la seguente chiosa: "Nello sport se fallisci un test antidoping, fallisci anche un test di intelligenza. E questo vale per tutte le nazioni".

Se per la commissione indipendente Wada si è concluso il lungo lavoro iniziato tramite un'inchiesta dei media tedeschi, i guai per la Russia potrebbero essere appena cominciati.

Vedremo se l'inchiesta si allargherà a macchia d'olio e se vi saranno ricadute anche su quanto visto durante i XXII Giochi olimpici invernali.

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