La storia di Florian Lipowitz: dal biathlon al podio del Tour de France, stasera la festa a Parigi

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La storia di Florian Lipowitz: dal biathlon al podio del Tour de France, stasera la festa a Parigi

Straordinaria la stagione 2025 del 24enne tedesco, cresciuto assieme al fratello Philipp con sci stretti e carabina, prima del passaggio al mondo del ciclismo e di una crescita continua: la terza piazza alla Grande Boucle (e la maglia bianca di miglior giovane), dietro due fenomeni clamorosi come Pogacar e Vingegaard, è la ciliegina sulla torta, ma questo ragazzo venuto dalle discipline invernali ha ancora tanta strada davanti per vincere qualcosa di importante.

I passaggi dagli sport della neve alle due ruote sono ormai più che frequenti, Primoz Roglic è chiaramente il nome più altisonante in tal senso, se pensiamo che l’ex iridato jr a squadre nel salto con gli sci, in sella ad una bicicletta ha vinto quattro volte la Vuelta Espana, un Giro d’Italia, la Liegi e la cronometro olimpica.

Proprio un suo attuale compagno di squadra in casa Red Bull-Bora Hansgrohe, Florian Lipowitz, è il protagonista di una nuova favola; il classe 2000 tedesco salirà questa sera, al tramonto dei Campi Elisi dopo l’ultima frazione (che non sarà però una passerella visto il triplo passaggio sull’erta di Montmartre), sul podio finale di Parigi, al 3° posto di un Tour de France che, per il quinto anno consecutivo, ha visto dominare Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, con lo sloveno alla quarta maglia gialla battendo il grande rivale danese, 2° come nel 2024 (dopo aver vinto il Tour nei due anni precedenti).

A 11 minuti dal campionissimo sloveno, con poco più di un minuto di margine sul britannico Oscar Onley (che ha piegato nel duello finale per la terza piazza venerdì nell’ultimo tappone alpino a La Plagne) assieme al quale si è giocato pure la maglia bianca di miglior giovane della corsa più importante al mondo, ecco il 24enne cresciuto nelle Alpi Svese, nella Germania sud-occidentale, fratello di quel Philipp (classe 1999, di un anno più “anziano”) che si è laureato campione del mondo juniores di biathlon nell’Individuale di Obertilliach 2021.

Florian, invece, dopo aver cominciato con sci stretti e carabina in spalla quando aveva 7 anni, ha cambiato il suo destino sportivo per vari motivi. “Non c’era molta neve nel nostro territorio, quando io avevo 14 anni e mio fratello 15, andammo in collegio a Stams (il più rinomato in Austria e non solo, ndr) – ha raccontato Florian tempo fa in un’intervista riportata dai colleghi di “Bicisport” – Durante una vacanza con il kitesurf, mi sono rotto il crociato anteriore del ginocchio e, visto che il ciclismo in famiglia lo praticavamo sin da bambini grazie ai nostri genitori, ho provato a fare sul serio in un altro ambito”.

Il piccolo Florian, in realtà, già durante la sua breve carriera nel biathlon aveva completato una Gran Fondo di 120 km a Nauders, a 16 anni ha pedalato dalla Germania e fino a Nizza, poi la svolta nel 2019, vincendo due GF sulla scia di quanto fatto da papà Marc, che partecipava alle prove di lunga distanza (mentre la mamma Evelin ha corso parecchie maratone).

Ecco, se c’è una caratteristica che Lipowitz mostra anche ora da professionista affermato, è una resistenza clamorosa da vero corridore di endurance, migliorato tantissimo anche a cronometro pur avendo di certo nella salita e nella costanza la dote migliore. Il contatto con Dan Lorang, storico responsabile delle prestazioni del team nato come Bora, è stato quello decisivo: “Mi ha portato ad avere una possibilità con la squadra Under 23 della Tirol KTM Cycling Team, da lì è cominciato tutto”.

Sì, perché dalla formazione Continental austriaca, a metà 2022 Florian passa da stagista proprio a quella che diventerà la Red Bull-Bora Hansgrohe, debuttando sulle corse di tre settimane al Giro d’Italia 2024, quasi subito però costretto al ritiro (ma aveva fatto benissimo alla seconda tappa sull’arrivo in salita di Oropa), prima di ottenere un grandioso 7° posto alla Vuelta Espana ed esplodere definitivamente quest’anno.

Prima del podio al Tour de France, infatti, Lipowitz ha concluso al 2° posto la Parigi-Nizza, ha perso il podio ai Paesi Baschi (altra corsa WT di una settimana tra le più importanti) solo per una caduta nell’ultima tappa, si è piazzato 3° al Delfinato alle spalle dei due “mostri” e, di nuovo ma in un contesto molto più tosto, solo Pogacar e Vingegaard l’hanno preceduto nella corsa alla maglia gialla.

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