Dall'Abruzzo riparte la caccia allo yeti rimandata da Messner

Davide Peluzzi guida altri 7 alpinisti della Extreme Nunaat International. Il progetto di ricerca, finanziato anche da Ubisoft per promuovere il lancio del videogioco “For Cry4 valle degli yeti”, coinvolge il dipartimento di scienze biologiche e ambientali dell'Università di Bologna, con cui il gruppo collabora da anni nell'ambito di studi sulle popolazioni del Nepal che vivono in alta quota.

La scelta di visitare le foreste verticali del Rolwaling Himal non è casuale, visto che proprio qui, nel 1951, durante la prima esplorazione di una spedizione occidentale Eric Shipton e il dottor Michael Ward scattarono le prime celebri fotografie di impronte riconducibili alla leggendaria creatura himalayana.

La Jmotion Film Production, sponsor tecnico della missione intitolata Extreme Malangur Expedition, realizzerà un documentario con le immagini prodotte da un cameraman al seguito, esperto nelle riprese con droni. Il gruppo è impegnato anche in scopi benefici, soprattutto nel completamento dell'acquedotto del villaggio di Jagat, che servirà anche la vicina scuola frequentata da 470 bambini.

Sarebbe dovuto partite in gran segreto per l'Himalaya, con un gruppo di scienziati inglesi e una troupe tv, anche Reinhold Messner, tra i più convinti sostenitori dell'esistenza dello yeti, ritenuta dagli esperti più probabilmente una specie frutto dell'incrocio tra un orso polare e un orso bruno. Proprio questo voleva dimostrare il progetto scientifico sposato dal re degli Ottomila e rimandato dopo una fuga di notizie in Austria che avrebbe potuto indurre attacchi da parte di terroristi locali.

Questo week-end a Hot Springs, in Montana, è prevista invece una serata intitolata Big Sky Bigfoot Conference, con relatori e testimonianze di persone provenienti da più angoli degli Stati Uniti.