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Olimpiadi Invernali 2030: si terrà presto un referendum sulla candidatura di Barcellona-Pirenei

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Olimpiadi Invernali 2030: si terrà presto un referendum sulla candidatura di Barcellona-Pirenei

Il governo catalano ci crede, anche se per l'edizione post Milano-Cortina 2026 le rivali sembrano non mancare, da Salt Lake City a Vancouver e Sapporo.

Lara Vilagrà, il ministro della presidenza catalana, ha affermato che il referendum sulla potenziale candidatura per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2030, potrebbe svolgersi prima dell'estate di quest'anno. Vilagrà ha detto che il progetto non può continuare a meno che i cittadini coinvolti non votino a favore della candidatura Barcellona-Pirenei 2030.

Il coinvolgimento dei cittadini comprende una lista di 77 municipi spagnoli direttamente e indirettamente interessati nel progetto, per un totale di 63.000 persone. In un recente sondaggio del governo catalano, il 75% della popolazione è a favore della candidatura; un referendum cruciale per portare avanti il progetto a cinque cerchi, dato che già per il 2026 Innsbruck, Sion e Calgary ne sono uscite sconfitte spianando la strada ad Are e Milano-Cortina, candidatura vinta poi da quest'ultima. Il mese scorso si è tenuta la prima riunione tra i vari membri della commissione catalana e aragonese per esplorare le possibilità di candidatura.

Ora, con il referendum in programma, Barcellona-Pirenei 2030 apre le porte a una sfida con le altre potenziali candidate alla rassegna olimpica. I membri della commissione andranno a Pechino nei prossimi giorni per capire la potenziale offerta. Di conseguenza, gli spagnoli si aggregano alle altre candidature: Vancouver ha preso in considerazione l'idea a distanza di 20 anni dall'Olimpiade del 2010, Salt Lake City al contrario sta ancora valutando se puntare ai Giochi del 2030 o del 2034. L'Ucraina sembra intenzionata a portare avanti la candidatura a qualunque offerta, ma attualmente bisogna considerare la situazione socio-politica in corso.

Infine Sapporo, la favorita tra le candidate anche se in tempi recenti i nipponici hanno dovuto cambiare rotta per ridurre il budget, causa gli effetti della pandemia.

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