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Metà dei podi olimpici nello sci alpino sono di marca HEAD: storia di un dominio impressionante

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Sci Alpinopechino 2022

Metà dei podi olimpici nello sci alpino sono di marca HEAD: storia di un dominio impressionante

A Pechino 2022 è emersa la qualità e l'adattamento dei materiali della casa austriaca su una neve del tutto particolare. Sei i titoli conquistati con fuoriclasse come Feuz, Mayer, Gut-Behrami, Hector, Suter e la sorpresona Strolz.

Una neve completamente artificiale che è stata un rompicapo per molti, pensiamo a Mikaela Shiffrin in primis, nelle gare olimpiche di Yanqing che, alla fine dei conti, hanno visto trionfare quasi sempre i migliori di un'intera stagione.

Su dieci gare individuali dello sci alpino ai recenti Giochi Olimpici, però, un dato balza all'occhio ed è quello della marca di sci più vincente in maniera netta: Head, la casa del Vorarlberg guidata dal neo presidente della FIS, Johan Eliasch, da anni CEO dell'azienda austriaca, ha portato a casa la bellezza di 6 titoli e occupato 15 dei 30 gradini del podio a disposizione negli eventi a cinque cerchi (team event escluso).

Si è capito sin dalla discesa maschile, con la favolosa tripletta comandata da Beat Feuz, davanti a Johan Clarey e Matthias Mayer, che in termini di adattamento era stato fatto un lavoro davvero eccezionale, con Sara Hector subito d'oro in gigante (e Gut-Behrami di bronzo) e arrivata praticamente a dieci porte dal bis in slalom, dove Holdener in ogni caso ha portato Head alla medaglia di bronzo, per poi conquistare l'argento in combinata.

Altra doppietta con il super-g maschile, che ha visto Matthias Mayer portare a casa il terzo oro olimpico della carriera battendo per appena 4 centesimi Ryan Cochran-Siegle, arrivato solo da questa stagione alla corte del marchio austriaco. Poi nel gigante maschile il terzo posto di Mathieu Faivre e nello slalom il secondo di Johannes Strolz, la rivelazione dei Giochi con il titolo in combinata, gara nella quale James Crawford è salito sul terzo gradino del podio.

Infine altre due perle nella velocità femminile, con i trionfi di Lara Gut-Behrami in super-g e di Corinne Suter in discesa.

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