La nuova maglia rosa del Giro Women era una grande promessa dello sci: Anna Henderson e una storia di rinascita

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La nuova maglia rosa del Giro Women era una grande promessa dello sci: Anna Henderson e una storia di rinascita

La britannica della Lidl-Trek ieri all'Aprica ha vinto la seconda tappa del Giro d'Italia e indossato il simbolo del primato: dieci anni fa, dopo aver disputato i Mondiali jr, la frattura gravissima ad una gamba e la riabilitazione che l'ha portata in bicicletta. Dopo l'argento olimpico a crono ecco la prima vittoria in un GT, il racconto dei genitori (innamorati dell'Italia e delle montagne scoperte seguendo la figlia sulle piste) ai colleghi di tuttobiciweb.

Il Giro d’Italia Women è ripartito oggi scalando il Tonale prima dell’arrivo di Trento, con Anna Henderson in maglia rosa davanti alle due grandi favorite per il successo finale (domenica prossima a Imola la conclusione), l’elvetica Marlen Reusser e la campionessa d’Italia e vincitrice dell’ultima edizione, Elisa Longo Borghini.

Se la passista britannica in forza alla Lidl-Trek, già sesta nella cronometro inaugurale di Bergamo, non è certo tra le favorite per la generale, ieri Anna ha firmato un’impresa sulle rampe dell’Aprica, anticipando le big assieme alla francese Miermont, regolando poi la diretta rivale allo sprint e conquistando il simbolo del primato.

Ebbene, colei che è anche la vice campionessa olimpica in carica a cronometro (argento a Parigi 2024 dietro all’australiana Graece Brown), era considerata davvero una promessa dello sci alpino, arrivando da giovanissima a giocarsi già eventi importanti ad inizio 2015, dagli EYOF a Malbun passando per le FIS NJR di Bormio (7^ in gigante e 6^ in slalom in quell’occasione) prima del debutto ai campionati del mondo juniores in quel di Hafjell. Nel gigante della rassegna iridata giovanile in Norvegia, Henderson esce nella prima manche di una gara che vedrà salire sul podio nientemeno che Nina Ortlieb, Stephanie Brunner e Valerie Grenier, tre che di strada ne hanno fatta parecchia ma già avevano molta più esperienza di Anna, parlando di due classe ’96 e di una ’94 (Brunner) a dispetto della britannica, nata nel novembre 1998.

Poi, qualche giorno più tardi, la chiusura di stagione a Tignes ai campionati nazionali e purtroppo rappresenterà anche la fine della carriera sugli sci della nuova maglia rosa del Giro, che cade in gigante e si frattura in maniera gravissima una gamba.

Ci hanno pensato i genitori di Anna, Janet e John Henderson, a raccontare alla collega Giorgia Monguzzi di “tuttobiciweb”, proprio ieri dopo il trionfo della figlia all’Aprica, quanto accaduto in questo decennio di autentica rinascita sportiva, scoprendo la bicicletta proprio per recuperare da quel terribile infortunio. La coppia britannica seguirà tutto il Giro di Anna, le ferie dal lavoro sono state utilizzate proprio per la figlia e c’è di più, perché Janet e John spiegano di essere innamorati pazzi dell’Italia e delle nostre montagne, scoperte proprio accompagnando Anna nelle sue gare da giovanissima. “Siamo felicissimi, se lo merita davvero anche perché l’anno scorso è stata una stagione molto sfortunata, si è fratturata la clavicola e ha corso poco – le parole dei coniugi Henderson - Ha lavorato tanto per essere al Giro in una buona forma, è la sua prima volta qui, un’esperienza che voleva assolutamente provare.

Anna ha iniziato come sciatrice, seguiva il fratello maggiore, lui poi è diventato musicista mentre lei è sempre stata fortissima, ha partecipato a gare internazionali di alto livello e per seguirla abbiamo iniziato a viaggiare in Italia e ad innamorarci di questo paese. Abbiamo visitato posti bellissimi come il Trentino e l’Abetone, ma soprattutto il Mottolino a Livigno, sono zone che conosciamo davvero molto bene.

Poi un giorno, in quel campionato nazionale, è finito tutto ed è stato davvero terribile. Durante la riabilitazione, Anna ha iniziato ad andare in bici in un velodromo di Londra, un allenatore l’ha notata e le ha consigliato di provare e da lì è iniziata una nuova avventura”.

Il salto tra le pro nel 2020, l’anno del covid, ma la vera avventura ad alto livello è cominciata nel 2021 con uno squadrone come la Jumbo Visma di Marianne Vos, prima di scegliere la Lidl-Trek (per la quale ha firmato sino al 2027, ndr) per giocarsi anche qualche chances da capitana, non solo in supporto delle compagne. Come in questo Giro, che è già un successo dopo due sole tappe sulle otto in programma: “Come squadra sapevamo di doverci provare in una giornata del genere – le prime parole di Anna Henderson, emozionatissima, dopo aver vestito la maglia rosa – Non avevo nulla da perdere, l’avevo anche detto al mio ragazzo questa mattina prima di partire, ma la prima vittoria in un grande giro e questa maglia vanno oltre. E’ tutto incredibile”.

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