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La storia delle Olimpiadi invernali - Vancouver 2010, i Giochi dell'apoteosi del Canada e della tragedia di Kumaritashvili

La storia delle Olimpiadi invernali - Vancouver 2010, i Giochi dell'apoteosi del Canada e della tragedia di Kumaritashvili
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OlimpiadiOlimpiadi - Sochi 2014

La storia delle Olimpiadi invernali - Vancouver 2010, i Giochi dell'apoteosi del Canada e della tragedia di Kumaritashvili

La ventunesima e ultima, ufficialmente fino a stasera, puntata del romanzo olimpico invernale, iniziata malissimo con la tragica morte dello slittinista georgiano e terminata con l'esultanza del Canada per il trionfo, il 14° nei suoi Giochi di casa, nell'hockey maschile. Giuliano Razzoli nello slalom è l'unico oro azzurro.

Il 28 agosto 2002 il CIO sceglie quattro città e ne esclude altre quattro dalla corsa per ospitare i ventunesimi Giochi invernali del 2010. Le “nominate” sono Berna, la sudcoreana Pyeongchang, l’austriaca Salisburgo e la canadese Vancouver, eliminate Andorra la Vella, la cinese Harbin, la spagnola Jaca e Sarajevo, la città olimpica del 1984. In seguito la capitale svizzera si chiama fuori per un referendum popolare contrario ai Giochi e quindi alla votazione della 115a sessione dei CIO a Praga arrivano solamente in tre. Al primo turno Pyeongchang prevale con 51 voti mancando di poco la maggioranza assoluta, Vancouver ha 40 preferenze, eliminata con 16 Salisburgo, i suoi voti al secondo turno confluiscono totalmente su Vancouver che prevale su Pyeongchang per 56 a 53 ed è così la seconda città canadese a ospitare i Giochi bianchi 22 anni dopo Calgary. Nei giorni precedenti l’inizio dei Giochi le temperature nei siti olimpici sono quasi primaverili e sarà proprio questa una delle cause della morte terrificante dello slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili, che a poche ore dalla cerimonia d’apertura, all’ultima curva dell’ultima prova del singolo maschile dello slittino perde il controllo del suo mezzo a causa del ghiaccio estremamente scivoloso e va a schiantarsi a oltre 140 all’ora contro uno dei pali di metallo che sorreggono la tettoia dell’arrivo.

Le Olimpiadi cominciano come peggio non potrebbero, la morte del 21enne georgiano verrà imputata alla sua inesperienza e inadeguatezza a un evento di questa portata da parte del Cio e della federslittino internazionale, che peraltro lo commemoreranno solo a Sochi a ben quattro anni di distanza dalla tragedia. In realtà uno dei motivi dell’incidente, oltre alle alte temperature, è che le ultime curve erano molto pericolose perché facevano prendere velocità quasi incontrollabili per gli atleti aumentate dalla scivolosità del ghiaccio tanto che nella penultima prova perfino il doppio campione olimpico Armin Zöggeler si ribalta lungo il budello. Ad ogni modo in tutte e tre le gare dello slittino viene abbassata la partenza, nel maschile trionfa il tedesco Felix Loch mentre Zöggeler è bronzo portando all’Italia una delle (solamente) cinque medaglie di questa spedizione azzurra ed eguagliando le cinque medaglie olimpiche consecutive nello stesso evento del “collega” tedesco Georg Hackl, Germania davanti a tutti anche nella gara femminile con la favorita della vigilia Tatjana Hüfner, i campioni uscenti austriaci Andreas e Wolfgang Linger si confermano nel doppio. Nel bob a due maschile quarto titolo olimpico per il tedesco André Lange, il secondo in questa gara, in quella a quattro Steven Holcomb agli Stati Uniti un titolo olimpico nel bob maschile dopo 62 anni, successo di una beniamina di casa, Kaillie Humphries, nel “due” femminile. Canadese anche lo skeleton maschile con Jon Montgomery, la britannica Amy Williams vince tra le donne.

Poco prima di Zöggeler è Alessandro Pittin a firmare un’impresa storica vincendo il bronzo nella combinata nordica, prima medaglia in assoluto per i nostri colori in questa disciplina. Cambia ancora il format delle Gundersen individuali: in precedenza al salto dal trampolino grande seguiva una 7,5 km di fondo mentre dopo il trampolino piccolo c’era una 15 km, stavolta c’è una 10 km dopo entrambe le gare di salto ed è dopo la gara di salto da trampolino piccolo, nella quale Pittin si era classificato sesto, che il 20enne azzurro si prende questa soddisfazione anticipando per il gradino più basso del podio lo statunitense Todd Lodwick nella volata vinta dal francese Jason Lamy-Chappuis sullo statunitense Johnny Spillane, che sarà secondo anche nella Gundersen dal trampolino grande, anticipato dal connazionale Bill Demong, primo oro in assoluto per gli Stati Uniti nello sci nordico, Pittin è settimo. La gara a squadre vede il dominio dell’Austria, così come quella del salto con gli sci, le cui gare individuali vedono l’incredibile seconda doppietta di Simon Ammann, che a distanza di otto anni dall’impresa di Salt Lake City si ripete ed è il primo nella storia ad arrivare a quattro ori olimpici individuali nel salto con gli sci, ma mentre nella prima occasione il suo exploit non era prevedibile stavolta lo era molto di più perché quella fu indubbiamente la stagione migliore della sua carriera.

La terza medaglia azzurra arriva dallo sci di fondo con Pietro Piller Cottrer che dopo il bronzo nello skiathlon a Torino vince l’argento sulla sua distanza e tecnica preferite, la 15 km skating, cedendo solo allo svizzero Dario Cologna. Dalle altre gare sugli sci stretti, come vedremo, arriveranno solo delusioni per i nostri colori. La sprint maschile in alternato è del russo Nikita Kriukov, quella a coppie skating va ai norvegesi Øystein Pettersen e Petter Northug, quest’ultimo trionfa in volata nella 50 km mass start in alternato con soli 3 decimi sul tedesco Axel Teichmann, la Svezia si aggiudica la staffetta maschile dopo 22 anni di digiuno trascinata da Johan Olsson e Marcus Hellner, rispettivamente bronzo e oro nello skiathlon. Tra le donne dominio di Marit Bjørgen che si impone, oltre che nella staffetta insieme alle connazionali della Norvegia, anche nello skiathlon e nella sprint in alternato davanti alla sua acerrima rivale, la polacca Justyna Kowalczyk, che poi si rifarà stampando in volata nella 30 km mass start classica la norvegese, che forte anche del bronzo nella 10 km skating vinta dalla svedese Charlotte Kalla, colleziona cinque medaglie totali in questi Giochi. Ma l’eroina della sprint è la favorita della vigilia di questa gara, la slovena Petra Majdič, che durante il riscaldamento finisce in un fosso in mezzo alle rocce fratturandosi quattro costole e procurandosi un piccolo foro in un polmone, nonostante questo conquista una pazzesca medaglia di bronzo. La sprint a coppie va alle tedesche Evi Sachenbacher sposata Stehle e Claudia Künzel sposata Nystad.

Nel biathlon femminile la regina è la tedesca Magdalena Neuner che dopo l’argento nella sprint dietro alla russa di nascita e slovacca per matrimonio Anastasiya Kuzmina, Shipulina da nubile, trionfa sia nell’inseguimento sia nella mass start, intervallando tra questi due ori un decimo posto nell’individuale vinta dalla norvegese Tora Berger. Neuner però viene incredibilmente esclusa dal quartetto tedesco della staffetta che viene vinta dalla Russia con la Germania terza. Tra gli uomini il francese Vincent Jay pesca il jolly neòlla sprint primeggiando grazie a condizioni meteo nettamente più favorevoli rispetto a tutti gli altri, lo svedese Björn Ferry è primo nell’insieguimento, il russo Evgeny Ustyugov nella mass start e nell’individuale il norvegese Emil Hegle Svensen che poi aggiunge un altro oro al suo palmares con la staffetta vinta insieme a, tra gli altri, Ole Einar Bjørndalen, arrivato a 11 medaglie olimpiche grazie anche all’argento nell’individuale. Arianna Fontana era stata giovanissimo bronzo a Torino 2006 insieme alle sue compagne dello short track, stavolta vince lo stesso metallo sulla distanza più corta individuale, i 500 metri vinti dalla cinese Wang Meng, che si ripete sui 1000 e nella staffetta insieme alle compagne di squadra tra le quali c’è anche Zhou Yang che si aggiudica i 1500. En-plein della Cina quindi sul pattinaggio veloce su pista corta femminile, tra gli uomini si dividono equivalente gli allori la Corea del Sud, con Lee Jung-su primo sui 1000 e 1500 metri, e il Canada, con la staffetta e Charles Hamelin nei 500.

Per quanto riguarda la pista lunga, solo un’atleta riesce a vincere due ori ed è la ceca Martina Sáblíková, trionfatrice su 3000 e 5000 metri, le altre gare femminili vanno alla sudcoreana Lee Sang-hwa i 500, alla canadese Christine Nesbitt i 1000 e all’olandese Ireen Wüst, campionessa sui 3000 a Torino, i 1500, tra gli uomini il sudcroeano Mo Tae-bum vince a sorpresa i 500, lo statunitense Shani Davis conferma il titolo di Torino sui 1000, l’olandese Mark Tuitert è primo sui 1500, il suo connazionale Sven Kramer trionfa sui 5000 e avrebbe sicuramente fatto il bis sui 10000 se il suo allenatore a un certo punto non lo avesse incredibilmente indirizzato sulla corsia di gara sbagliata, il “tulipano” è automaticamente squalificato e il successo va al sudcoreano Lee Seung-hoon, gli inseguimenti se li portano a casa i canadesi e le tedesche. La Corea del Sud vince per la prima volta un oro anche nel pattinaggio di figura con la prodigiosa Kim Yu-na che trionfa nell’artistico femminile con un programma stellare che lascia a distanza siderale la pur bravissima giapponese Mao Asada, commuove la canadese Joannie Rochette che ha perso improvvisamente per infarto la madre due giorni prima che iniziasse il programma corto e nonostante questo ha la forza di scendere sul ghiaccio e di conquistare un fantastico bronzo. Nell’artistico maschile lo statunitense Evan Lysacek beffa un Evgeny Plushenko incredulo per il fatto che uno con un programma libero privo di salti quadrupli possa averlo battuto, oltretutto dopo che era stato alle spalle del russo nel corto. Nelle coppie i cinesi Shen Xue e Zhao Hongbo dopo due bronzi nelle ultime due Olimpiadi tornano all’attività proprio per acciuffare finalmente l’oro e riescono nell’intento oltretutto interrompendo il dominio in questa gara della Russia, o Unione Sovietica che dir si voglia, durato per ben dodici edizioni consecutive dei Giochi. Nella danza duello stratosferico (che continuerà anche a Sochi) tra i canadesi Tessa Virtue e Scott Moir e gli statunitensi Meryl Davis e Charlie White e sono i primi ad avere la meglio.

Nelle gobbe maschili del freestyle Alexandre Bilodeau fa la storia perché è il primo canadese a vincere un oro olimpico invernale o estivo nei Giochi di casa e lo fa beffando l’ex connazionale che gareggia per l’Australia Dale Begg-Smith, campione uscente. Tra le donne l’impresa di Bilodeau la poteva fare la campionessa di Torino 2006 Jennifer Heil che però viene preceduta dalla statunitense Hannah Kearney. Gli aerials vanno all’australiana Lydia Lassila e al bielorusso Aleksey Grishin, il secondo di questa gara, lo statunitense Jeret Peterson, vive il suo unico momento di gioia di una vita divorata dalla depressione e dall’alcolismo e alla quale metterà fine suicidandosi un anno e mezzo dopo questi Giochi. Ci sono poi le due nuove, spettacolari gare dello ski cross che fanno salire il totale degli eventi a 86 e che vengono vinte dallo svizzero Michael Schmid e dalla canadese Ashleigh McIvor. Nello snowboard maschile sono senza avversari come quattro anni prima gli statunitensi Shaun White e Seth Wescott rispettivamente nell’halfpipe e nel cross, il gigante parallelo se l’aggiudica il canadese Jasey-Jay Anderson, nella corrispettiva gara femminile primo storico oro olimpico invernale dell’Olanda in una gara al di fuori del pattinaggio grazie a Nicolien Sauerbreij, il cross è appannaggio della canadese Maëlle Ricker e nell’halfpipe l’australiana Torah Bright precede le campionesse del 2006 e del 2002, le due statunitensi Hannah Teter e Kelly Clark.

Nello sci alpino femminile domina la Germania coi successi di Viktoria Rebensburg nel gigante, disputato con due manche nel giro di 24 ore a causa della nebbia che cala dopo la prima manche, e di Maria Riesch nello slalom e nella prova multipla, disputata per la prima volta con la denominazione di “supercombinata” e con il format di discesa più una manche di slalom nello stesso giorno. La discesa femminile, disputata su una pista difficile come poche altre nella storia, vede il meritato trionfo della più forte sciatrice del mondo in quel momento, Lindsey Vonn, che si prende la gioia più grande che quattro anni prima quando era ancora signorina Kildow era caduta rovinosamente in prova finendo all’ospedale e uscendone quasi immediatamente per cogliere un incredibile ottavo posto che l’aveva fatta ugualmente arrabbiare. Nel superG vince, a sorpresa ma non troppo, l’austriaca Andrea Fishbacher, in campo maschile due titoli per la Svizzera, in discesa con Didier Défago e in gigante con Carlo Janka, il norvegese Aksel Lind Svindal è primo nel superG e nella supercombinata lo statunitense Bode Miller, bronzo in discesa e argento in superG, conquista finalmente il suo primo oro a cinque cerchi alla sua quarta Olimpiade. Resta lo slalom maschile, ultima gara dello sci alpino in calendario, alla quale l’Italia, come a Torino 2006, arriva a quota zero medaglie nel suo sport più popolare e nel quale è sempre attesissima. Al Sestriere Giorgio Rocca non era riuscito a colmare il vuoto, l’impresa riesce invece a Giuliano Razzoli che batte per 16 centesimi il croato Ivica Kostelić. Razzoli, emiliano come Alberto Tomba ma della provincia di Reggio Emilia, porta all’Italia il primo e unico oro in questi Giochi, un oro olimpico nello sci alpino maschile 18 anni dopo il successo proprio di Tomba nel gigante e una medaglia nello sci alpino maschile 16 anni dopo l’argento sempre del bolognese nello slalom.

Dei titoli negli sport di squadra solo quello del curling femminile sfugge ai padroni di casa poiché la Svezia di Anette Norberg si conferma oro battendo in finale per 7-6 il Canada di Cheryl Bernard. Tra gli uomini Kevin Martin, il più noto skip canadese, vince finalmente l’alloro a cinque cerchi superando per 6-3 la Norvegia di Thomas Ulsrud. Finali tra Canada e Stati Uniti in entrambi i tornei di hockey su ghiaccio, tra le donne le padrone di casa si impongono per 2-0 andando a segno due volte nel primo dei tre periodi. L’ultimo evento dei Giochi di Vancouver è il più atteso di tutto il paese, la finale dell’hockey maschile, i padroni di casa nel girone eliminatorio erano stati battuti per 5-3 dagli Usa ed erano stati costretti a disputare (e stravincere 8-2 con la Germania) una partita supplementare per qualificarsi ai quarti di finale, poi però riescono ad approdare alla sfida decisiva contro i rivali di sempre. Foglie d’acero avanti 2-0 come nella finale femminile ma stavolta le cose vanno diversamente: gli Usa prima accorciano le distanze e poi pareggiano a 25 secondi dalla fine. A overtime iniziato da 7 minuti e 40 secondi è Sidney Crosby a segnare il definitivo 3-2 mandando in delirio tutta una nazione, il Canada trionfa anche nel medagliere arrivando alla quota record di 14 medaglie d’oro, una in più di quante ne avevano vinte l’Unione Sovietica nel 1976 e la Norvegia nel 2002.

Per concludere, come sempre, gli altri risultati di rilievo, o deludenti, dell’Italia. Nel superG maschile Werner Heel, Christof Innerhofer e Patrick Staudacher, arrivano rispettivamente quarto, sesto e settimo a 2, 8 e 9 centesimi dal sorprendentissimo bronzo statunitense Andrew Weibrecht, Inner è anche ottavo in supercombinata mentre Manfred Moelgg è settimo nello slalom di Razzoli. Tra le donne dello sci alpino la migliore è Johanna Schnarf, chiamata all’ultimo momento a causa dell grave infortunio alle ginocchia di Nadia Fanchini due settimane prima dei Giochi, l’altoatesina è quarta in superG e ottava in supercombinata, Lucia Recchia è settima in superG e nona in discesa e Nicole Gius ottava in slalom. Simone Bertazzo è nono nel bob a quattro, Deborah Scanzio decima nelle gobbe del freestyle, Stefano Pozzolini nono nel cross, unico piazzamento top ten nello snowboard. Nel fondo maschile a parte l’argento di Piller Cottrer ci sono un ottavo posto di Renato Pasini e Cristian Zorzi nella sprint a coppie e un decimo di Giorgio Di Centa nella 15 km, la staffetta è addirittura nona. Va un po’ meglio il quartetto femminile che grazie a una terza frazione strepitosa della meteora Silvia Rupil è in grado di lottare per le medaglie ma poi in ultima frazione Sabina Valbusa non tiene le migliori e l’Italia chiude quarta, Magda Genuin è quinta nella sprint individuale, Marianna Longa settima e Arianna Follis nona nello skiathlon. Nel pattinaggio di figura Federica Faiella e Massimo Scali sono quinti nella danza, nell’artistico femminile Carolina Kostner è purtroppo ancor più disastrosa che a Torino e finisce addirittura sedicesima. Nel doppio dello slittino Christian Oberstolz e Patrick Gruber sono quarti mancando ancora una volta il podio, Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder, bronzo quattro anni prima, sono noni. Nicola Rodigari è ottavo nei 1500 dello short track maschile, Yuri Confortola nono nei 1000, oltre al bronzo nei 500 Arianna Fontana è nona nei 1500 mentre la staffetta femminile è sesta. Infine, sulla pista lunga Enrico Fabris resta ben lontano dai fasti di Torino piazzandosi settimo nei 5000 e decimo nei 1500, nell’inseguimento maschile l’Italia è sesta.

 

Riepilogo

21a edizione dei Giochi Olimpici invernali

Città ospitante e data di svolgimento: Vancouver (Canada), 12-28 febbraio 2010

Atleti partecipanti: 2536 (1503 uomini, 1033 donne)

Nazioni partecipanti: 82

Italiani partecipanti: 109 (69 uomini, 40 donne)

Portabandiera italiano: Giorgio Di Centa (sci di fondo)

Titoli assegnati: 86 in 15 sport

Apertura ufficiale: governatrice Michaëlle Jean

Giuramento olimpico degli atleti: Hayley Wickenheiser (hockey su ghiaccio)

Giuramento olimpico dei giudici: Michel Verrault

Ultimo tedoforo: Catriona LeMay Doan, Steve Nash, Nancy Greene, Wayne Gretzky

Il medagliere

Canada: 14 ori 7 argenti 5 bronzi

Germania: 10 oro 13 argenti 7 bronzi

Stati Uniti: 9 ori 15 argenti 13 bronzi

Norvegia: 9 ori 8 argenti e 6 bronzi

Corea del Sud: 6 ori 6 argenti 2 bronzi

Svizzera: 6 ori 3 bronzi

Cina: 5 ori 2 argenti 4 bronzi

Svezia: 5 ori 2 argenti 4 bronzi

Austria: 4 ori 6 argenti 6 bronzi

Olanda: 4 ori 1 argento 3 bronzi

Russia: 3 ori 5 argenti 7 bronzi

Francia: 2 ori 3 argenti 6 bronzi

Australia: 2 ori 1 argento

Repubblica Ceca: 2 ori 4 bronzi

Polonia: 1 oro 3 argenti 2 bronzi

Italia: 1 oro 1 argento e 3 bronzi

Bielorussia: 1 oro 1 argento 1 bronzo

Slovacchia: 1 oro 1 argento 1 bronzo

Gran Bretagna: 1 oro

Giappone: 3 argenti 2 bronzi

Croazia: 2 argenti 1 bronzo

Slovenia: 2 argenti 1 bronzo

Lettonia: 2 argenti

Finlandia: 1 argento 4 bronzi

Estonia: 1 argento

Kazakistan: 1 argento

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